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All’inizio del primo conflitto mondiale, una volta che la guerra di movimento si trasformò in guerra di trincea, l’esercito italiano aveva un estremo bisogno di artiglieria pesante e per soddisfare nell’immediatezza questa esigenza, furono ideati nuovi sistemi bellici con il preciso scopo sia di colpire con molta efficacia le truppe nemiche riparate dietro le trincee che di distruggere le estese barriere di filo spinato poste a difesa delle stesse.
Si sviluppò così la bombarda, una specie di mortaio in grado di scagliare a corto raggio e con un tiro parabolico una potente carica esplosiva.
Demetrio Maggiora progettò questa bombarda da 320 mm, evoluzione di quella meno potente da 150 mm realizzata precedentemente, e da cui entrambe presero il nome.
Bombarde Maggiora da 320 e 150 mm
Questa era composta da una canna in lamiera lunga 2,00 m - spessa 5 mm imbullonata ad una sfera composta da due emisferi metallici, anch’essi imbullonati fra loro, del diametro di 1,00 m e che a sua volta era unita posteriormente ad un piede d’appoggio conico da 0,60 m.
Alcune maniglie inserite lateralmente ne facilitavano il trasposto e un cavalletto ne sosteneva la canna, disponendo l’elevazione a 45°.
Completavano il sistema due serbatoi cilindrici (gasogeni) che, posti a lato, erano collegati con tubi flessibili alla sfera stessa nella quale immettevano gas acetilene da loro direttamente prodotto (carburo di calcio + acqua).
Sfruttando la pressione causata dalla deflagrazione dell’acetilene all’interno della sfera (camera di combustione) veniva lanciata la bomba.
Quest’ultima, che era formata da un tubo cilindrico in lamiera chiuso da due dischi, di cui quello anteriore portava centralmente un foro a vite per l’applicazione della spoletta o miccia, pesava circa 27 kg e la gittata variava tra gli 80 e 280 m, regolata in base alla quantità di gas immesso.
Bomba Maggiora da 320 mm
Schieramento di bombarde Maggiora pronte per il collaudo a Susegana 1915
La bombarda fu utilizzata per la prima volta nel 1915 durante la Seconda Battaglia dell'Isonzo e rimase in servizio solo per un breve periodo fino a quando non furono disponibili armi più capaci, visto che il sistema risultava di difficile gestione soprattutto a causa dello scarso addestramento del personale, dell’affrettato schieramento in linea con eccessiva dispersione sui vari fronti, ma anche della scarsa precisione di tiro.
Il diorama scala 1:35
Il kit è della Milit Model, realizzato con parti ottimamente rifinite e precise: la camera sferica di combustione e la canna sono in resina, mentre tutto il resto in metallo.
Su una basetta in legno naturale da 15x15x1,5 cm, i cui bordi arrotondati sono stati verniciati con impregnante color noce medio satinato, ho spalmato uno strato di pasta Dark Earth della AK per simulare il terreno, testurizzandolo poi con un pennello grezzo e stendendo in alcune zone della vera terra più chiara, precedentemente setacciata e mescolata con frammenti vegetali.
Ho ricavato il terrapieno ponendo diagonalmente un blocchetto di polistirene estruso che ho opportunamente sagomato e puntellato dalla parte interna con listelli di legno da modellismo navale e con pali ricavati da rami secchi.
Sulla sommità ho steso la stessa pasta Dark Earth con inseriti alcuni spezzoni di rametti per simulare delle piante tagliate e una volta asciutta l’ho cosparsa di erba sintetica in modo non omogeneo, a cui ho aggiunto un mix di materiale naturale di varia estrazione sminuzzato finemente, fissando il tutto con lacca spray per capelli.
Inoltre ho posizionato del filo spinato con il relativo sostegno e una decina di sacchetti di cotone prodotti artigianalmente dalla canadese Thachweave; dopo averli immersi nel the per invecchiarli e successivamente sporcati, li ho riempiti parzialmente di terra e chiusi con i relativi lacci già incorporati.
Nella postazione della bombarda ho aggiunto da un lato del terrapieno un manifesto di propaganda stampato da Internet, una cassetta di munizioni sulla quale è appoggiato un fucile, mentre dall’altro lato un piccone, una matassa di filo metallico e una serie di sacchetti in resina a forma cilindrica della Scientificmodels.
Ho steso a pennello la pasta color cemento della AK lungo i bordi esterni del terrapieno, successivamente verniciata con acrilico Flat Earth Tamiya e dopo aver incollato una lastrina in ottone da 10x2 cm con inciso il nominativo, l’immagine della bandiera del Regio Esercito e il fregio del Corpo dei Bombardieri ho posto il tutto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia:
- "I BOMBARDIERI DEL RE" La storia e l’armamento del Corpo dei Bombardieri della Grande Guerra di F.Cappellano e B.Marcuzzo - Gaspari editore 2005
Ciao Dino, fantastico, ma dove li scovi questi modelli, mai banali e sempre carichi di storia semi sconosciuta... inoltre molto ben realizzato.
Ottimo, al prossimo.
Ezio
Bravissimo Dino, sempre modelli originali, visti da vicino poi sono fantastici. Grazie per la citazione, io li ho solo fotografati.
Ciao nonno Dino,
... Non ho molto da dire...
Anzi... riassumo il commento con una parola soltanto: MERAVIGLIOSO!!! ✌️🤩✌️
Ciao Dino,
tutto molto bello,
però mi convince poco la finitura della canna.
Pietro
Per Pietro
hai ragione, è stato un tentativo di rendere un tratto di canna surriscaldata con parziale deterioramento della vernice.
Le foto sono implacabili ad evidenziare i difetti...
Dino
Ciao Dino, davvero originale e molto realistico, un lavoro davvero ben fatto complimenti.