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Settembre 2013, finito il diorama "Lost in Vietnam", il buon senso avrebbe imposto di mettersi a lavorare su qualche cosa di semplice, invece mi sono impantanato in un Pucarà in 1/48, modello in resina veramente ostico. A Ottobre, su uno dei vari forum che frequento, lanciano un Group Build, soggetto: modello da scatola. Perfetto, quello che ci voleva per fare una pausa!
Ravano in cantina, non trovo nulla di sacrificabile per essere fatto da scatola, sequestro quindi un F-84E 1/72 Easy Assembly di mio figlio. La causa impiantata dal telefono azzurro è in mano all’avvocato, se non scriverò più su queste pagine, fino alla prossima amnistia, sapete perché.
Mi propongo di stupire i forumisti, finito in due settimane, senza aggiunta di assolutamente nulla, stimo di farcela in sei o sette sessioni.
Comincio i lavori distrattamente, sul divano, guardando la TV, in un’ora scarsa il grosso è fatto, nove pezzi in tutto e l’aereo ha preso forma.
Anche il fit dei pezzi era ottimo, solo la giunzione ala fusoliera necessitava dell’inserimento di un profilatino di plasticard.
Ottimo, tutto secondo i piani.
I primi sintomi della dettaglite acuta che mi affligge, si manifestano quando arriva il momento di inserire lo spoglio seggiolino. Il regolamento consentiva di realizzare solo le cinture, ma io non ce l’ho fatta, e l’ho praticamente ricostruito per intero. Le foto mostrano le fibbie primo tipo, poi le ho rifatte più sottili.
Primo amichevole cartellino giallo.
Propongo un’accordo, rendendomi conto di essere andato ben oltre l'ammissibile e volendo rimanere nello spirito delle regole accettate, ma, allo stesso tempo non volendo buttare via quanto fatto, propongo di autocensurarmi, finendo l'abitacolo a mio piacere, senza postare foto, chiuso, tanto con tutti quei frame non si vede quasi nulla. Lo avrei aperto a GB terminato.
Devo dire che sono stati molto comprensivi, forse la curiosità ha prevalso e così ho continuato a dettagliare l’abitacolo.
Dopo aver scavato con la fresa i fianchi della vasca, in origine perpendicolari al pavimento, e aver eliminato le console laterali, ho ricostruito tutto in plasticard.
Ho quindi finito l’abitacolo, tutto autocostruito, nessuna fotoincisione o pezzi provenienti da altri kit. Dopo un primo tentativo di colorarlo a pennello con Vallejo, fallito a causa delle complesse forme e ridotte dimensioni che impediscono al pennello di assumere il giusto angolo, sono passato all'aerografo.
Tutto in Nato Black Tamyia, mascherature ove necessario, sempre ostacolate da una nuova forma di vita recentemente scoperta ad Halloween: il mostro del nastro (parente del mostro del pavimento, che fagogita i pezzettini più minuti caduti dal tavolo di lavoro), che si diverte a far saltar via i pezzettini più piccoli appena attaccati, e via con l'interior green Gunze WWII, forse non correttissimo, ma viste le dimensioni meglio preoccuparsi di accentuare luci e ombre "alla figurinista" piuttosto che del corretto FS, pena non vedere un fico secco dei dettagli.
Spigoli evidenziati in giallo a pennello.
Tuffo nella cera Emulsio Facile, soffiata ad aerografo solo con aria per eliminare gli eccessi e asciugare il tutto, e posa decals di strumenti e targhette varie, recuperati da un amico e credo appartenenti ad un F-102 di non so quale marca.
I singoli strumenti sono stati fustellati uno ad uno e posati sul pannello e sulle console.
Interruttori bottoni, cinture seggiolino e tutto quanto in rilievo è stato colorato con acrilici Valleio a pennello.
Leggera mano di opaco Gunze, gocciolina di future su ogni singolo strumento, una lastrina di acetato trasparente a simulare il vetro del collimatore, specchietto rivestito di stagnola e l’abitacolo era finito.
Sono quindi passato a re-incidere i pannelli, rivettando poi le superfici con la classica rotella, dopo una buona carteggiata, come mia prassi, sono andato a lavare il tutto in bagno con vecchio spazzolino e dentifricio.
E qui mi è capitato un incidente che poteva finire male.
Non mi sono accorto che il seggiolino, ancora non incollato, era nell'abitacolo.
Sciacquando il modello nel lavandino, ho provocato l’accidentale eiezione che è terminata con ammaraggio e risucchio nello scarico. Dopo un primo attimo di panico ho chiuso prontamente il rubinetto, mi sono precipitato nell'adiacente stanzino dove lavoro, in 15 minuti circa ho indossato il costume da Supermodel, ebbene sì, vi ho appena svelato la mia identità segreta di supereroe dello stirene, ho inciampato nel mantello, mi sono rialzato, ho preso una tenaglia che uso per aprire i barattolini di colore ribelli, sono re-inciampato nel mantello, mi sono fiondato in bagno, dopo aver posizionato una bacinella, ho svitato il sifone, e...
...il mitologico Stirene, dio dei modellisti ha fatto si che la cascatella che si è riversata nella bacinella, oltre a indicibili schifezze, abbia espulso anche il seggiolino, perfettamente integro!
Anche stavolta pericolo scampato. Morale: se volete modellare con successo, siate anche degli abili idraulici, non basta sapersi difendere dal mitico mostro del pavimento, le minacce sono sempre più subdole e si evolvono rapidamente! Tenete l'antivirus aggiornato!
A parte il problema idraulico, fino a questo momento mi sembrava che tutto stesse andando liscio, però, tanto per non farmi annoiare il microbo qualche problemino me l’ha dato.
Innanzi tutto il tettuccio, una volta segato e aperto, oltre allo spessore carrarmatesco, risultava stretto, probabilmente a causa della vasca che si restringeva in corrispondenza del parabrezza.
Così ho dovuto termoformarmelo. La forma non è correttissima, ma nel complesso si presenta bene.
I frame di contorno sono stati dipinti col Cromo Tamiya, mentre il reticolo bianco con striscioline di decals.
Un tuffo nella Future ha fissato per bene il tutto, e reso il trasparente... trasparentissimo.
Poi il carrello anteriore risultava troppo corto e arretrato, causando un assetto appruato dell’aereo decisamente irrealistico.
Già che c’ero con un bisturi ho quasi separato la ruota dalla forcella, e aggiunto una quarantina di pezzettini, tanto per dettagliare un po’, Il carrello anteriore è forse la parte più bella di tutto il modello.
Fra i particolari che ho modificato ci sono i portelli del carrello anteriore, in origine un tutt’uno con la fusoliera, i faretti sui copriruota del carrello principale, le gambe del carrello principale.
A questo punto, non potendo nascondere tutto, ho dovuto prendere atto che non sono capace di fare un modello da scatola, e rassegnare le dimissioni dall’Group Build.
Colorazione: ho iniziato con tutte le parti non metallizzate, realizzate con acrilici Tamiya e mascherate con nastro Jammy dog.
Poi sono passato ai metallizzati.
Diciamo che non amo particolarmente gli aerei in NM; a parte scarichi e piccole superfici, non ho mai realizzato soggetti in NM, questo mi è servito per sperimentare i materiali che avevo in casa, non avendo avuto occasione di passare ai famigerati Alclad.
Per cui pigliate con le molle quanto scrivo, è la prima volta che lo faccio, non il frutto di ripetute tentativi di successo.
Materiali usati:
Di fondamentale importanza leggersi le istruzioni sul sito Testor, che riportano esatte diluizioni, compatibilità tra colori ed un interessante metodo per mascherare con la carta bagnata, meno appiccicosa di un qualunque nastro adesivo.
Aspetto negativo dei Metallizer lucidabili: secondo istruzioni, dopo 10 minuti dalla posa, vanno lucidati con panno morbido che le rappresentanti del gentil sesso usano per struccarsi o altro simile.
Manco per il tubo, non mi sono venuti lucidi come previsto.
In rete ho letto di parecchi altri che hanno avuto lo stesso risultato.
Il cromo non lucidabile, per contro, è bellissimo.
Di fondamentale importanza, come per ogni realizzazione studiare il soggetto reale, cercando di capire di che tonalità fossero i diversi pannelli.
Non è facile, perché i diversi esemplari presentavano differenze più o meno apprezzabili.
Ho colorato l'intero modello con l'argento TECNORAL non diluito, però non da bomboletta, ma spruzzandolo in un barattolino di vetro e caricando poi l'aerografo come con un normale colore da modellismo. Si posa ottimamente ed è molto coprente.
Dopo qualche ora, ho mascherato e dipinto con il Cromo Arexon, diluito con qualche goccia di diluente nitro, le pannellature all'altezza dal cockpit e tutta la parte posteriore della fusoliera sotto la deriva, che, come nel vero appaiono più scure.
Qualche ora e ho realizzato le zone più ampie in Cromo Model Master, mascherando sempre con il Jammy Dog.
In particolare tutto il cassone dell'ala tra i due longheroni, la sezione di fusoliera tra il bordo d'uscita dell'ala e la sezione scura citata sopra, e i pannelli inferiori appena dietro la presa d'aria, il cassone centrale di piani di coda.
Da questo momento in poi le cose si sono complicate, ho dovuto stare attento a non sovrapporre nastro alle zone in Cromo MM, per cui, dove ho potuto ho ancora usato il nastro, dove andavo sui MM ho usato carta per fotocopie bagnata in acqua, sorprendente come aderisce.
Ovviamente non bisogna inclinare troppo l'aerografo per non sollevarla.
I flap e la sezione esterna degli alettoni sono stati dipinti in Metallizer Alluminio, la sezione centrale del bordo d'attacco in Metallizer alluminio+ Magnesio.
Le walk way sull'ala e le piastre di protezione alla bocche delle 12,7 in Magnesio ecc.
A questo puntomi sono reso conto di essere stato vittima di un'ignobile complotto ordito da CIA e USAF.
Dopo aver dipinto le bande bianche e rosse sulla deriva con una fedeltà assoluta a tutta la documentazione reperita in rete, gli Amerikani, non contenti di aver spiato la Merkel, hanno fatto sparire tale documentazione, sostituendola con analoga chiaramente truccata, nelle quale le bande hanno assunto un andamento diverso! Ne ho le prove: sotto, la foto del vero che, come potete vedere, non è conforme al mio modello!!!!
Ovviamente scherzo, ho cannato copiando un bellissimo F-84E 1/32 trovato in rete, la foto ravvicinata della deriva mi ha permesso di mascherare con precisione il bianco e il rosso invertiti!!!
Peccato anche che nei vari passaggi di rivettatura e lisciatura, in alcuni punti i rivetti sono rimasti troppo in rilievo.
Terminata la colorazione ho posato le decals direttamente sui metallizzati, quelle da scatola si sono rivelate ottime, sottili, flessibili (forse anche un po'troppo) e reagivano benissimo al microscale.
Comunque, visto che si trattava della mia prima esperienza col NM, le ho rifilate al massimo con un taglierino, asportando quanto più trasparente potevo.
La scritta USAF è stata separata lettera per lettera, per il codice tattico ho asportato un paio di mm di trasparente tra le singole cifre, ma non le ho separate.
Il tutto è stato sigillato con una mano ultralight di lucido Tamiya, che un pò ha spento la brillantezza originale dei metallizzati, ma non eccessivamente.
Una leggera passata di Gun Metal Humbrol nelle linea di pannellatura e ci siamo.
Siccome la scritta alare USAF era blu, ho pensato di mascherarla e ripassarla col nero opaco, per poi scoprire che all’epoca, si era in un periodo di transizione e che in effetti dalla Corea in poi, ci sono state scritte USAF dello stesso blue delle insegne di nazionalità.
Nulla di certo, dovrò convivere in eterno col dubbio.
Una semplice basetta con qualche scaletta autocostruita, e qualche pupetto, posata su un tagliere costato più del modello, e rubato alla bresaola...
... e si archivia il caso.
Scherzavo, un angolino in vetrina gliel’ho trovato, sotto l’ala del FW 190D9 in 1/32.
Un modello strano, base modesta da fare da scatola, picco di miglioramenti, ed accelerata finale per chiudere in fretta.
Alti e bassi, dettagli eccelsi ed errori ingenui. Una bella ciambella, ma col buco ovale!!!
Ci si vede col Pucarà, buon Modellismo.