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La Grecia e la Turchia hanno da sempre rappresentato un punto strategico chiave per l’Alleanza Atantica.
Per questo motivo gli Stati uniti hanno sempre dato una grossa mano militare a questi due paesi, tramite robusta fornitura di caccia per equippagiare le loro forze aeree.
Nel pieno degli anni ’60, la Helleniki Polemiki Aeroporia (Forza Aerea Greca) si trovò nella situazione di dover sostituire i propri F-86D con caccia che fossero in grado di garantire la velocità supersonica.
Motivo per cui venne formulato un primo ordine di 51 F-104, di cui 45 nella versione monoposto e 6 in versione biposto da addestramento.
In anni successivi la Forza Aerea Greca ha ottenuto altri F-104 di seconda mano, provenienti da Olanda, Spagna, Canada e Germania.
Gli" Spilloni" greci sono rimasti in servizio attivo fino al 1993, alcuni dei quali con funzione di bersaglio per le esercitazioni.
Il kit Italeri
C’era grande attesa attorno all’uscita del kittone Italeri in 1/32 e, finalmente, lo scorso dicembre la casa italiana ha fatto il grande passo, buttando fuori la scatola.
Un kit che ha fatto discutere, soprattutto i puristi dello Starfgihter.
All’interno troviamo delle belle stampate di plastica grigia, un foglietto di fotoincisioni e un sontuoso foglio decals per ben dieci esemplari, di cui la metà italiani.
Dura scegliere, visto che sono uno più interessante dell’altro.
Fra di essi c’è l’esemplare greco che ho scelto di rappresentare io, ma su questo tornerò poi.
Montaggio
Fedele al mio motto "Si può fare un bel mondello anche senza set di dettaglio", ho montato il kit assolutamente da scatola.
Ci sono alcune opzioni interessanti, come il vano avionico dietro al pilota che si può lasciare aperto così come il cannone e il motore.
Ho preferito chiudere il tutto, per non guastare le belle linee del 104.
Gli incastri aiutano, anche se la giunzione fra coda e troncone principale è un pochino problematica per via di un leggero scalino che si forma.
Completamente da scatola anche l’aitacolo: una mano di H317 per la base, consolles in nero opaco, un po’ di dry brush in grigio ed il gioco è fatto.
Il pannello strumenti non presenta il dettaglio delle lancette all’interno dei quadranti: io non son stato a diventare matto, ho dato una mano di nero lucido, chi non fosse soddisfatto può provare ad adattare uno dei set pensati per il kit Hasegawa o aspettare che le ditte dell’aftermarket si mettano in moto.
Il montaggio del kit scorre complessivamente bene, pochi i punti dove è necessario intervenire con lo stucco, fra queste sicuramente la zona delle prese d’aria e la giunzione fra i due tronchi di fusoliera.
Per chi volesse evitare imprecazioni in tutte le lingue del mondo, Italiari ha fornito un pratico carrellino dove appoggiare il troncone di coda staccato per mostrare il motore in bella vista.
Le istruzioni consigliano di montare da subito i carrelli, ma considerato che possono essere d’ostacolo alla verniciatura e c’è il rischio rotture (del pezzo, oltre che di scatole al momento di mascherare) ho preferito rimandare il tutto a fine montaggio.
Verniciatura
La mia intenzione originaria era quello di fare un esemplare tedesco con livrea lizard in tre toni di verde, ma quando ho visto il prezzo del foglio decals Astra, il mio personalissimo Grillo Parlante mi ha fatto pat pat sulla spalla e mi ha gentilmente consigliato di soprassedere.
Anche perché la stessa Italeri ti mette già in discreto imbarazzo con il sontuoso foglio decals.
E così ho comincaito a sfogliare la mrgherita: italiano? Mi piace solo del 6° e l’ho già fatto in 48. Canadese? Stupendo, ma... io e il metallo naturale non andiamo molto d’accordo. Olandese? Banale, monogrigio. Alla fine la mia scelta è caduta sul greco e sulla mimetica SEA: il radome nero, così inconsueto, ha fatto il resto.
Per la mimetica ho usato i colori Gunze: H311 per il grigio, H310 per il marrone, H303 verde choaro e H309 il verde scuro.
Volevo far un aereo veramente rovinato, cotto dal sole, soprattutto anche per provare a fuggire dall’effetto giocattolone in cui è facile incappare quando si lavora in scala grossa.
E così ho voluto sperimentare una tecnica per me nuova: sono partito con il dare su tutto il modello più mani di primer bianco Tamiya, quindi con i colori molto diluiti e molto schiariti ho passato varie velature.
Da ultimo, ho preso il colore da boccetta – sempre molto diluito – e ho passato i bordi dei pannelli; una sorta di post-shading al rovescio.
Il risultato è stato un aereo veramente mal ridotto, anche se le successive mani di trasparenti hanno attenuato.
Difficile che un pilota sano di mente accettassi di buon grado di salire su un aereo così conciato, ma l’effetto è garantito, almeno per me… Come prima volta sono contento, ora vedrò di affinare la tecnica dai prossimi modelli.
La posa delle decals e l’accentuazione delle pannellature con l’apposito liquido della Tamiya ha completato la fase di pittura.
Ultimi ritocchi
Tolte le mascherature e finiti gli effetti speciali, non resta altro che montare tutti quei particolari che danno l’aspetto definitivo all’aereo: carrelli (dipinti in alluminio XF-16, ruote in H77), tubo di pitot (bianco lucido), portelli dei carrelli, scarico del motore e tettuccio.
In poco più di due mesi di lavoro, compatibilmente con i miei impegni lavorativi e non solo, il mio "Spillone" ellenico è pronto per fare la sua, si spera, bella figura, in bacheca.