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Black Watch - Giuseppe Giovenco




Nonostante il famosissimo nome (letteralmente Guardia, o Sentinella, Nera), fu creato nel 1881 dalla fusione di due reggimenti: il 42º regiment of foot ed il 73º Perthshire regiment of foot.
Attualmente è il più anziano reggimento ancora in servizio nell’esercito di Sua Maestà (fin qui, in modo sintetico, quanto di didattico troverete su Wikipedia in italiano).

Formazioni scozzesi per territori di reclutamento




Storia e origini del reggimento
Come tutti i reggimenti del Regno Unito, anche i Black Watch vennero formati nel loro bacino territoriale di nascita, ovvero il Perthshire. Questa è una regione centrale della Scozia con capoluogo Perth sulla costa atlantica orientale, come meglio indicato nella cartina all’inizio di questa trattazione.

La realtà storica di questo corpo è un po’ più profonda della semplice didascalia di Wikipedia. Sulla scia della rivolta Giacobita del 1715, furono formate delle compagnie di Highlanders di provata onorabilità, allo scopo di sorvegliare le varie rivalità tra i clan. Questi uomini furono scelti tra i clan dei Campbell, Grants, Fraser e Munro, fedeli al Parlamento inglese.

L'uniforme originale dei Black Watch era un plaid lungo circa 11 metri (dodici yard) con i colori del tartan scuro adottato fino ad oggi come il loro tartan. Veniva fissato intorno al corpo con una cintura di pelle. La giacca e il gilet erano scarlatti, con risvolti buff (color cuoio) e pizzo bianco e un cappellino blu che ricorda più o meno un basco largo, ma calzato diritto. Gli uomini erano armati con un moschetto corredato dalla sua baionetta, uno spadone e, generalmente, anche una pistola ed un dirk (lungo pugnale).




A partire dal 1739, il disegno del tartan dei Black Watch servì da base per sviluppare altri disegni per altrettanti reggimenti famosi, ovvero: Gordon, Argyll & Sutherland, Seaforth Highlanders, nonché Highland Light Infantry.

James Stuart, figlio del deposto Giacomo II, incitò alla rivolta i clan scozzesi contro re Guglielmo III, nel tentativo di riconquistare la corona che suo padre aveva perso nel 1688. L’allora governo inglese non aveva le risorse per mantenere un esercito permanente nelle Highlands scozzesi per sovrintendere ai clan e garantire la loro lealtà. Quindi, a partire dal 1725, si formarono sei compagnie allo scopo di stazionare e vigilare, in piccoli distaccamenti, in seno alle Highlands (c.d. terre alte), per prevenire i combattimenti tra le varie fazioni di clan, notevolmente e notoriamente riottose, nonché scoraggiare le incursioni e aiutare a far rispettare le leggi contro il trasporto di armi, dal momento che il governo inglese ne aveva proibito il possesso.

Le popolazioni locali, ribattezzarono le Indipendent Highland Company (così si chiamava questa sorta di milizia territoriale) con il soprannome di Black Watch (in gaelico Am Freiceadan Dubh) che li differenziava dai reggimenti regolari, i quali, al contrario, indossavano la tipica casacca rossa della fanteria inglese.

Il corpo dei Black Watch svolse un ruolo significativo in ognuno di questi sanguinosi conflitti intestini e, proprio per questo ruolo, e per la loro cavalleria, si è sviluppato un profondo senso del dovere in questo grande reggimento durante i secoli che ha percorso, ovunque esso venne impegnato.

Nel 1739 il re Giorgio IIº autorizzò la formazione di altre quattro compagnie con le quali venne istituito il 43º reggimento a piedi, al cui comando venne posto il conte di Crawford con il grado di colonnello. I fanti arruolati dovevano essere esclusivamente nativi di quelle terre e non era possibile accettarne di altre provenienze. All’epoca, il kilt, o più propriamente il philabeg, non era ancora un indumento ufficiale.

Nel 1743 il 42º reggimento (passato tale nel 1742, trasformandolo dall’originale 43º) ricevette l’ordine di recarsi a Londra. Secondo alcuni orgogliosi scozzesi, questa richiesta significò un palese atto di sottomissione alla corona inglese; fu così che un centinaio di Highlanders decise di tornare indietro. Ovviamente i renitenti furono subito condannati come disertori e nella piana di Oundle, nel Northamptonshire, i capi furono arrestati e condannati a morte, mentre il restante dei soldati fu ricondotto a più miti consigli dalla cavalleria inglese. Il battesimo del fuoco per i reggimenti reali scozzesi avvenne nel maggio del 1745 contro i francesi del Duca di Noailles a Fontenoy, nei Paesi Bassi, durante la Guerra di Successione Austriaca.

Nel 1751, dopo un periodo di servizio in Irlanda, il reggimento prese la nomina di 42nd Regiment of Foot e, trascorsi sette anni, acquisì il titolo ufficiale di The Royal Highland Regiment.

Nel 1756, dopo l’esperienza europea, i Black Watch furono inviati nelle colonie Americane, con destinazione New York, allo scopo di difendere i possedimenti, e gli interessi economici, inglesi, dagli attacchi dei nativi con i loro alleati francesi. Dal 1758 in poi il 42º partecipò a diverse campagne oltreoceano, tra le quali quella della Guerra di Indipendenza americana (19 aprile 1775 - 3 settembre 1783).




Al principio del XIX secolo il reggimento partecipò alla guerra contro la nuova potenza francese nella campagna d’Egitto, sbarcando nella baia di Aboukir, distinguendosi anche nelle campagne di Spagna e Portogallo, sotto il comando del generale Sir John Moore e del Duca di Wellington. è superfluo ricordare il ruolo determinante giocato dai Black Watch nel giugno del 1815, sia nella battaglia di Quatre Bras, sia in quella finale di Waterloo, ipotecando per sempre le mire espansionistiche di Napoleone. Il dopo Waterloo li vide a Parigi come truppa di occupazione, per poi essere rimpatriati nella loro amata Edimburgo dove si sprecarono le manifestazioni di giubilo. Per l’occasione, il celebre scrittore scozzese Sir Walter Scott (Edimburgo, 15 agosto 1771 – Abbotsford, 21 settembre 1832) fece imbandire una fastosa cena nelle sale dell’Assemblea del Castello.

Alla volta del 1854 l’impero britannico affrontò la Russia sul suolo della Crimea e il 42º venne dispiegato assieme al 79º Camerons Highlanders ed al 93º Sutherland Highlanders nella Highland Brigade. Questa brigata respinse la fanteria russa che voleva riconquistare Sebastopoli, la quale di fronte all’ostinazione dei difensori, desistette dall’assedio; tale ostinazione venne anche dimostrata nella battaglia nei pressi del fiume Alma e poi a Balaklava (25 ottobre 1854 - famosa per la carica della brigata di cavalleria leggera britannica comandata da lord Raglan e la sottile linea rossa - thin red line – del 93º reggimento fanteria highlander, comandato da Sir Colin Campbell Iº barone Clyde).

Si giunse, così, al trattato di pace nel 1856, ed il 42º fu nuovamente imbarcato per l’India al fine di sedare la rivolta tra gli indigeni. Finalmente arriviamo al 1881, anno in cui l’organico del 42º fu dispiegato su due battaglioni, riunendo a sé anche il vecchio 73º (Perthshire) Regiment of Foot, come citato nell’iniziale breve esposizione tratta da Wikipedia.






Non mancò l’esperienza sudafricana contro gli agguerriti Boeri, dopo la quale i battaglioni dei Black Watch si prepararono ad affrontare la I^ Guerra Mondiale. Il 1º battaglione fu mobilitato nel 1914 al seguito della BEF, la British Expeditionary Force. Questa data pose fine alle sgargianti uniformi rosse, al posto delle quali fecero la loro comparsa tessuti il cui colore si mimetizzava con la polvere e il fango delle trincee in cui sprofondarono i Jocks (letteralmente fighetti). Agli scozzesi fu concesso di mantenere i loro kilts, con l’accorgimento di ricoprirli con una sorta di sottanino color khaki.

Sui 25 battaglioni dei Black Watch (tra quelli regolari e quelli di volontari), impiegati nella Grande Guerra per un complessivo organico di 50.000 uomini, a fine conflitto si contarono: 8.000 morti e oltre 20.000 feriti. Su questo conflitto si sono spesi fiumi di parole, ma una delle cose che ha impressionato di più gli storici è stato l’alto morale mantenuto dagli scozzesi durante tutto lo svolgersi della campagna di guerra.

Negli spostamenti a difesa dell’Impero britannico, i Black Watch si distinsero per il loro coraggio e la loro forte motivazione; non a caso il reggimento fu insignito delle seguenti onorificenze : la Victoria Cross fu assegnata a 9 militari, mentre alla bandiera reggimentale furono aggiunti 28 cartigli d’onore (c.d. Battle Honours). Al termine del conflitto mondiale, tutti i Battaglioni di Servizio (Service Batallions) furono sciolti, i Jocks ripresero l’originaria conformazione e nel 1937 vennero definitivamente etichettati come "The Black Watch" (Royal Highland Regiment). Come tutti sappiamo, dopo nemmeno un ventennio dalla firma della pace di Versailles (28 giugno 1919), Adolf Hitler diede l’avvio ad un nuovo, lungo e sanguinoso conflitto che trascinò l’Europa, e poi l’America, in un inghiottitoio di carne umana, mettendo in oggettiva difficoltà anche l’intera Gran Bretagna con le sue colonie.

Quest’ultima, nel 1940, sotto l’azione del Primo Ministro Winston Churchill, si fece carico di aiutare gli alleati francesi con la seconda B.E.F.; tale spedizione si rivelò sfortunata anche se nell’epilogo di Dunkirk dove, centinaia di migliaia di soldati rischiarono di essere fatti prigionieri dai tedeschi, il destino decise di cambiare le sorti di questi sbandati e ne vennero salvati moltissimi. Di fatto, i Black Watch, riaggregatisi agli altri reparti scozzesi della 51th Highland Division, sopravvissero anch’essi miracolosamente all’inferno vissuto sulle coste francesi in attesa di essere imbarcati. Dopo questa disfatta, seguì un periodo di riassestamento nella madre patria, ma nell’ottobre del 1942, la divisione scozzese fu affidata al maggiore generale D.N. Wimberly insieme al quale i Black Watch si videro proiettati ancora una volta sulle sabbie egiziane. Dal 1942 al 1943, passarono attraverso il calvario di El Alamein, fino a ritrovarsi sull’altra sponda del Mediterraneo, nella Sicilia orientale. Il 6 giugno 1944, non vennero risparmiati neppure nella forza multinazionale di liberazione che all’alba del D-day sbarcò sulle coste della Normandia.

Nell’immediato dopoguerra, l’India maturò la sua volontà di indipendenza e, con l’aperto conflitto di matrice religiosa tra Musulmani ed Induisti, la Gran Bretagna dovette cercare di risolvere la questione, dal momento che l’India era tra le più proficue colonie dell’Impero. Tale compito fu affidato al 2º battaglione, schierandolo a Peshawar, dove vi rimase fino alla fine del 1946 per poi, nel 1947, ricongiungersi al 1º battaglione, di stanza in Germania, nell’organico dell’Armata del Reno. Negli anni Cinquanta i Black Watch furono mandati in Corea con la Brigata del Commonwealth, mentre negli anni Sessanta e Settanta il reggimento fu impegnato, con diversi avvicendamenti, nella regione dell’Irlanda del Nord.




Negli anni Novanta, la composizione del British Army venne stravolta a seguito dei nuovi cambiamenti sullo scenario politico mondiale come, ad esempio, il famoso crollo del Muro di Berlino. Il Ministero della Difesa, allora, decise di attuare una ristrutturazione degli effettivi, riducendo in particolare le unità dislocate sul suolo tedesco. La riforma dell’esercito, nota con il nome di Option For Change del 1990, non intaccò la struttura del reggimento, al contrario di altri reparti scozzesi che vennero accorpati. Vale la pena di ricordare che i Black Watch, furono anche l’ultimo reparto a lasciare la ex colonia di Hong Kong nel 1997, restituendola alla Cina dopo oltre un secolo di dominazione coloniale.

Per concludere brevemente, alla volta del secondo semestre del 2001, il reggimento fu dislocato anche nella ex Jugoslavia, a Pristina come forza multinazionale di polizia (compito storico). Nel 2004 si ritrovarono in Iraq, anche se non equipaggiati in modo confortevole per affrontare le escursioni termiche del deserto.

Il 2006 ha segnato la fine dei reggimenti individuali degli Highlanders. Per volontà del Ministero della Difesa, tutti i reggimenti vennero convogliati in un unico grande reggimento denominato "The Royal Regiment of Scotland", che comprendeva gli stessi Black Watch, i The Royal Highland Fusiliers, gli Argyll and Sutherland Highlanders, i The Royal Scots, i King’s Own Scottish Borderers per completarsi con gli Highlanders. Cosa triste, scomparvero tutti i fregi per essere identificati con un unico fregio che consiste nella retrostante croce di sant’Andrea con davanti il leone rampante della Scozia (girato verso il lato alla sua destra – a sinistra per chi lo guarda di fronte). Ma in tutto questo uniformarsi, chi mantiene ancora i fregi ed i colori dei tartan del passato, sono le bande reggimentali che sfilano nelle varie cerimonie ufficiali.




Parliamo degli ultimissimi tempi, si fa per dire, relativi al 2009, dove un battaglione dei Blach Watch (il 3º per esattezza), fu impiegato in Afghanistan assieme ad altri corpi di Sua Maestà, per un totale di 540 uomini. Alla fine della missione, la quale doveva inizialmente proteggere il regolare corso delle elezioni presidenziali e successivamente pattugliare un’area meridionale, si concluse con il bilancio di tre morti e 29 feriti.

Il figurino è dotato di questi tre nastrini relativi alle seguenti decorazioni:
La Distinguished Conduct Medal, comunemente chiamata DCM, fu fondata nel 1854 dalla regina Vittoria come riconoscimento per aver dimostrato galanteria sul campo. è il più antico premio per tale motivazione; era una decorazione militare di secondo livello, al di sotto della Victoria Cross, fino alla sua cessazione nel 1993, quando fu sostituita dalla cospicua Gallantry Cross. La medaglia è stata inoltre assegnata a personale militare non commissionato di altri Domini e Colonie del Commonwealth.

La medaglia è stata scolpita in un disco di argento da 36 millimetri (1,4 pollici) di diametro e 3 millimetri (0,12 pollici) di spessore. Tutte le medaglie assegnate riportano il numero, il grado, il nome e l'unità del destinatario incisi sul bordo.

Il recto. Di fatto c'erano otto varianti di questa faccia. A cominciare dal suo primo coniatore Edoardo VIIº, fino all’attuale Elisabetta II^, a cui si deve, come già citato, la dismissione nel 1993. Per il periodo a noi interessato, tale faccia portava l’effige di Giorgio VIº, con due versioni : "GEORGIVS VI D: G: BR OMN REX ET INDIAE IMP:" coniata durante la seconda guerra mondiale e immediatamente dopo, e "GEORGIVS VI DEI GRA: BRITT: OMN: REX FID : DEF: " dalla fine degli anni '40 fino alla salita di Elisabetta II^.
Il verso, al contrario, per tutte le varianti è liscio, con un bordo rialzato, e reca in quattro righe la scritta letterale "PER UN COMPORTAMENTO DISTINGUENTE NEL CAMPO", sottolineata da una corona di alloro tra due punte di lancia.

Il nastrino è semplicemente formato da una fascia centrale blu "Navy" e da due strisce laterali rosse.

La medaglia dell'Indian General Service (IGSM), sebbene proposta nel 1936, fu una medaglia approvata il 3 agosto 1938, per essere rilasciata a ufficiali e uomini degli eserciti britannico e indiano, nonché della Royal Air Force.

La IGSM fu assegnata per minori campagne militari sulla frontiera nord-occidentale dell'India tra il 1936 e il 1939.

La medaglia è d'argento, e, come quella prima menzionata, ha un diametro di 36 millimetri.

Il recto mostra la testa coronata di re Giorgio VI rivolta a sinistra con la scritta 'GEORGIVS VI D: G: OMN; REX ET INDIAE IMP:'.

Il verso raffigura una vista laterale di una tigre in piedi a cavalcioni di una catena montuosa con la parola "INDIA" sopra.

Il nastro largo 32 millimetri (3 pollici) è grigio affiancato da strette strisce rosse, con ampie strisce verdi ai bordi.

La medaglia è stata incisa sul bordo con il nome e i dettagli del destinatario.

La Croce Militare (MC) è la decorazione militare di terzo livello assegnata agli ufficiali e (dal 1993) alla truppa del British Army, e, precedentemente, assegnata anche a ufficiali di altri paesi del Commonwealth.

La MC è concessa, in riconoscimento ad un atto, o atti, di galanteria esemplare durante le operazioni di terra contro il nemico, a tutti i membri delle forze armate britanniche di qualsiasi grado. Nel 1979, la regina Elisabetta II^ approvò la proposta che un certo numero di riconoscimenti, tra cui la croce militare, potesse essere assegnata anche postuma.
Croce greca in argento con braccia terminanti con una svasatura.

Il recto è decorato con corone imperiali, con la iniziali del regnante al centro.

Il verso è semplice. Dal 1938 al 1957 l'anno della consegna fu inciso sul ramo inferiore della croce, e dal 1984 viene inciso il nome del destinatario.

La larghezza del nastro è di 32 mm e consiste di tre strisce verticali uguali di bianco, viola e bianco.




Tenente dei Cameronians Rifles e Sergente dei Seaforth Highlanders
Aprirei questa seconda parte dell’articolo, distinguendo le due tipologie di caschi coloniali che vennero indossati nell’esercito di Sua Maestà durante il secondo conflitto mondiale. Per ragioni sentimentali ho dotato questi figurini con il casco Wolseley al limite della sua dismissione, figurandomeli in Tunisia, alla fine del conflitto contro le forze dell’Asse, pronti ad invadere la Sicilia con l’8^ Armata di Monty.




I cappelli in midollo tropicale si adattavano bene alle condizioni in gran parte dell'India e dell'Africa; il casco coloniale Wolseley, in particolare, era indossato, oltre che in Africa, anche in altre località tra le quali il Medio Oriente. Chiaramente nessuno di questi due tipi offriva una protezione balistica, tant’è che venivano indossati nelle retrovie e non in prima linea. Al fronte, ovviamente, venivano calzati gli elmetti in acciaio Mk I º ed il successivo Mk II º per ovvie ragioni di sicurezza. L'uso dei caschi solari diminuì gradualmente a partire dalla primavera del 1943, lasciando inalterata tale concessione alle truppe di guarnigione nelle aree isolate, fino al loro ritiro completo nel 1948 (più ampiamente trattato nella sezione del glossario e delle curiosità, a fine articolo).

Questa volta non scriverò sui Cameronias, dato che l’argomento è già stato trattato, ma mi concentrerò sulla divisione di appartenenza del 2º battaglione Cameronians Rifles, ovvero la 5^, comunemente chiamata county of Yorkshire per via della Y, assunta come simbolo della divisione stessa. Essa era così composta come illustrato, in lingua originale, nella sottostante griglia.


Black Watch

13th Infantry Brigade detached to Force 121 in Madagascar from 26 April until 2 August 1942 – senior brigade

  • 2nd Battalion, Cameronians (Scottish Rifles)
  • 2nd Battalion, Royal Inniskilling Fusiliers (30 November 1939 to 14 August 1944)
  • 2nd Battalion, Wiltshire Regiment
  • 13th Infantry Brigade Anti-Tank Company (from 3 September 1939, disbanded 6 January 1941)
  • 5th Battalion, Essex Regiment (from 14 August 1944)
  • 13th Infantry Brigade Support Company (from 4 May 1943, left 20 June 1944)

15th Infantry Brigade – intermediate brigade

  • 1st Battalion, Green Howards
  • 1st Battalion, King's Own Yorkshire Light Infantry
  • 1st Battalion, York and Lancaster Regiment
  • 15th Infantry Brigade Anti-Tank Company (formed 29 September 1939, disbanded 6 January 1941)
  • 15th Infantry Brigade Support Company (from 4 May 1943, left 14 June 1944)

17th Infantry Brigade Brigade HQ formed 3 October 1939, detached to Force 121 in Madagascar from 15 March to 30 June 1942 – junior brigade

  • 2nd Battalion, Royal Scots Fusiliers (from 4 October 1939)
  • 2nd Battalion, Seaforth Highlanders (from 4 October 1939, left 30 March 1940)
  • 2nd Battalion, Northamptonshire Regiment (from 5 October 1939)
  • 17th Infantry Brigade Anti-Tank Company (formed 18 October 1939, disbanded 6 January 1941)
  • 6th Battalion, Seaforth Highlanders (from 30 March 1940)
  • 17th Infantry Brigade Support Company (from 4 May 1943, left 6 June 1944)

Allo scoppio della guerra il battaglione dei Cameronians era di stanza a Catterick (Yorkshire del nord), individuato nell’organico della tredicesima brigata (senior brigade).




Nel settembre 1939 il battaglione fu impiegato in Francia ed in Belgio al seguito della BEF, come effettivo in seno alla 5ª divisione di fanteria. Alla volta del giugno 1940, dopo aver sostenuto i pesanti combattimenti in territorio belga, la divisione fu evacuata a Dunkerque. Seguì, come per tutti i reparti rimpatriati, un lungo periodo di riposo, rimpinguandosi sia negli effettivi, grazie ad un cospicuo numero di coscritti, sia nell’addestramento con corsi di formazione in compiti anti-invasione in preparazione dell'Operazione Sea Lion, l'invasione tedesca del Regno Unito che non arrivò mai.

L’occasione di rientrare al fronte si presentò nel maggio del 1942, quando venne trasferita in Madagascar, per contrastare l’invasione dei francesi di Vichy, segnando l’inizio di una intensa odissea che la vide, nel successivo mese di giugno volare in India, dove vi soggiornò per tre mesi, e retrocedere, nei successivi mesi, sui vari fronti, quali : Iraq, Persia, Siria (parliamo già di metà febbraio 1943), Egitto dove, nel luglio del 1943, entrò a far parete dell’Ottava Armata di Montgomery per le successive invasione della Sicilia e campagna d'Italia. Tali peripezie si conclusero nel febbraio del 1945, quando fu inviata nell’Europa nord-occidentale fino alla conclusione del conflitto.

Il figurino è dotato di due nastrini relativi alle seguenti decorazioni.




La stella della campagna in Birmania (11 dicembre 1941 e 2 settembre 1945), venne concessa a tutto il personale dell’esercito che venne schierato nelle provincie indiane del Bengala e dell’Assam ad est del Brahmaputra, incluso anche il servizio in Cina e Malesia tra il 16 febbraio 1942 e il 2 settembre 1945.

Il recto ha un disegno centrale con le iniziali "GRI VI", sormontato da una corona cuspidata. La corona circolare, al cui vertice è inserita la corona reale, che circonda le iniziali, porta l’inscrizione "THE BURMA STAR".

Il verso è piatto.

Il significato del nastrino è presto detto : Blu scuro ricoperto da una striscia rossa centrale per rappresentare le forze del Commonwealth e due strisce strette di arancio brillante, in centro alle due blu, per rappresentare il sole.

La Medaglia di guerra 1939-1945 venne concessa al personale militare, con la prerogativa di essere stato impiegato a tempo pieno, in almeno 28 giorni di servizio, ovunque reso.
L’onorificenza venne estesa anche alla Marina mercantile, per lo stesso periodo di 28 giorni di servizio effettivo in qualsiasi mare avesse operato. Ne beneficiarono anche soggetti stranieri commissariati o arruolati nelle forze britanniche, questi ultimi nel caso non avessero ricevuto un premio simile, alla stessa medaglia di guerra 1939-1945, dai loro governi.

Il recto mostra l'effige coronata di re Giorgio VI, rivolta a sinistra e firmata "PM", le iniziali del designer Percy Metcalfe, sotto il collo troncato dell'effige. Intorno al perimetro è la scritta "GEORGIVS VI D: G: BR: OMN: REX ET INDIAE IMP.

Il verso mostra un leone che sta in piedi, in atteggiamento fiero, sul corpo di un drago bicipite. Le teste di tale creatura sono quelle di un'aquila e un drago, a significare i principali nemici occidentali e orientali, combattuti durante la seconda guerra mondiale. Nella parte superiore destra ci sono gli anni "1939" e "1945" allineati in verticale. Le iniziali "ECRP" del designer Edward Carter Preston sono vicino all'orlo verso ovest. Preston progettò anche la targa commemorativa in bronzo che fu presentata ai parenti più prossimi di militari britannici e donne cadute durante la prima guerra mondiale.

Il nastrino è composto con i colori della British Union Jack.

Il sergente del 2º battaglione Seaforth Highlanders, appartiene ad un reggimento scozzese che andò in Francia in seno alla 152a brigata della 51a divisione delle Highland in forza alla British Expeditionary Force (BEF) nell'ottobre 1939; purtroppo ebbe vita breve, in quanto fu catturato interamente a Saint-Valery-en-Caux durante la battaglia di Francia nel giugno 1940.

Il 2º battaglione fu, quindi, ricostituito come buona parte della stessa 152^ brigata, riempendo di nuovo le fila della 51^ divisione. Il battesimo della rinnovata divisione fu in Medio Oriente. Successivamente venne proiettata nello scacchiere nordafricano per la seconda battaglia di El Alamein, per proseguire nella successiva campagna tunisina. Da lì, venne sbarcata in Sicilia per l’invasione alleata dell’Italia. Alla fine del 1943 la 51^ divisione tornò nel Regno Unito e prese parte all'operazione Overlord, del D-Day, dopo di che venne impiegata in tante altre operazioni sul fronte occidentale fino alla liberazione finale della Germania.

Il figurino è dotato della medaglia militare (MM). Tale medaglia era una decorazione che veniva assegnata al personale del British Army e di altri corpi delle forze armate, oltreché al personale di altri paesi del Commonwealth, appartenenti alla classe dei sottufficiali, per il coraggio dimostrato in battaglia. L’onorificenza fu istituita nel 1916, e fu assegnata anche ad altri gradi per "atti di galanteria e devozione al dovere, dimostrati in azione". L’onorificenza fu sospesa nel 1993 quando fu sostituita dalla Croce Militare, la quale venne estesa a tutti i livelli.

La medaglia e il nastro avevano le seguenti caratteristiche: diametro della medaglia d'argento 36 mm; sul recto l'effigie del monarca regnante e la conseguente iscrizione appropriata, mentre sul verso la scritta "FOR BRAVERY IN THE CAMELD" su quattro righe, circondata da una corona di alloro, sormontata dalla Royal Cypher e dalla Corona Imperiale. Sul bordo della medaglia sono incisi il nome ed i dettagli di servizio dell’assegnatario (per quelle concesse a stranieri, non vi è traccia di diciture).

Il nastro è blu scuro, largo 1,25 pollici (esatti cm. 3,175) con cinque strisce centrali uguali di bianco, rosso, bianco, rosso e bianco.

Il soggetto appartiene alla 51^ divisione di fanteria, come il capitano dei Black Watch, ed è del 2* battaglione Seaforth Highlanders, riconoscibile per il trapezio isoscele del tartan, applicato con il vertice in basso sul casco coloniale.




Glossario e curiosità


Black Watch

Fregi dei Black Watch d’epoca Vittoriana : truppa e sottufficiale (questo in uso fino al 1926)



Black Watch

Fregio dei Seaforth Highlanders: in uso fino alla riforma elisabettiana (1990)



Black Watch

Fregio dei Cameronians Scottish Rifles: in uso fino al loro scioglimento nel 1968



Il motto dei Black Watch
Nemo me impune lacessit, ovvero "Nessuno mi sfida impunemente", questa è la traduzione letterale, dal latino, del motto dei Black Watch. Nello scorrere la loro storia, ci si rende conto che meglio dei Black Watch, nessun altro reggimento scozzese possa fregiarsi con questo motto, mettendo in guardia che chiunque li voglia provocare non resterà impunito.

Il motto dei Cameronians Scottish Rifles
Nec aspera terrent, ovvero "Le difficoltà non mi spaventano", senza andare tanto lontano, è anche il motto del comune di Soncino (Cremona). è anche lo stesso motto del reggimento dei Queen’s Royal Hssars.

Il motto dei Seaforth Highlanders
Cuidich 'n Righ, nulla ha a che vedere con il latino, ma è puramente gaelico e letteralmente si traduce per "Aiuto il re".
La tradizionale area di reclutamento di Seaforth era Ross-shire, Sutherland, Caithness, Orkney e Moray. Mentre le Ebridi Esterne furono divise tra i Seaforth e i Cameron. In assoluto il reggimento più settentrionale della Scozia.

Dirk
Il pugnale dirk, nei secoli passati, era un’arma di devozione quasi religiosa, sulla quale gli inglesi che occuparono le terre scozzesi (metà del XVIIIº secolo), colsero l’occasione per sottomettere le popolazioni semianalfabete, facendo loro giurare che : "... se lo faccio potrei essere maledetto nelle mie imprese, famiglia e proprietà, posso essere ucciso in battaglia come un codardo e mentire senza sepoltura in una terra sconosciuta, lontana dalle tombe dei miei antenati e congiunti; che tutto questo mi capiti se infrango il mio giuramento".

Per le popolazioni scozzesi, l’acciaio in cui erano forgiati questi lunghi pugnali, era qualcosa di sacro, fino al punto di ritenerlo santo. Con molta probabilità, tale presunta santità, si pensa abbia avuto origine nelle superstizioni popolari derivanti dai racconti magici sulle lavorazioni a caldo dell'acciaio germanico; da qui la reverenza degli Highlanders nei confronti dell'acciaio di Solingen.

Il dirk era l’unica arma consentita agli scozzesi di sesso maschile, i quali essendo di estrazione per lo più povera, non avevano i soldi per procurarsi una spada.
Questo tradizionale lungo pugnale, pare abbia avuto l’apice di sviluppo nel XVIº secolo, anche se nella società medievale scozzese ogni Highlander doveva possederne uno per l’uso quotidiano. Data la natura altamente orgogliosa di questa popolazione, fiera delle sue origini, ben presto ne divenne il simbolo di onore.




Oggi questo oggetto storico è indossato da ufficiali, suonatori di cornamusa e tamburini dei reggimenti scozzesi e comprende un vero e proprio set da pranzo con coltello e forchetta.

Come sappiamo, il simbolo della Scozia è il cardo che si ripete ossessivamente nelle impugnature di dette armi bianche (ovvero nella forma del manico). In principio questa impugnatura era cilindrica, ma la svolta della forma si ebbe durante il XIXº secolo. I moderni manici dei pugnali scozzesi sono spesso scolpiti nel legno scuro come la quercia di palude o l'ebano; i foderi sono sovente riccamente decorati con montature d'argento e hanno pomelli con set di pietre dei monti Cairngorm (catena di altipiani nelle montagne centrali della Scozia).
Le pietre dei monti Cairngorm consistono in una varietà di cristallo di quarzo fumé. Di solito ha un colore giallo-marrone affumicato, anche se alcuni esemplari sono di colore grigio-bruno.




Nella gioielleria scozzese è usato come decorazione sugli spilloni e sui manici di sgian-dubh (vedere la voce successiva). Nel castello di Braemar (famoso per le leggende di fantasmi che lo infestano, tra cui l’immancabile suonatore di cornamusa; fu anche prigione inglese a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700). è custodito il più grande cristallo delle Cairngorm del peso di 23,6 kg, ovvero 52 libbre.

Sgian Dubh
La storia dello sgian dubh è meno ricca di quella del dirk, ma egualmente è un oggetto inseparabile per uno scozzese doc. Arma ancora più personale, tanto da essere portata nascosta sotto l’ascella, veniva usato già dagli scozzesi del XVII e XVIII secolo; noto con il nome sgian achlais, questo coltello era leggermente più largo dello sgian dubh moderno e veniva portato nella parte superiore della manica o nella fodera della giacca.




Una volta terminate le faide tra i vari clan, subentrò la galanteria accompagnata dall’etichetta, le quali richiedevano che entrando nella casa di un amico, ogni arma nascosta venisse mostrata. Questa nuova usanza, fece sì che gli sgian achlais venissero rimossi dal loro nascondiglio e messi in mostra nella parte superiore delle calze, tenuti fermi grazie a poderosi nastrini reggicalze.

Sporran
Questo accessorio, rigorosamente rivestito da crini di cavallo, comunemente conosciuto per l’uso di "borsa", in realtà, nell’esercito scozzese (meglio parlare di Highlanders), serviva come bisaccia per contenere la farina d’avena; il militare che ne possedeva uno, a titolo gratuito rilasciato dalla fureria di reggimento, ma che doveva essere riconsegnato a fine ferma, poteva attingervi cibo da mangiare crudo o anche mescolato ad acqua fredda. Nonostante l’uso primitivo di tale alimento, esso donava forza al militare consentendogli di marciare ancora (un po’ come le foglie di coca per i contadini sudamericani – per fortuna l’avena* non è un allucinogeno).

*Per nostra conoscenza, anche se non si parla di modellismo, l’avena ha un elevato contenuto di fibre che garantiscono il corretto funzionamento del nostro intestino e aiuta la digestione. Inoltre fornisce un valido contributo per la riduzione del colesterolo. Essa contiene dei particolari composti fenolici azotati, che prendono il nome di avenantramidi. Si tratta di potenti antinfiammatori in grado di proteggerci dai tumori e di inibire la proliferazione delle cellule tumorali.
L'avena è una fonte di carboidrati a lenta digestione. Non provoca forti picchi insulinici. In questo modo fornisce al nostro organismo energia a lungo termine. è il cereale più ricco di proteine (12,6-14,9%) e di acidi grassi essenziali, come l'acido linoleico. Il suo contenuto di fibre solubili è importante per placare l'appetito e normalizzare il peso corporeo.
La farina d'avena è un alimento nutritivo e rinforzante, che viene consigliato ai bambini e ai convalescenti. Quindi, queste popolazioni rurali che prestavano il servizio militare, pur non conoscendone le proprietà come ci vengono spiegate oggi, ne conoscevano già la forza.

L’acquisizione dello sporran, per gli ufficiali ed i sottufficiali, era diversa perché se lo dovevano pagare e rimaneva loro anche dopo la fine del servizio militare.

Ogni reggimento si distingueva dall’altro per il numero e la foggia delle nappe appese. Il massimo erano sei. Il primo ad adottare nell’uniforme lo sporran, come lo conosciamo oggi, fu il reggimento dei Sutherland Highlanders tra i 1823 ed il 1826, seguito a ruota dagli Argyll (prima della loro fusione in Argyll & Sutherland).

Uno sporran regolamentare è lungo 12 pollici, l’equivalente dei nostri 30,48 centimetri (1 pollice = 2,54 cm).


Black Watch

Il casco coloniale (Wolseley pattern pith helmet)
Nonostante l’altisonante nome prettamente "British", questo casco viene (e veniva) fabbricato interamente in Vietnam usando il midollo di un albero autoctono (Sesbania Javanica) che vive nei terreni paludosi, e fu Sir Garnet Wolseley (Dublino 4 giugno 1833 – Mentone 25 marzo 1913), o meglio il Major General Sir Garnet Wolseley che, a cavallo tra la fine del secolo XIXº e l’inizio del secolo XXº, lo fece introdurre ampiamente sia presso il personale civile coloniale, sia nell’esercito britannico.

Questo ufficiale, il quale giunse ai massimi vertici di comando, dominò per tutta l’epoca Vittoriana, affermandosi nella carriera militare pur non godendo di iniziali vantaggi economici o di casta; dimostrando, nella prima parte della sua vita, grande coraggio personale e determinazione nella scalata dei ranghi. Dotato di notevoli doti intellettuali e di grande volontà e risolutezza, divenne nel corso degli anni settanta e ottanta dell'800 la figura più importante e capace dell'esercito britannico, acquisendo anche una notevole popolarità tra l'opinione pubblica e ottenendo la piena fiducia dei governanti britannici.

In quel periodo il Vietnam era un territorio coloniale francese e, se proprio volessimo contrastare l’iniziativa di Sir Garnet, possiamo asserire che scoprì l’acqua calda, anche se di fatto fu l’esercito di Sua Maestà che lo adottò subito, e diffusamente, data la maggiore protezione che forniva con la sua visiera arretrata, riparando meglio dai raggi solari. Restò in dotazione alle truppe di Sua Maestà dal 1898, durante la campagna Sudanese di Kitchener (indossato soltanto da alcuni ufficiali), per poi essere diffuso a tutte le truppe alla volta del 1902, per venire abolito definitivamente nel 1948 nelle campagne di Giordania e Sudan (Royal Marines a parte).




Nel British Army il casco era corredato per gli ufficiali da una fascia con numerose pieghe nel senso della lunghezza, ispirata al turbante Pugaree (da cui il nome dell'accessorio), che in alcuni casi era funzionale e si poteva svolgere ad ulteriore protezione dal sole o dagli insetti, quale zanzariera, se tessuta a trama molto rada, tipo tarlatana.

I figurini e la scenetta
Cerco sempre di sdrammatizzare il tema della guerra nelle mie realizzazioni, proprio per non rendere accademico e discutibile il soggetto. Questo capitano dei Black Watch, in compagnia di un tenente dei Cameronians Scottish Rifles, si trova in Tunisia, durante quell’arco di tempo compreso tra la resa delle truppe dell’asse, avvenuta il 13 maggio del 1943, e lo sbarco in Sicilia avvenuto il successivo 9 luglio. Una sosta ai limiti del deserto ha conciliato lo stimolo per una fumata con la pipa ed un sorso di thè a cui funge da cornice un muretto di sassi posati a secco; entrambi gli ufficiali sono rilassati sulle sponde di una breccia aperta da un colpo di mortaio.
Anche se il sole picchia inesorabile con i suoi raggi, arroventando la sabbia, nulla può impedire un momento di relax, preparandosi al prossimo sbarco.
Il capitano è un veterano della guerra d’Africa, mentre il tenente arriva "fresco" dall’esperienza in estremo oriente ai confini con la Birmania. L’uno in alta uniforme, l’altro in tenuta di servizio; quest’ultimo con il comfort di uno scaccia mosche. Nel frattempo, un sergente di plotone dei Seaforth, sta portando un bollitore con il tee per versarne il liquido sia al tenente, in attesa con la sua mug in mano, sia al capitano dei Blac Watch, nell’atto di fumarsi la pipa dall’effetto distensivo, con la mug posata ai suoi piedi.

Il capitano dei Black Watch
Dirk e sgain dubh autocostruiti dai terminali delle bacchette che trovate nei ristoranti giapponesi (se amate il sushi); i decori dei pomelli dei vari accessori del dirk provengono dal modellismo navale e sono dei rosoni esagonali in metallo, mentre le parti metalliche sono ricavate da un lamierino in alluminio che apparteneva ad una bibita in lattina. Mano di primer e coloritura con nero opaco per i foderi ed argento per le parti metalliche. I vari simboli presenti altro non sono che colla vinilica, opportunamente disegnata con una punta di stecchino, cristallizzata con mano finale di attack.

Il cinturino in cuoio nero del dirk, per agganciarlo al cinturone, è effettivamente una striscia di pelle nera, a cui è stato applicato un nastrino per la parte arabescata, a vista, in argento.

La pipa altri non è che un unico piccolo tozzetto a zeppa in legno di rovere, opportunamente lavorato con le frese e le lime fino all’ottenimento della sagoma voluta.
Passata finale con cera per mobili nella parte del crogiuolo e colore nero opaco nella restante parte del bocchino, opportunamente ripassato con i polpastrelli.

Il manichino vero e proprio è un Dragon di serie, a cui è stato applicato lo stesso trattamento con il Milliput di quello dell’East Kent precedentemente pubblicato, salvo il fatto che ho dovuto abbronzarlo, come il successivo sergente dei Seaforth Highlanders, per renderlo credibile sotto il sole del deserto egiziano. Colore carne di base e poi altra miscela di finitura, molto annacquata, di rosso e marrone, a più riprese, spalmata letteralmente con i polpastrelli delle dita o con un pennello largo, a punta tonda.

Il ciuffo sull’elmetto è realmente ricavato da 8 cime di piuma rosse di Marabù, opportunamente modellate in scala, le quali normalmente servono per creare le mosche come esche nella pesca (trovate su ebay UK – nei negozi di pesca di Mantova non esistono). Tale piumaggio è unico e contraddistingue i Black Watch da tutti gli altri corpi.

Elmetto grezzo in resina fornito da Tony Barton. Per vostra cultura, il bordo in tela era per la truppa, mentre gli ufficiali l’avevano in pelle.

Il tenente dei Cameronians Scottish Rifles
Questo tenente si sta gustando una "mug" di tee, regolarmente elargita dal British Army, con il suo personale scaccia mosche, mollemente adagiato sulla parte del un muretto in sassi martoriato dalla guerra.

Tutte le giunture sono state ricoperte di Milliput bianco e poi cartavetrate con fogli a due grammature diverse : la prima di media grossezza e la seconda, finale, a grammatura sottilissima, da carrozziere, per lisciare le asperità della prima. Passata di Primer e poi con il color carne della Tamiya XF15 e qualche altra passata successiva, molto annacquata, con il colore bianco opaco per avvicinarmi all’incarnato del volto. Nella coscia interna destra, all’altezza del ginocchio, è presente una cicatrice quale residuo di uno spiacevole scavalcamento di un reticolato.

Il foulard è stato un vezzo a cui non ho saputo resistere, per dargli un tocco di gentilezza; nella realtà questo accessorio fuori ordinanza era molto usato soprattutto a livello di ufficiali. Opportunamente annodato, l’ho compresso e deformato a mio piacere, con la colla vinilica, fino ad ottenere le pieghe e lo spessore voluti.

I nastrini dei calzettoni, contrariamente a quelli rossi classici indossati dagli altri reggimenti scozzesi, sono verde scuro ad indicare l’appartenenza alla fanteria leggera (light infantry), colore comune a tutte le unità dei Rifles.

I nastrini della campagne (c.d. ribbons), per tutti i soggetti, sono stati direttamente dipinti su un nastro di seta bianca, con l’anima di cartoncino per dargli rigidità.

Casco grezzo in resina fornito da Tony Barton e rielaborato dal sottoscritto.

Il sergente di plotone dei Seaforth Highlanders
Questo sergente ha seguito lo stesso procedimento costruttivo del tenente sopra descritto, unici particolari autocostruiti sono i gradi dipinti direttamente dalle mie gentili manine. Il bollitore, c.d. "kettle" in lingua originale (da non confondersi con una teiera) proviene direttamente da un negozio tutto British ed è datato 1929, facente parte di arredi e stoviglie per le case delle bambole vintage.

Per non scottarsi, nell’atto di versare il thé nelle tazze, una presa nella mano destra può facilitare il sostegno del bollitore, dal momento che è di capienza "reggimentale".

La divisa è stata realizzata in base un disegno di Mike Chappell (The British Soldier in the 20th Century – fascicolo n. 6 Tropical Unifroms) ed in base una foto di un volumetto Hosprey dedicato alle truppe scozzesi nei due conflitti mondiali (Elite Series n. 56).




La base
Letteralmente una tavola multistrato da 1,5 cm, a forma quadrata di 50 cm. per lato, sulla quale ho incollato e lavorato due strati di polistirolo, ad alta densità, usato per i cappotti delle case (spessore 14 cm. cadauno).

Non faccio fatica a dirvi che i sassi sbrecciati sono autentici e raccolti nei pressi delle pozzanghere di una passeggiata mantovana che corre in fianco ai laghi, posizionati apposta per drenare il terreno fangoso che vi si forma. Tale sentiero è stata la mia cava personale a più riprese (non so quanti siano i sassi, ma so che ci sono andato almeno 6 o 7 volte). Lavati e sistemati a secco, uno sull’altro, li ho legati con della colla vinilica. L’orizzontalità della parte superiore del muretto è stata realizzata capovolgendo il manufatto in modo da avere il dorso del muretto perfettamente complanare, per poi rivoltare il tutto ed ottenerlo come lo vedete.

La conformazione sabbiosa è stata ottenuta applicando sulla superficie del polistirolo, preventivamente sgrezzato e lisciato con la carta vetrata, diverse passate di colla vinilica diluita affinché attecchisse la sabbia marina dell’Adriatico. La sabbia adriatica è notoriamente scura, mentre quella desertica che si trova in Tunisia è decisamente più chiara, se non bionda.
Come fare, dal momento che con gli acrilici Tamiya, pur avendo la tonalità prescelta, ne avrei dovuto impiegare almeno una trentina di vasettini? Semplice! Sono andato in colorificio e mi sono fatto preparare una confezione da 750 grammi del colore prescelto e poi ho cominciato a spennellare la superficie sabbiosa, a più mani diluite. L’effetto sabbia impalpabile è frutto di passate finali in cartavetrata che hanno schiacciato il colore nella profondità tra granello e granello, omogeneizzando l’impasto sabbia – colore.

I sassi sono stati trattati con un colore avorio chiaro, al fine di rendere quella patina "vissuta" per i secoli nei quali sono stati esposti sulla superficie del deserto, dove l’azione del vento li ha sbiancati, non risparmiandoli a furia di sparargli addosso i granelli di sabbia, come in un qualsiasi processo industriale di sabbiatura... appunto!


























Black Watch
Black Watch
Black Watch

Vostro consulente del British Army.


Giuseppe Giovenco

[Gallery]

Gruppo Herring Mantova

22.03.2021




Commento di ezio bottasini [23/03/2021]:

Carissimo Giuseppe, descrizione storica degna del prof. Barbero, realizzazione delle uniformi grandiosa ed impeccabile, scenetta ottima.
Con ammirazione.
Ezio


Commento di LAURO BONFA' [23/03/2021]:

Leggo sempre con Grande Piacere questi veri e propri trattati di Storia Militare, che il nostro Mitico Giuseppe ci dona. Eccellente lavoro Caro Amico, sotto tutti i punti di vista, Didattico, Modellistico e Storico. Splendidi i Figurini,impeccabili nelle loro uniformi coloniali, ottimo il terreno e belli i vari particolari, che denotano la tua cura maniacale al dettaglio e rendono tutta la scena veramente molto realistica.


Commento di Alberto Gollini [24/03/2021]:

bravissimo Giuseppe!! La scenenetta africana evidenzia la tua grande fantasia, la vena poetica e l'inconfondibile capacità esecutiva dell'artista/artigiano. I figurini risultano realistici e realizzati con la solita precisione nonchè impreziositi da tanti dettagli. L'accattivante ambientazione e l'atteggiamento rilassato dei militari è quella del consumato regista. Un bel lavoro, veramente. Precisa ed esaustiva la documentazione storica che accompagna il bel diorama. Eccellente il reportage fotografico. Complimenti!! Un saluto.
Alberto


Commento di giuseppe giovenco [25/03/2021]:

sapere che questo servizio viene acquisito nel web e portato in giro in tutto il mondo, è un vero piacere - mi capita spesso di incrociare i miei lavori mentre cerco altri articoli, soprattutto nel settore immagini, quindi, carissimi utenti la stessa cosa accade anche a voi - questo sito ha rinomanza internazionale - vuol dire anche che Giacomo sta lavorando bene - grazie a tutti i miei osservatori - Giuseppe


Commento di Dino Dall'Asta [25/03/2021]:

Una rappresentazione davvero originale, molto realistica e sempre dettagliatissima.
Come al solito la ricostruzione storica è molto interessante ed esaustiva.
Complimentissimi !!
Dino


Commento di giuseppe giovenco [26/03/2021]:

x Dino - sai che io e te anche se non ci vediamo, ci trasmettiamo con il pensiero - grazie, carissimo


Commento di Gianni [07/04/2021]:

Bellissima scenetta e certamente la spiegazione storica arricchisce notevolmente tutto il lavoro.
Complimenti
Gianni




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