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Progettato da John Ericsson, Ingegnere svedese emigrato in America, il Monitor era una nave corazzata davvero inusuale rispetto ai canoni costruttivi dell’epoca.
Di basso bordo libero per offrire un minimo bersaglio al fuoco nemico era sì inadatta per velocità e qualità nautiche a navigare in mare aperto, ma era micidiale per azioni sotto costa e nei fiumi, sia per bombardare i forti e le postazioni di batterie dei Confederati che per contrastare efficacemente le loro formidabili navi corazzate.
Lo scafo era completamente in ferro a forma rettangolare, rastremato all’estremità con poppa e prua uguali per semplicità di costruzione.
Il soprastante ponte era in legno di quercia dello spessore di 203 mm ricoperto interamente con piastre di ferro dolce dello spessore di 25 mm e lateralmente lungo i bordi, per un altezza di circa 1,50 m, con altrettante piastre dello spessore di 114 mm.
In sostanza era uno zatterone pesantemente corazzato che, a pieno carico, si innalzava al di sopra del pelo d’acqua di soli 36 cm, mentre la sovrastruttura era composta da:
Incisione d’epoca
Dati tecnici:
Divenne famoso per la sua risolutiva partecipazione alla prima battaglia tra navi corazzate svoltasi il 9 Marzo 1862 nei pressi di Hampton Roads, dove affrontò la corazzata confederata C.S.S. Virginia: lo scontro si concluse con un nulla di fatto nonostante si scambiassero per circa quattro ore, a distanza ravvicinata, colpi su colpi che non riuscirono a perforare la blindatura né danneggiare seriamente la struttura di entrambi.
Lo scontro in un dipinto d’epoca
Nonostante le perdite più pesanti, la battaglia si rivelò una vittoria strategica per l’Unione che riuscì a mantenere il blocco navale ai porti in mano ai Confederati e nel contempo determinò l’ascesa delle navi corazzate costruite in ferro rispetto a quelle in legno.
Il 31 Dicembre 1862 il Monitor, mentre era in navigazione trainato da un’altra nave, incorse in una violentissima tempesta che ne provocò l’affondamento presso Cape Hatteras con la perdita di quattro ufficiali e sedici marinai.
Istantanee d’epoca
154 anni fa questi uomini hanno servito a bordo della USS Monitor
Nel 1973 il relitto del Monitor venne localizzato sul fondo dell’oceano Atlantico a circa 26 miglia dalla costa e in fasi successive furono recuperati l’elica, l’ancora, reperti vari e nel 2002 l’intera torretta, al cui interno furono trovati i resti di due marinai dell’equipaggio: gli esperti, dopo aver ricostruito i loro volti, sono riusciti a indicarne anche i nomi.
Tutti i manufatti recuperati sono ora conservati presso il Mariners’ Museum di Newport News in Virginia, al cui esterno è stata posizionata la replica in scala reale della corazzata.
Il modello scala 1:96
Anche questo è un kit della statunitense Cottage Industry Models che mi ha incuriosito per l’originalità della sua forma e poi appassionato per la sua storia: il Monitor divenne il capostipite innovativo delle navi corazzate, ne furono costruite altre della stessa classe anche con due o tre torrette e via via migliorate nella loro capacità di navigazione.
Il modello è in resina di color bianco, lo scafo si presenta in due pezzi orizzontali sovrapponibili con il ponte ottimamente dettagliato, per cui non ho avuto particolari problemi nell’assemblare il tutto.
Anche la torre circolare con i suoi vari componenti è ben dettagliata: non l’ho fissata nel suo incavo sul ponte, per cui può ruotare completamente essendo solo imperniata centralmente al tondino metallico che a mo di albero spunta dalla sommità della torre stessa e che alla base l’ho inserito in un listello di legno incollato sul fondo dello scafo, ciò per una migliore tenuta.
Ho preferito tagliare una parte della parete per evidenziarne l’interno, dove sono posizionati i due cannoni e a correre su un’apposita guida, posta lungo la circonferenza interna, i relativi proiettili a sfera.
Per maggiori realismo e finitura, ho sostituito i bozzelli in metallo presenti nel kit con altrettanti in legno, a cui ho applicato i relativi ganci per attrezzare i quattro paranchi delle lance e posizionato due gomene arrotolate sul ponte a prua e a poppa.
Inoltre, ho realizzato con un pezzo di tela di cotone, preventivamente immerso
in una soluzione di the e vinavil, anche il tendone bianco a forma conica che poggiava sulla sommità della torre, come da immagini storiche.
Ma ho preferito non posizionarlo per non nascondere sia la struttura di sostegno, composta da cordame steso sugli appositi candelieri metallici inseriti sul bordo, che il sottostante pavimento in doghe dipinto con “effetto legno”.
Come notizia storica, anche i candelieri, il telone e la scaletta d’accesso venivano rimossi prima del combattimento.
Ho eseguito la verniciatura con il solo uso del pennello, usando acrilici di colori e marche diverse, dando poi lavaggio ed usura in forma leggera e ho vetrato gli oblò inseriti nel ponte con il liquido Synthaglass della Toffano.
Il modello finito è lungo 55 cm, largo 18 cm, con altezza al fumaiolo di 15 cm e poggia su due colonnine in metacrilato inserite in una lastra effetto acqua con fondo bianco della Essebiemme.
A completamento, ho posizionato lateralmente a prua del Monitor in formazione di navigazione e sulla stessa linea di immersione, così da evidenziare il basso bordo libero della corazzata, il modellino della U.S.S. Picket Boat già illustrato precedentemente, racchiudendo il tutto in un’unica teca in metacrilato sempre della Essebiemme.