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Progettato dalla Ansaldo FIAT e prodotto in grande numero, era essenzialmente un carro medio in cui era stata abolita la torretta e nella cui camera di manovra era stato installato, in casamatta sferica, un obice da 75 mm, risultando senz’altro il migliore blindato italiano che abbia avuto impiego operativo durante la 2a Guerra Mondiale, dando prova della sua potenza su vari fronti contro i mezzi alleati.
Lungo 4,91 m - largo 2,25 m - alto 2,37 m aveva un equipaggio di tre uomini: un pilota, un capocarro/cannoniere e un servente/marconista.
L’armamento secondario era costituito da una mitragliatrice Breda 38 da 8 mm installata esternamente sul cielo della casamatta come arma per la difesa antiaerea o ravvicinata.
Come da foto soprastante, era pratica comune degli equipaggi aggiungere più strati di protezioni alla casamatta quali sacchi di sabbia e spezzoni di cingoli, per aumentare così la resistenza della corazzatura, già spessa 50 mm, contro i proiettili nemici anche se a discapito della velocità massima.
Operò in molti teatri di guerra partecipando ad alcune delle battaglie più importanti della 2a GM, svolgendo sia azioni di appoggio e di accompagnamento, ma anche impegnando a breve distanza le formazioni corazzate nemiche dando sempre ottima prova.
Dopo l’armistizio, pochi mezzi confluirono nei gruppi corazzati della R.S.I., mentre la stragrande maggioranza di quelli disponibili più quelli requisiti direttamente nello stabilimento Ansaldo, per un totale di oltre un centinaio, furono inglobati nella Wermacht, rinominandoli StuG M42 850.
Il modello 1:35
Anche questo, dopo il precedente carro inglese Crusader Mk.III, è un modellino vintage che avevo realizzato negli anni ’70 da kit Italeri, anch’esso allegato ad un fascicolo dell’opera “Storia dei Mezzi Corazzati” dei Fratelli Fabbri Editori.
L’ho aggiornato completamente, sia nella verniciatura che con l’aggiunta di diversi accessori provenienti dal mio archivio, quali:
armature aggiuntive composte da sacchi di sabbia e spezzoni di cingoli
una rete mimetica e un cavo d’acciaio arrotolati dietro la torretta
una catena appesa posteriormente
una mappa con accanto un binocolo e un fucile mitragliatore Breda 38 appoggiati sulla torretta
Sul terreno ho posizionato:
alcune cassette di munizioni e bossoli in ottone della Model Victoria
un cartello di segnalazione di “campo minato” realizzato con listelli di legno e stampa ricavata da Internet.
Ho preferito sostituire i due figurini in plastica del kit con altri tre in resina sia della stessa Model Victoria che della Italian Kits, le cui tute sono state dipinte in acrilico color tela bigia/sabbia, colorazione che in base alle foto d’epoca variava con il classico blu chiaro.
Il tutto inserito in questa nuova ambientazione che rappresenta un tratto del deserto Nordafricano dove questo semovente operò efficacemente dal 1941 al 1943 nelle sue varie configurazioni.
La base del diorama è ricavata da un pannello di polistirene estruso, materiale isolante edile, da 23x15x3 cm sulla quale ho spalmato della pasta acrilica AK Terrans Sand.
Dopo aver testurizzato il tutto con un pennello grezzo, ho cosparso a pioggia, fissandola con lacca spray per capelli, della sabbia marina, sulla quale ho aggiunto in alcune zone un mix di materiale naturale di varia estrazione.
Lungo i bordi verticali della base, come finitura al rustico, ho steso della pasta acrilica AK Terrain Earth e dopo aver incollato una lastrina in ottone da 10x2,5 cm con inciso da un lato il nominativo e dall’altro l’immagine della bandiera della Regia Marina, copia ricavata e stampata da Internet, ho posto il tutto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
Anche per questo kit avevo conservato l’ultima pagina del fascicolo al quale era allegato.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia e immagini:
... belin Dino... ho dovuto chiamare il GiaBa pe chiedere se eri te o un altro Dino... grande Dino!
Un abbraccione!
Ciao Dino.
lodevole l'iniziativa di restauro.
Se posso dire, non mi convince il tono troppo aranciato della colorazione, la linea di fusione sulle marmitte e in generale manca la desaturazione delle scritte e/o un realistico impolveramento generale.
un Salutone
Pietro
Ciao Pietro
sono d'accordo con le tue osservazioni e consapevole di non aver fatto quello step in più...
Grazie.
Dino
Ecco il nostro Grande Dino in versione cararmataro, modellista a 360 gradi il nostro Dino spazia intutti i campi del modellismo. Vediamo il modello, lo feci anch'io in modo impietoso allo stesso tempo e dalla stessa provenienza, non l'ho restaurato però ma cannibalizzato per fare altro... l'ho da fare nuovo. Concordo con Pietro nel dire che è troppo "arancio" e che andava impolverato maggiormente visto il teatro operativo, per il resto ottime le aggiunte di reti mimetiche e quantaltro.
Nell'insieme bella scenetta comunque.
Al prossimo.
Ezio
Complimenti Dino, sempre originale. Grazie per la citazione per le foto.