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Un po’ di storia
Il Fokker Dr.I detto anche Dreidecker (triplano) è stato un famoso aereo da caccia prodotto dalla Fokker, durante la Prima Guerra Mondiale.
Su questo velivolo volò il famoso Manfred von Richthofen, meglio conosciuto come il Barone Rosso.
Il Dr.I fu apprezzato dai due assi del momento, von Richthofen e Voss, per le sue capacità di virata e la notevole velocità di salita.
Aveva però problemi legati alla velocità di crociera, soprattutto alle alte quote, alla conformazione della struttura delle ali, ed anche alla difficoltà d’atterraggio, e pertanto, dopo vari incidenti, i velivoli furono subito consegnati a terra.
Alla fine la soluzione fu trovata, ma il Dr.I non riguadagnò mai la completa fiducia dei piloti.
Il velivolo qui rappresentato era quello del barone Manfred Albrecht von Richthofen, ricordato come l’asso dell’aviazione, e più precisamente come l’asso degli assi, una delle principali figure della Grande Guerra.
Nel 1917 gli fu affidato il comando della Jasta 11, la squadriglia da caccia meglio conosciuta come il Circo Volante, in virtù dei vivaci colori che decoravano i velivoli che appartenevano ad essa.
L’appellativo di Barone Rosso gli venne appunto dal fatto che molti degli aerei da lui pilotati erano completamente dipinti di rosso.
Nato a Breslavia, Germania (ora Wroclaw, Polonia) il 2 maggio 1892, fu ucciso in un combattimento aereo sopra Vaux-sur-Somme, Francia, il 21 aprile 1918.
Il Fokker Dr. I in numeri:
- lunghezza m. 5,77
- apertura alare m. 7,20
- velocità max. 185 Km/h
- autonomia 330 Km.
Il kit
Mi sono cimentato nell’impresa di costruire un triplano della prima guerra mondiale perché mi è stato “commissionato” da un amico amante di questo periodo storico e della figura leggendaria del Barone Rosso.
Per l’acquisto del kit gli avevo proposto due soluzioni: la prima (quella a mio avviso più interessante, ma più costosa) riguardava il kit della Roden in scala 1/32, consigliandogli anche le fotoincisioni della Eduard e, per finire in bellezza, la figura del Barone Rosso della Andrea Miniatures oppure della Pegaso tutte e due in 54 mm.
La seconda soluzione era invece il kit della Revell in scala 1/28, che comprende già tre figure (Barone Rosso ed inservienti) ad un prezzo sicuramente più abbordabile.
Ha optato per la seconda soluzione, anche se la sua scelta mi ha trovato un po’ scontento.
Sicuramente il modello Roden, con i due articoli in aggiunta, avrebbe sicuramente fatto un’altra figura, ma i soldi sono suoi!!
Questo modello è stampato in plastica color rosso ma, colore a parte, le stampate presentano molte sbavature ed ho dovuto lavorare non poco per pulirle e renderle presentabili.
Sinceramente da una scala 1/28 mi sarei aspettato qualcosa di più, anche dal punto di vista dei dettagli.
Il modello è stato costruito praticamente da scatola.
Ho solo cercato di renderlo più realistico con l’aggiunta delle cinture fatte artigianalmente, dei vari cavi di tiraggio e una piccola modifica alle mitragliatrici.
Non sono andato oltre anche perché non ho una grande conoscenza (anzi nessuna) dei velivoli di questo periodo storico, ed onestamente non mi appassionano neanche più di tanto.
Dopo aver spruzzato su tutto il modello il primer spray della Tamiya, ho usato per la colorazione di questo velivolo un rosso, sempre spray Tamiya, ed in particolare il TS 08 ( Italian Red ).
Ho scelto questo colore perché tulle le fotografie viste sul web, e non, facevano vedere un rosso abbastanza vivo ed acceso.
Ho lasciato bianchi il timone di coda, la copertura del motore e l’esterno delle ruote, come d’altronde si vede in molte delle foto che appaiono sempre sui vari siti web dedicati a questo velivolo.
Dopo il posizionamento delle decals ho voluto dare al modello un minimo di parvenza d’usura e di sporco, dovuti al fumo dei gas di scarico, alle perdite di olio, ecc. per poi sigillare il tutto con uno spray trasparente semi-lucido.
Certamente dopo il Fw 200 e lo Ju 290 della Revell, apparsi su questa rubrica ( a mio avviso superbi ) , questo kit sempre della casa tedesca mi ha raffreddato un pochino, ma non importa.
Figurini
Per quanto riguarda la colorazione dei due figurini, non essendo un conoscitore di questo preciso periodo storico, ho seguito scrupolosamente le istruzioni contenute nel kit (ho detto due perché un figurino ho dovuto gettarlo per la disperazione).
Volevo solo spendere due parole sulla scomposizione degli stessi; di solito si è abituati a vedere i figurini scomposti in tronco, testa, gambe e braccia, oppure interi.
I figurini in questione sono invece stati letteralmente “tagliati” in due metà verticalmente.
Ambientazione
Per la base ho sempre utilizzato una semplice cornice cm. 25×30, senza la lastra di vetro.
Ho praticamente ricreato un “campo di volo” della Grande Guerra, che altro non era che un prato.
Ho pertanto ricoperto la base con uno strato sottile di colla vinilica, cospargendolo poi con della sabbia vagliata, piccoli sassolini ed erbetta da modellismo, e fissando poi il tutto spruzzandovi sopra del trasparente opaco.
Per ultimo, come già annunciato nel precedente articolo sullo Ju. 290, apparso in questa rubrica di modellismo, ho terminato la costruzione del Blohm & Voss BV 222 in 1/72, della Revell.
Prossimamente apparirà su questo sito.
Buon modellismo a tutti.