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I sanculotti sono stati delle figure emblematiche della storia francese, personaggi che ribaltano l’ordine delle cose, che portano con orgoglio un indumento (i pantaloni) simbolo del lavoro manuale in contrapposizione a coloro che vestiti di calze di seta e calzoni corti (le culotte) governano e detengono il potere, rifiutano la nobiltà e i suoi privilegi acquisiti.
La rivoluzione francese darà nuova dignità a questi lavoratori e ai loro mestieri, diffondendo i principi della democrazia, protagonisti sia della presa della Bastiglia che della caduta delle Tuileries.
Figurino, montaggio e ambientazione.
Pur non essendo una delle ultime novità di mercato, trovo questo pezzo estremamente attraente.
E’ di una semplicità assoluta, la posa è statica ma non scontata, si presta a numerose variazioni della pittura e la scultura è eccezionale.
Le uniche personalizzazioni del pezzo sono l’aggiunta dei baffi (per “francesizzarlo” un po’) e una toppa di tessuto sul ginocchio, entrambi realizzati in Magic Sculpt.
Il montaggio è molto semplice, corpo, braccia e testa che si incastrano alla perfezione senza uso di stucco.
Ho tenuto separati solo la mano col forcone e il tascapane, per non aver impedimenti nella pittura e per non piegare le forche.
Volevo dare l’ idea di un uomo che dalla periferia si sta spostando verso la città per partecipare agli scontri e si arma con quello che trova.
Mi è venuta in aiuto la carriola di produzione Andrea, di cui ho mantenuto solo la ruota e il telaio, ricostruendo il cassone con plasticard.
Ho aggiunto un ciuffo di posidonia a simulare il fieno rovesciato. Con plasticard e Das ho realizzato un livello rialzato su cui posizionare il figurino (su cui ho inciso la strada), in modo che l’ambientazione passasse in secondo piano.
Con erba da fermodellismo di varie misure, posidonia e radici ho simulato il pezzo di campagna sottostane. Il tutto è stato poi dipinto ad acrilici.
Pittura
Stesa una mano di primer grigio Tamiya ho cominciato la realizzazione del volto e delle mani.
Inizio sempre dall’incarnato, perché essendo la parte più caratterizzante del pezzo è quella a cui dedico maggiore attenzione, quindi la affronto quando l’ entusiasmo è ancora alto e la smania di finire il pezzo è ancora lontana!
Altra motivazione è che lavoro sempre dall’alto verso il basso, in modo da non correre il rischio di andare a mettere le mani sul colore già finito.
Mi sembra inutile fare una sterile lista di colori, preferisco illustrare un paio di accorgimenti che ho adottato in corso d’opera.
Il copricapo è stato dipinto puntinando il colore (nero schiarito con celeste e beige).
Questo ha dato un effetto molto simile al panno di cui era fatto il cappello.
Una volta terminata la giacca, mi sono accorto che il colore mi piaceva, ma gli mancava qualcosa…non era “vivo”.Non che fosse piatto, solo gli mancava un qualcosa.
Ho quindi pensato di effettuare alcuni lavaggi in punti strategici col violetto della Maimeri.
Questo stratagemma ha variato un po’ i toni in alcuni punti, ha riscaldato la tinta e ha mosso il colore.
Il corpetto nella scultura non esiste, indossa solo la camicia.
Ma l’abbigliamento tipico dei sans-culotte era composto, oltre che dai pantaloni, da camicia , giacca (la carmagnola) e gilet.
L’ho quindi riprodotto solo in pittura, lasciando il colletto bianco e tingendo di verde a righine bianche la pancia.
I pantaloni sono un classico dell’abbigliamento dell’epoca, a righe bianche blu e rosse.
Dopo un paio di tentativi insoddisfacenti (o c’erano troppe differenze di luci tra i vari colori, avendo lavorato colore per colore, oppure le righe non erano perfettamente equidistanti) ho lavorato in questa maniera: ho dato prima la base del colore più chiaro (il bianco), su questa aiutandomi col compasso per riportare sempre la stessa distanza, ho disegnato delle righe verticali a matita.
Ho riempito col colore base di ogni tinta le linee guida e a questo punto mi trovavo con le tre tinte base già date e con la forma definitiva abbozzata.
In questo modo ho potuto lavorare contemporaneamente sulle luci di tutti e tre i colori, in modo che ci fossero lo stesso numero di lumeggia ture su ogni tinta e seguissero tutte e tre lo stesso disegno.
Un piccolo accorgimento èquello di non seguire in maniera assoluta le forme del panneggio nel realizzare delle righe (ma lo stesso ragionamento può valere per un tartan scozzese o dei quadrettoni celti), ma di andare a creare una griglia quanto più regolare possibile, con righe parallele e perpendicolari.
Anche se nella realtà il tessuto si comporterebbe differentemente, l’effetto che si ottiene è molto gradevole ed è l’occhio umano ad interpretare le pieghe e le luci.
Se seguissimo pedissequamente la scultura, avremmo un disegno corretto, ma non sarebbe gradito alla vista. Per gli zoccoli di legno e il borsello di cuoio, utilizzo più o meno le stesse tinte (nero+marrone+ rosso, schiarito con arancio, ocra gialla e giallo), e cerco di variarle sia con effetti di pittura (sul cuoio sfumature più morbide, sul legno accenni di venature e una tendenza al grigio) sia con lavaggi di rosso, di verde o marrone a pittura ultimata.
I metalli partono tutti da una base di nero+argento acrilico, aggiungendo argento fino all’utilizzo del colore puro, terminando il lavoro con una punta di smalto Model Master per dare il riflesso tipico.
Conclusioni
Quando un pezzo ci piace, ci si lavora meglio e più volentieri. Io questo sanculotto l’ho terminato in nemmeno due settimane (che per me è un tempo record), mi sono divertito e mi piace come è venuto.
Perché forse l’essenza del modellismo in tutte le sue forme è questa: divertirsi!