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German Tank Destroyer Hetzer - Luigi Cuccaro




Quando, all'età di 11 anni, felicemente acquistai il kit dell'Hetzer, lo ribattezzai come il "carro cozza" della Esci.
E si, quella forma "aerodinamica" applicata ai mezzi militari mi ha fatto sempre impazzire, ecco perché sono amante dei mezzi militari moderni nei quali sono molto frequenti tali stili (lo svedese STRV103 per me è il top) ed inoltre, essendo il mio "format modellistico" di origine "aeroplanara" diventa palese la mia attrazione per i "design" aerodinamici.




Dunque, dicevo, ero talmente entusiasta di averlo acquistato che puntualmente (e nel classico delle leggi di Murphy) lo rovinai dopo il montaggio e la verniciatura: vagamente mi ricordo che la rigidità dei cingoli e la scarsa tenacia della colla mi dettero forti problemi.
Purtroppo allora non conoscevo le tecniche di sverniciatura e così, dopo vari sacrifici (e, si, a quei tempi la maggioranza delle nostre mamme non erano di manica tanto larga e soprattutto disposte a finanziare le nostre manie modellistiche) riuscii a comprare l’analogo della Fujimi con la speranza che il suo montaggio fosse più semplice... e davvero lo fu, peccato che il risultato non fu altrettanto soddisfacente.




Deluso, mi ripromisi che li avrei rivisti non appena avessi avuto maggior esperienza; nel frattempo, spostando la mia attenzione alla scala maggiore, finirono nel dimenticatoio.
Ma, come l’araba fenice, sono ritornati alla mia attenzione l’anno scorso, quando mi son preso una lunga pausa dagli 1/35 per godermi l’amarcord dei tempi passati.




Lavorazione
Quando i due kit sono stati ripresi, ho dovuto prima sverniciarli, poi ho ricostruito alcuni pezzi i cui originali sono andati persi ed infine li ho rimontati in maniera corretta.
Particolari caratterizzazioni non ne ho eseguite tranne che per gli sportelli carristi aperti ove spuntano i periscopi (tipici di questo carro) e, ad uno, non ho montato i parafanghi laterali tanto per diversificarli un po’.




Colorazione
Dato che non avevo nessuna voglia di perder tempo ad indagare quali fossero le colorazioni originali, ho preferito adottare quelle di mio gradimento ergo, per il modello "leopardato", ho spudoratamente ricopiato le livree di alcune immagini presenti sull’enciclopedia di Modellismo Pratico (volume dedicato ai diorami della edizioni Del Prado), mentre per l’altro, mi sono ispirato alla box-art dell’omonimo carro prodotto da una ditta dell’est di cui non ricordo il nome (forse la KORA?).
Per terminare, ho applicato su entrambi, i soliti trattamenti di invecchiamento.

Ambientazione
Nulla di particolare, tipico terreno di metà primavera ove spiccano vistose aree pratose tanto per rendere variegata la basetta.




Conclusioni
Sono contentissimo per aver "resuscitato" due cari modellini che hanno caratterizzato, seppur per una modesta rilevanza, alcuni attimi della mia adolescenza.

Auguro a tutti voi di ritrovare il piacere di riscoprire qualche vecchio modellino finito in cantina...

Buon Modellismo a tutti

Luigi Cuccaro
[Gallery]
24.02.2012




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