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Modello Kinetic 1/72
Note storiche
L'aeronautica militare turca ha un totale di 270 velivoli F-16C/D nel suo inventario, tutti modelli Block 30/40/50. La Turchia è uno dei cinque paesi che producono localmente F-16.
Peace Onyx I
Nel settembre 1983, il governo della Turchia ha annunciato l'intenzione di acquistare 132 F-16C e 24 F-16D nell'ambito del programma Peace Onyx I, come Foreign Military Sales (FMS). I primi otto aerei dell'ordine dovevano essere costruiti a Fort Worth, ma i restanti 148 aerei dovevano essere assemblati in Turchia. Secondo i termini di Peace Onyx I, TAI non è autorizzata a vendere i suoi aerei a nessuna forza aerea straniera. Di conseguenza, gli F-16 costruiti ad Akinci devono essere consegnati prima all'USAF, che poi li cede alla THK. In pratica, ogni F-16 costruito localmente effettua un volo verso NAS Sigonella (o qualsiasi altra base statunitense vicino alla Turchia) dove esegue un touch-and-go (obbligatorio; l'aereo deve toccare suolo statunitense) e poi torna indietro in Turchia. Tutti gli F-16 del primo lotto sono stati prodotti nel blocco 40 standard. La Turchia ha anche ottenuto un contratto per la costruzione di ali, fusoliere parti centrali e posteriori per gli F-16 USAF. Hanno anche ottenuto un contratto per la costruzione di 46 block 40 C/D per l'aeronautica militare egiziana nell'ambito del programma Peace Vector IV.
Peace Onyx II
Nel marzo 1992, un ordine successivo per due lotti di 40 F-16 block 50 (68 C e 12 D) è stato inserito nell'ambito del programma Peace Onyx II FMS. TEI (Turkish Engine Industries) fornirà 96 motori F129 IPE, ASELSAN produrrà 100 LN93-RLG. La Turchia si è inoltre aggiudicata un contratto per la costruzione di ali, fusoliere parte centrale e posteriore, per gli F-16 USAF. Hanno anche ottenuto un contratto per la costruzione di 46 blocchi 40 F-16C/D per l'aeronautica militare egiziana nell'ambito del programma Peace Vector IV. (da consegnare tramite l'USAF ovviamente).
Peace Onyx III
Negli anni novanta era stato ordinato un ulteriore lotto di 40 F-16C/D. Questi velivoli erano intesi come sostituti per quelli persi/danneggiati durante l’impiego operativo. Secondo quanto riferito, anche l'F-15 e l'F-18 erano in corsa come sostituto degli F-16, sebbene non siano riusciti ad imporsi, per considerazioni logistiche. Gli aerei del programma Peace Onyx III sono stati consegnati tra il 1998 e il 1999.
Peace Onyx IV
Alla fine del 2006 si vociferava già che una nuova vendita di F-16 alla Turchia fosse imminente. Tuttavia, la Turchia ha avuto alcuni disaccordi sia con il governo degli Stati Uniti che con Lockheed. Il governo degli Stati Uniti voleva che il divieto di sorvolo di Cipro fosse imposto all'aereo e Lockheed dichiarava di non poter mantenere il previsto periodo di consegna nel 2010-2011.
Nel maggio del 2007 è stato finalmente raggiunto un accordo, evidentemente sono stati risolti i problemi con il governo degli Stati Uniti, consentendo l’inizio della produzione su licenza gli aeromobili, presso lo stabilimento TUSAS in Turchia, come quelli dei lotti precedenti. L'ordine comprendeva 30 F-16 e attrezzature associate come misura tampone fino all'arrivo dell'F-35 dal 2015 in poi.
La Turchia è stata recentemente estromessa dal programma F-35, per ragioni che esulano da questa trattazione. Per cui è stato avviato un programma per rivitalizzare tutte le cellule, estendendo la vita operativa da 8 a 12.000 ore e portando tutti gli aerei allo standard Block 70.
Il kit
In 1/72 non si trovano Block 50 plus, quelli in dotazione all’aviazione turca, per cui son partito da un Block 52 Kinetic, nato per indossare i colori greci o polacchi. Principali differenze tra i due blocchi, principalmente il motore e quindi il relativo cono di scarico ben in vista, e la presa d’aria. I Block 50 montano il General Electric F110, mentre i Block 52 montano il Pratt e Whitney F100.
Per il cono di scarico, dopo qualche verifica con ugelli prelevati da un Hasegawa, sono giunto alla conclusione che dimensionalmente i due modelli sono quasi identici, per cui ho acquistato uno scarico in resina dell’Ucraina ResKit nato pe l’Hasegawa, che con pochi colpi ben assestati di carta abrasiva, si è adattato perfettamente al mio Kinetic.
Per la pesa d’aria, non ho voluto intraprendere funesti trapianti da altri kit, e ho lasciato quella sbagliata. Tanto basta non scriverlo, e non se ne accorge nessuno.
Il modello è abbastanza semplice, ma non per questo il dettaglio è scarso, anzi, l’abitacolo è ben fatto considerando la scala, solo i seggiolini andrebbero dotati di cinture fotoincise o sostituiti con parti in resina. Cosa che non ho fatto, avendo ricevuto richiesta di farlo con piloti a bordo e tettuccio chiuso.
Il dettaglio dei vani carrelli e dei carrelli è più che adeguato alla scala, qualche tubazione in cavo elettrico da ferromodellismo ha reso il tutto presentabile.
Un po’ spesse le pannellature, ma avendo ormai l’ossessione delle reincisioni, la cosa non mi preoccupa, anzi è d’aiuto nel far scorrere l’incisore a dovere, senza indesiderate deviazioni, e l’eccessiva larghezza viene poi mitigata dalle successive carteggiate.
Ottimo l’accoppiamento tra serbatoi conformal, gobbone dorsale e fusoliera, anche se il primo, diviso longitudinalmente in due metà, presenta un discreto scalino da stuccare e carteggiare sulla giunzione.
Il dorso della fusoliera è solidale con le due semiali, ventre compreso per cui l’unica giunzione, non precisissima e che richiede un po‘ di stucco, è presente tra il ventre delle semiali e la fusoliera inferiore. Questa ottima semplificazione l’abbiamo pagata con due o tre segni di estrattori sul ventre di ogni semiala, che richiedono anch’essi un a terapia a base di stucco. Nulla di grave, essendo lontani da incisioni e altri particolari.
Non precisa neanche la giunzione della presa d’aria alla fusoliera, presa d’aria che ha il vantaggio di essere bella profonda, e, anche se non presenta la ventola del compressore al termine non sfigura.
Chi ha voglia puo’ rimediare recuperando il particolare dalla banca dei pezzi.
Badate bene, tutti i difetti fino ad ora elencati sono del tutto secondari, citati per dovere di cronaca, e la soluzione alla portata di qualsiasi modellista.
Decisamente brutti e sovradimensionati i dispersori elettrostatici, prontamente eliminati per essere sostituiti da del comune filo da pesca. Col senno del poi, suggerisco quelli in ottone tornito della Master, decisamente più realistici.
Cono di scarico nella media, parte esterna passabile, ma interno dei petali desolatamente liscio. Impresa disperata renderlo realistico con tecniche di colorazione, la sostituzione, una necessità.
Classica linee di stampata a metà del canopy, da eliminare con carte abrasive fini e lucidare con paste abrasive e polish, un classico ormai.
Aftermarket e accessori
Oltre al già citato scarico Reskit, ho usato i seguenti accessori:
Pitot e prese statiche Master.
Missili Harm Eduard Brassin.
Missili Sidewinder AIM-9L dal set Fine Molds per Tomcat. Da notare che pù frequentemente questi velivoli montano gli AIM-9X.
Piloti dalla banca dei pezzi (Hasegawa)
Decals Babibi, ditta turca, che, al di la del nome esotico, produce dei fogli di splendidi soggetti nazionali (loro, non nostri) facendoli stampare da Cartograph, con la nota eccellente qualità. Comodamente ordinabili sul loro sito, pagamenti con carte, paypall ecc, spediti nell’arco di uno o due giorni al prezzo di spedizione di 5 USD.
Modifiche eseguite:
Autocostruzione dispersori elettrostatici
Autocostruzione tubazioni vano carrelli.
Abbassamento dei Flap
Autocostruzione antenna Link 16 in prossimità del carrello anteriore.
Reincisione pannellature.
Costruzione e colorazione
Vista la semplicità del kit sulla costruzione nulla di particolare da segnalare, tranne che la usuale spinatura con filo di ottone di tutti i carichi subalari, dovendo spedire il modello via corriere, cosa indispensabile, onde evitare di perdere armamenti lungo il tracciato, stile fiaba di pollicino.
Anche la colorazione è proceduta in maniera classica, unica nota di colore, capito il doppio senso? Il grigio più scuro della mimetica, FS 36118, sia quello della gamma AK Real Color, sia il Gunze, mi parevano troppo scuri e decisamente grigi.
Ho usato quindi il Gunze, aggiungendo del bianco e del Field Blue Tamiya XF-50. Percentuali in accoro alle norme UNI-A-OCC-HIO.
Tutte le foto dei velivoli in questione evidenziano un ottimo stato di conservazione e invecchiamento limitato, per cui mi sono limitato a qualche sporcatura con colori a olio data sulla mimetica di base, appena più accentuata sul ventre, prima del classico ciclo lucido-decal-lucido-semiopaco, il primo di mamma Tamiya, il secono dalla gamma MRP.
E con questo è tutto dal fronte meridionale della NATO, a voi studio.
Montaggio e verniciatura impeccabili, ottimo lavoro!
Saluti cari
enrico
Ciao Roberto,
lavoro bellissimo come sempre.
scusa la monocromia del commento. ;-)
Pietro
Ben fatto... come al solito, quando uno ci ha la mano... 👏👏👏👍👍👍👍👍👌👌👌
Qui non siamo di fronte ad un principiante, Roberto è un modellista di alta cartatura, un professionista; lo si vede dal lavoro che ci ha mostrato. Realizzazione a dir poco egregia!
Bravissimo nel dettaglio e nella realizzazione in generale
Ciao Roberto
Accidenti per due giorni ho dato per scontato fosse in 1/48 e solo stamattina mi sono accorto che in realtà è 1/72!!!
Lavoro stupefacente, tecnologia scratch by "yourself" di ottima fattura e conseguente invidia massima per il risultato finale (pur non amando io il Viper)!
Massimo "Pitchup"
Grazie a tutti dei complimenti, monocromi e policromi, fanno sempre piacere. Prossimo articolo su un bel Mirage 2000-5F, sempre in 72.