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Kit Italeri scala 1/72
Idrovolante d'altura, pattugliatore antisommergibili, porcospino volante, provvidenziale soccorritore per equipaggi alla deriva in mare... questo era lo short Sunderland, una specie di nave volante, Idrovolante a scafo e galleggianti laterali; ebbe un buon successo durante la seconda guerra mondiale e anche dopo, convertito in trasporto commerciale e aereo passeggeri: un aereo che pagava almeno 20 km/h in velocita massima alla ducati di Dovizioso, talmente era lento!
Modellisticamente esiste in scala 72 in plastica prodotto dalle ditte Airfix, abbastanza datato, senza dettagli, con motori approssimativi pieno di rivetti in rilievo (anche se secondo il mio parere non è una cosa negativa, opportunamente trattata) forme però molto fedeli all'originale e il modello della nostrana Italeri, prodotto per ora nelle versioni MK1 e MK III (la versione da me scelta) il confronto dimensionale tra i 2 kit, quasi porta a combaciare sia le fusoliere che le ali; leggere differenze sull'andamento della fusoliera anteriore tra i due soggetti, ma non saprei dire quale sia il più esatto.
Orbene, dopo diverse indecisioni su quale versione fare (il progetto iniziale prevedeva di trarre dal kit Airfix la versione civile SHORT SANDRINGAM) ho optato per l'acquisto del modello Italeri; bene, al modestissimo costo di 45 euro, vi ritroverete tra le mani una riproduzione che paragonare al mattonato di un muro di cinta è voler essere generosi (chissà come mai nelle recensioni delle nostre care patinate riviste nessuno lo scrive mai); la cosa positiva è che la plastica Italeri è morbida e cedevole, dopo aver carteggiato ali, piani di coda e fusoliera per 5 ore, sarete grati a questa caratteristica perché quella è l'unica strada per riuscire a tirar fuori qualcosa di decente, ovviamente a lavoro finito, se vorrete, potrete passarci altrettante orette di piacevole esercizio riproducendo di nuovo tutta la rivettatura.
Se per la fusoliera e i piani di coda la carteggiatura risolve abbastanza bene il problema, discorso diverso per le ali: non basta carteggiare, bisogna scavare a cavallo della pannellatura come per riprodurre la lamiera stressata (cosi vi stressate anche voi); diciamo che una bella settimana di lavoro la si dedica a mettere a posto le superfici esteriori del modello.
Sulle ali, i flap sono segnati da profonde pannellature che in realtà sono linee di rivetti, quindi è imperativo stuccare e rivettare (io uso l'ottima rivettatrice della RB Production, la potete ordinare direttamente sul suo sito, dateci un occhiata, ha cose molto interessanti) le parti mobili di alettoni, piani di coda e deriva; Italeri le fornisce separate.
Interni: per una buona riproduzione sono più che sufficienti, tra l'altro Italeri fornisce un foglio di dettagli fotoincisi che un po' aiutano.
Io ho scelto un altra strada, un po' perché a me piace così, un po' perché da tempo guardavo il Sunderland che aveva fatto qualche anno fa il modellista modenese Andrea Vignocchi, nel suo genere una vera musa ispiratrice, oltre che molto capace.
Quindi, con santo plasticard, sono state riprese e completate le strutture interne del modello e tutta la parte componentistica di questo idrovolante: lettini, brandine , tavoli, cucina, apparati radio e radar, parti di pavimento e strutture interne mancanti nel kit originale, sedili e ammenicoli vari... sempre il tutto con uso di plasticard evergreen ,tondini, quadrati,s trips, rame, stagno e sprue filato.
Tutto questo ha fatto ovviamente seguito alla ricerca documentale, vari libri sul Sunderland, sopratutto il web; ovviamente l'articolo di Andrea Vignocchi pubblicato da Auriga, ma sopratutto il sito www.seawings.uk è stato davvero provvidenziale per capire tutte le sistemazioni interne di questo idrovolante (attenzione, molti di questi aerei variano la loro sistemazione interna a seconda della versione e dell'uso a cui erano adibiti).
Ovviamente, appena qualche Amico modellista ha visto il lavoro, mi ha fatto subito notare che alla fine di tutto ciò, se ne sarebbe vista solo una minima parte... gasp, emh, già, non ci avevo pensato! Si, ma tanto io lo so cosa c'è dentro... io, magli altri no!
Allora ho deciso di aprire dei pannelli del rivestimento della fusoliera e ovviamente di ricostruire la struttura di centine e correntini che questa ricopriva; idea balzana perché il tiro che la colla essiccando esercita sulla struttura mi ha costretto a rifare anche quattro volte determinate aree di questa struttura... delirio e modello momentaneamente accantonato e ripreso dopo 6 mesi di ferie!!!
Di pari passo sono andato avanti con l'ala; ho aperto il pannello di uno dei serbatoi del carburante, ricostruito la struttura tubolare interna all'ala, i due serbatoi ancora presenti, tutta le caverie e tubazioni che corrono lungo la struttura tubolare, castelli motore, serbatoi dell' olio e centinature varie; le fotografie sono più esplicative di ogni parola.
Motori: buoni e un po' da dettagliare quelli della scatola, se tenuti chiusi nelle nache; gli altri due, in resina, anche qui da dettagliare ulteriormente, sono delle RADIAL ENGINE & WEELS, sono belli, ottime basi di partenza e dimensionalmente più corretti per un lavoro di dettaglio.
Se, notate un motore sarà privo di un cilindro e mostrerà il relativo pistone... è successo che, mentre lo tagliavo dalla materozza, un cilindro si sia rotto e mentre lo stavo per incollare, mi è balenata l'idea... mi è sembrata una cosa simpatica.
Mitragliatrici: ho sostituito le canne della torretta posteriore quadrinata con quelle in ottone tornito e forate della MASTER cod. AM-72-031 BRITISH Browning.303 caliber e la canna della mitragliatrice della torretta anteriore con un tubicini da 0,5 della Albion Alloys Ltd.; l'aereo in questione non montava la torretta superiore in fusoliera, anche se conservava la carenatura.
Un ultimo appunto di questa prima parte: non so chi in o per Italeri si occupi della parte decorativa (decals) fatto sta che i codici e le matricole degli esemplari con i fianchi bianchi, non sono utilizzabili in quanto palesemente errati (sky green) visto che gli esemplari proposti sono documentati e rappresentati anche in profili su diversi libri, non capisco perché si sia sbagliato il tono del colore Sky; come si può, su un fondo bianco, metterci dei codici in verdino chiaro; anche la logica lo dice, non erano ancora i tempi del LOW VISIBILITY; sky Grey era il colore, basta guardare.
Meglio di tante parole penso diranno le fotografie; a presto spero col modello finito...(link in fondo)
Ciao!