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Il Mig-21 è sicuramente uno degli aerei a reazione tra i più famosi e riconoscibili al mondo, soprattutto se si pensa ad un caccia sovietico.
E' l'aereo da caccia che è stato prodotto in maggior numero di esemplari rispetto a qualunque altro, basti dire che in URSS fu prodotto in 10,000 esemplari più altri 2000 di produzione cinese ed indiana.
Si può effettivamente dire che ha prestato (in alcuni casi presta ancora) servizio nelle aeronautiche di mezzo mondo, nonostante il progetto risalga agli anni '50.
Soffrì la rivalità con il Phantom ed il Mirage in tutti i conflitti in cui dovette confrontarsi con loro.
Si può affermare però che non ci fu una certa parità di addestramento tra i piloti dei Mig ed i rivali:
nei conflitti in Medio Oriente, l'addestramento dei piloti israeliani era nettamente migliore di quello dei siriani ed egiziani, che infatti furono surclassati.
Dove combatterono alla pari, e cioè nel conflitto India-Pakistan, diedero invece bella prova di sé.
I Mig-21 sovietici invece non furono mai impiegati in azioni di guerra (meno male, considerato il periodo di Guerra Fredda).
I suoi punti di forza erano il basso costo, la facilità di manutenzione e l'affidabilità, mentre i suoi punti deboli erano la scarsa autonomia e l'elettronica piuttosto primitiva.
L'abitacolo piccolissimo e strettissimo gli valse il nome in codice NATO "Fishbed".
Il modello Bis poteva essere equipaggiato con il cannone a doppia canna montato esternamente Gsh-23L con munizionamento perforante AP o ad alto esplosivo, con missili aria-aria K-13 Atoll (versione scopiazzata del missile Siderwinder americano) e con pod lanciarazzi da 57 o 240mm.
Il propulsore era un turbogetto MNPK Soyuz Tumanskii/Gavrilov R-13-300 da 39,92kN di spinta statica a secco e 63,66kN con postbruciatore.
Il kit
Si tratta di un kit a basso costo, senza grosse pretese; nonostante sulla confezione vi sia scritto che l'abitacolo sia super dettagliato, nella realtà è fatto malissimo.
Se si vuole spendere, sarebbe necessario un nuovo cockpit tipo quelli della Pavla.
L'unica cosa positiva è che si possono montare i freni aerodinamici in posizione aperta o chiusa.
A me non è sembrato il caso di spendere molti soldi per questo genere di kit (a fare i pignoli anche la parte del motore è fatta maluccio) ed allora ho cercato di modificare manualmente il possibile, mantenendo la cabina chiusa in modo da nascondere l'interno.
Ho iniziato col modificare il seggiolino risagomandolo completamente, poi ho aggiunto l'imbottitura, le cinture e con delle decals di recupero ho posizionato sul poggiatesta delle scritte mancanti. Inoltre ho fatto le maniglie per l'espulsione d'emergenza, aggiunto pulsantiere e bottoni vari sulle parti laterali, allungato la base del collimatore, aggiunto un pezzo al collimatore stesso, e steso un paio di cavi sopra la paratia degli strumenti.
Per la colorazione questa volta ho fatto dei cambiamenti (per me si tratta quasi di una rivoluzione!).
Su consiglio del mio negoziante di fiducia, mi sono deciso ad abbandonare gli smalti Humbrol per passare agli acrilici Italeri, e la differenza è enorme, anche come filosofia di utilizzo.
Innanzitutto la differenza sostanziale è che prima con gli smalti usavo come fondo un colore scuro, senza primer od aggrappanti vari, invece con gli Italeri si è obbligati a stendere un aggrappante prima, pena lo scrostamento della vernice.
Cambia anche la diluizione per aerografo (prima con gli smalti facevo 50% colore e 50% trementina circa, mentre con gli acrilici vado al 70% di diluente Italeri) ed ho scoperto un problema a me prima sconosciuto: l'intasamento dell'ugello dell'aeropenna.
Tuttavia dopo qualche tentativo piano piano ho iniziato a prendere confidenza con questi colori atossici e, siccome sono a base acquosa-vinilica, se si interviene subito si possono rimuovere gli errori con semplice acqua.
I colori che ho usato sono il RLM65 per la pancia e il flat sand e bruno mimetico per il resto della fusoliera.
Ho poi dato una mano di lucido trasparente e fatto i lavaggi ad olio che ho potuto fare con relativa tranquillità dato che gli acrilici non vengono aggrediti dalla trementina che ho usato per la diluizione.
La nota negativa di questi colori da parte mia riguarda il trasparente opaco che opacizza ben poco, lasciando il modello leggermente satinato; in questo caso trattandosi di un jet ben curato in aeroporto in periodo di pace può anche andare bene, ma nel caso di un aereo con pesante utilizzo in periodo bellico non avrebbe troppo senso.
In fondo si può dire che questo kit è stato la mia cavia per testare e fare esperienza con il nuovo tipo di vernici!