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Kit Italeri, scala 1/48

Il Viking (soprannominato “hoover” a causa del rumore dei suoi motori che ricorda quello di un aspirapolvere) è un kit vetusto proposto diversi decenni fa dalla mitica AMT/ERTL, da ESCI e ristampato da Italeri.

Corretto nelle forme il modello è però estremamente povero di dettagli al punto che ricorrere agli appositi set è indispensabile. Io ho scelto Black Dog per cockpit, vano armamenti/carrelli e ripiegamento ali e Sparkit Model per il dettaglio dei motori.



Vedremo in seguito che il loro utilizzo non mi ha certo facilitato il lavoro.
É vero, la scelta di inserire il cockpit nella lista della spesa appare inutile visto che alla chiusura della fusoliera sarà praticamente invisibile, il canopy fumé inoltre darà il colpo di grazia a qualsiasi speranza di intravedere l'interno.
Questo lo sa anche Cane Nero che di conseguenza si è ben guardato da impreziosire con qualsivoglia minutezza il suo set, quindi mi sono armato di pazienza aggiungendo le pedaliere, le cloche e fustellando le decal (Mike Grant) per tutti i quadranti.



Buoni i sedili a cui però mancano, ed ho dovuto aggiungere, le maniglie di espulsione. Le postazioni riservate a TACCO e SENSO (non è il soprannome di due piloti italo americani ma l'acronimo delle loro mansioni tecniche) sono ben realizzate ed i vecchi schermi catodici dei video impreziosiscono gli ambienti.
(Nota: nella versione B che ho riprodotto i due specialisti e le relative postazioni furono eliminate ed i finestrini oscurati. Io però ho lasciato tutto all'interno).

Prima di chiudere c'è da inserire il grande pezzo di resina che comprende i vani dei carrelli e degli armamenti.
Anche qui il set mostra evidenti lacune nei dettagli, in pratica è poco più della copia dello stesso pezzo del kit.

Una parte importante, come il cinematismo del carrello, è assente e va ricostruito così come vanno aggiunte le tubazioni più evidenti.


Tralascio per vostro rispetto la parte in cui mi accorgo che il set è più corto di un paio di millimetri rispetto alla sede e passo alle ali. Nella mia vetrina ormai satura un aereo ad ali ripiegate è sicuramente da preferire, quindi separo i tronconi e vado ad inserire il set apposito.

Si ripete l'assenza di dettagli fondamentali, mancano i braccetti che collegano le semiali alle cerniere di rotazione e le stesse sono inspiegabilmente mal posizionate, insomma detta alla vice questore Schiavone una rottura di scatole di livello 10.

Ma la ciliegina sulla torta arriva col set Sparkit per i motori. Costato quasi 60€ e stampato in 3D presenta i pezzi con un tremendo effetto listellato che fa somigliare le calandrature dei motori a piccole barrique per invecchiare il Sassicaia.
Inutile dire che la mail di protesta spedita al produttore non ha avuto alcun esito.

E così, tra una bestemmia ed una maledizione si arriva all'aerografo. 
La caratteristica comune a quasi tutti i Viking operativi è l'estrema usura della livrea, massacrata dalla salsedine ed insozzata da qualsivoglia idrocarburo  depositato sul ponte delle portaerei.
L'idea era proprio quella di riprodurre questi effetti ma su come farlo... incertezza assoluta. 
Alla fine la migliore soluzione è stata quella di delineare i contorni delle macchie con un pennellino intriso di polvere di grafite e schiarire poi l'interno con gli oli.





















In conclusione in queste righe, oltre a parlare di modellismo, ho accennato  una protesta verso tutti quei set, pagati fior di euri, che non adempiono a ciò per cui sono stati acquistati.
Vorrei avere le capacità  autocostruttive di alcuni modellisti frequentatori di queste pagine (ogni riferimento a Emanuele Iemma è puramente….voluto  ) ma purtroppo devo solo sperare nella serietà dei produttori di aftermarket.
) ma purtroppo devo solo sperare nella serietà dei produttori di aftermarket.
Saluti cari.
 
 
Ciao Enrico,complimenti per il lavoraccio che hai portato a termine nel migliore dei modi, nonostante le difficoltà che sicuramente che hai incontrato nell'assemblagggio dei vari set aftermarket, quasi sempre poco fedeli, e che contribuiscono non poco a complicare la vita per le loro intrinsiche difficoltà di collocazione, essendo quasi sempre sbagliati come dimensioni, oltre che scarsi di dettagli e quindi molto approssimativi nonostante costino un botto...
Nonostante ciò suscitano comunque un fascino non indifferente, perché creano l'illusione di potere realizzare qualcosa di unico, ma a mio parere contribuiscono non poco ad impoverire il modellista di quella capacità manuale e creativa che lo dovrebbe contraddistinguere, relegandolo ad un ruolo di secondo piano, trasformandolo in un assemblatore di varie parti realizzate da aziende specializzate.
Per dirla in breve adesso la scelta del modello da realizzare, è sopratutto, in funzione di quanti più kit aftermarket dedicati al modello specifico è possibile trovare... praticamente creano dipendenza.
Per quello che mi riguarda preferisco cercare invece delle buone pubblicazioni per studiarmele per benino allo scopo di trovare attraverso le immagini spunti per la realizzazione dei particolari... cosa complicata ma che regala grandi soddisfazioni.
Dimenticavo.... ti ringrazio moltissimo per la citazione.... un affettuosissimo abbraccio e al prossimo modello.
  
Ottimo lavoro.
In quanto all'autocostruzione, bisogna provare al massimo butti via tutto se viene male.
Ma si sa, l'appetito vien mangiando.
Black dog, lavora ancora su master non in 3D.
Perciò dipende sempre dal masterista ciò che esce.
Ho potuto visionare alcuni loro prodotti e trovo che anche le stampate non siano proprio il massimo.
Nonostante le difficoltà mi pare che il risultato finale sia di grande fattura.
  
Caro Enrico che lavorone... complimenti.
Un abbraccio.
Giampaolo 
  
Ciao Enrico,
Gran lavoro ! complimenti.
Forse la grafite accentua troppo l'effetto sporco in questa scala.
Come gusto personale trovo il giusto equilibrio nello stabilizzatore orizz dx: usura della vernice e pannelli poco accentuati.
  
Ciao Enrico, lavorone... anche costoso, gli aftermarket spesso costano più del modello di partenza, però fanno anche la differenza.
Al prossimo
Ezio 
  
Ciao Enrico, ho vissuto la travagliata gestazione e messa in opera di questo modello. Quindi rinnovo i complimenti per averlo portato a termine. In altre mani (le mie) sarebbe volato fuori dalla finestra per molto meno.
Massimo
  
Carissimi
Grazie a tutti per i commenti. Sono assolutamente d'accordo con chi trova eccessiva l'usura del velivolo, in effetti mi sono lasciato prendere la mano perdendo di vista schemi e metodi. Speriamo di trovare più equilibrio nel prossimo.
Saluti cari