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Indice
Il Velivolo Gerhard Michalski è nato il 25 giugno 1917 a Augsdorf nella regione di Mansfeld di Harz.
Ha guadagnato la sua prima vittoria il 31 marzo 1940, quando ha abbattuto un caccia Morane oltre il confine francese.
Materiali usati. [torna all'indice]
Il modello riproduce il FW 190 D9 utilizzato dall’Oberstleutnant Gerhard Michalski, Kommodore dello Jagdgeschwader 4 alla fine della guerra.
Il Werknummer (numero di serie) del velivolo è sconosciuto,ma sicuramente faceva parte del blocco di produzione 600, costruito dalla Fiesler di Kassel, come si evince dalle caratteristiche della mimetica.
Il velivolo aveva il cofano motore caratterizzato da macchie in Blaugrun, appena più scuro delle superfici inferiori in RLM 76 e montava il tettuccio non bombato del primo tipo.
La mimetica, tipica per il periodo prevedeva, come già scritto, superfici inferiori in RLM 76, superfici superiori in RLM 75 e RLM 83.
Le insegne di nazionalità prevedevano, in fusoliera, croci del tipo B5 da 600 mm bianche , scurite al centro in RLM 83.
Sull’estradosso alare croci del tipo B6 da 910 mm, bianche, mentre sull’intradosso erano di tipo B4 nere da 900mm.
Il pilota: Gerhard Michalski Oberstleutnant
Michalski è stato assegnato allo JG 53 nel 1940 (6./JG 53).
Michalski, successivamente, ha partecipato alla battaglia d’Inghilterra, guadagnando altre otto vittorie.
Il 1° ottobre 1940, fu nominato aiutante del II. / JG 53 che operava in Russia, dove ha ottenuto ulteriori 13 vittorie entro la fine di agosto 1941, per un totale di 22. Il 1° ottobre 1941, è stato nominato Staffelkapitän diel 4./JG 53 con sede a Leeuwarden, in Olanda.
Alla fine di Novembre, il. II/ JG 53 si trasferì in Sicilia. Operativo su Malta, Michalski è diventato il pilota di maggior successo della caccia tedesca in questo settore, registrando 26 vittorie e ottenendo la Ritterkreuz per la sua 41ma.
Assunse il ruolo di Gruppenkommandeur del II. / JG 53 il 1° giugno 1942, registrando lo stesso giorno la sua 30ma vittoria nel settore. Il 15 ottobre, Michalski è stato abbattuto, in combattimento aereo con gli Spitfire della RAF, durante la sua 500ma missione di guerra.
Riuscì ad abbandonare il suo BF 109 G-2 (W.Nr.10 484), paracadutandosi in mare.
E ’stato salvato da un idrovolante Do 24 del servizio di soccorso.
Nel mese di ottobre 1942, II. / JG 53 è stati trasferito in Tunisia. Entro l’inizio di maggio 1943, Michalski ha registrato ulteriori otto vittorie, raggiungendo quota 50, abbattendo uno Spitfire sul porto di Bona. Il 1° gennaio 1943.
In previsione della caduta della Tunisia, il II. / JG 53 si ritirò in Sicilia, dove Michalski, il 18 giugno, è stato nuovamente abbattuto nei pressi Donnafucata, nel Bf 109 G-6 (W.Nr. 16 362), in combattimento aereo con uno Spitfire.
Riuscito nuovamente a paracadutarsi in mare, recuperato, venne portato in un ospedale a Ragusa. Michalski tornò al JG 53 alla fine di agosto del 1943 ed il 1° Settembre ne ha temporaneamente assunto il comando, quando il Kommodore, Oberst Günther von Maltzahn (68 vittorie, RK-EL) è stato costretto in ospedale con un grave attacco di malaria.
Quando quest’ultimo ha riassunto il comando del Geschwader, il 28 Settembre, Michalski è tornato al comando II. / JG 53.
Nel novembre 1943, II. / JG 53 è stato spostato ancora una volta.
Con sede in Austria, il Gruppe è stato inquadrato nella difesa aerea del Reich; Michalski ha registrato la sua 60a vittoria il 2 novembre.
Il 24 aprile 1944, è stato nominato Kommodore del zbV JG con sede a Kassel in Germania. L’unità è stata formata accorpando il III. / JG 3, I. / JG 5, II. / JG 27, III. / JG 54 e II. / JG 53.
Il 1° Maggio Michalski, è stato nuovamente abbattuto e ferito nel Bf 109 G-6 (W.Nr. 440 232).
Il 21 luglio, è stato trasferito al Stabsstaffel del I. / JG 11. e nominato Kommodore dello JG 4 il 18 agosto 1944.
Ha guadagnato la sua 73a e ultima vittoria, l’8 marzo 1945 sul fronte orientale.
In totale Gerhard Michalski è stato accreditato con 73 vittorie in 652 missioni.
Ha registrato 59 vittorie sul fronte occidentale, di cui 13 quadrimotori e 29 Spitfire.
Morì in ospedale a Kaltenkirchen dopo essere stato coinvolto in un incidente automobilistico il 22 febbraio 1946.
Modifiche/autocostruzioni
Modifiche Velivolo [torna all'indice]
Il diorama [torna all'indice]
Colorazione
Mimetica [torna all'indice]
Mimetica di primo tipo in RLM 75 e 82, con piccole macchie negli stessi colori che sfumano la separazione con l’RLM 76 delle superfici inferiori.
La colorazione è cominciata con un fondo alluminio Tamiya, ottimo per rivelare imperfezioni delle stuccature e giunzioni, protetto da tre mani di cera per pavimenti Emulsio Facile dati a spruzzo, diluiti 50-50 con acqua a intervalli di 30 minuti.
Lo scopo del fondo alluminio è quello di riprodurre la superficie metallica scrostando la mimetica con la lama di un cutter.
Lo scopo della cera è quello di ridurre l’aggrappaggio dei successivi strati di colore per poter meglio essere scrostati.
Superficie inferiore in RLM 76, smalto Model Master (45%) e diluente Humbrol (55%).
Prima mano: da barattolo. Seconda mano: colore schiarito con del bianco MM al centro dei pannelli. Terza mano: colore scurito con del Grigio scuro MM RLM 66 sulle linnee dei pannelli.
Pannelli ripresi con del grigio XF 24 Tamiya (20%) e diluente della casa (80%) mascherandoli da un lato con nastro Tamiya.
Superfici superiori in RLM 82-75 a smalto Model Master (45%) e diluente Humbrol (55%).
Rlm 75: prima mano: da barattolo. Seconda mano: colore schiarito con del bianco MM al centro dei pannelli. Terza mano: colore scurito con del nero sulle linnee dei pannelli.
RLM 82, riprodotto con il RAF dark green Model Master (45%) e diluente Humbrol (55%) poiché la tonalità dell’apposito colore MM non mi convinceva.
Seconda mano colore schiarito con del bianco MM al centro dei pannelli.
Terza mano: colore scurito con del verde-nero RLM 71 sulle linnee dei pannelli.
Sfumatura e macchioline laterali in 75-82 MM da barattolo, solita diluizione.
Macchie sfumate in RLM 84 Blau Grau dipinte a mano libera con mix di Tamiya XF22 RLM Gray e XF 18 Medium blue.
Colorazione velivolo: insegne. [torna all'indice]
Croci, svastiche, banda di difesa del Reich (a meno del sottile bordino bianco-nero) sono dipinte a spruzzo con mascherature autocostruite in carta adesiva per disegnatori e colori acrilici Tamiya.
Walk Away dipinte a spruzzo con mascherature autocostruite in profilati Evergreen.
Spirale ogiva in Nato black Tamiya, cera Enulsio Facile, Decal Eagle Strike ripresa con bianco Tamiya.
Dopo l’applicazione delle insegne, i pannelli sono stati ripresi con del Nato black Tamiya (20%) e diluente della casa (80%) mascherandoli da un lato con nastro Tamiya.
La miscela è anche stata spruzzata da lontano (circa 20 cm) su tutte le insegne bianche per smorzare il contrasto con il resto della superfici.
Colorazione velivolo: invecchiamento prima fase [torna all'indice]
Colorazione velivolo: posa decal [torna all'indice]
Colorazione velivolo, invecchiamento seconda fase [torna all'indice]
L’applicazione degli ultimi dettagli quali tettucio, carrelli, antenna Morane, paracadute, salvagente, scaletta ecc. hanno concluso la costruzione del’aereo.
Diorama [torna all'indice]
Figurini, cane, volatili: tutti dipinti a pennello con acrlilici Vallejo, lavaggi a olio Terra di Kassel per giubbino in pelle pilota, scarpe e cinture.
E il risultato finale:
Conclusioni [torna all'indice]
Un progetto durato circa un anno, intercalato a pause dedicate ad altri soggetti.
Ci sono volute circa 30 ore per la sola rivettatura.
Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto.
L’invecchiamento è molto marcato, forse troppo rispetto ai canoni comunemente accettati dalla comunità modellistica, però a me piace cosi, e io faccio modellismo innanzi tutto perché mi piace e voglio farlo a modo mio.
Prima di iniziare la costruzione ho visitato diversi siti internazionali e preso visione di decine di modelli di FW 190 D9 per trarne ispirazione.
Modelli dettagliati all’inverosimile, costruiti alla perfezione, pitturati in maniera impeccabile, riproducenti soggetti accattivanti, mancavano di quel briciolo di realismo e carattere che caratterizzava invece pochi di essi, altrettanto ben fatti ma, che con l’aggiunta delle rivettature e di marcati chiaroscuri tre le varie file di rivetti, erano decisamente un’altra cosa.
Mi rendo conto che posso essere criticato per i rivetti forse troppo marcati, magari in qualche punto non perfettamente allineati.
I bordi bianchi delle insegne di commodoro possono non essere perfettamente centrati.
Sono conscio del fatto che delle ruote in resina e flap fotoincisi sarebbero stati meglio di quelli forniti da scatola.
Ma per me un aereo, è un aereo nel suo insieme, non una collezione di foto macro di singoli dettagli, per cui preferisco privilegiare l’assieme, la colorazione e l’invecchiamento, rendere le linee aggressive di una temibile macchina da guerra, logora, sporca ma prorio per questo, vera.
Naturalmente non pretendo di convincere nessuno con le mie teorie, ognuno è libero di fare modelli come vuole, a me, l’ho già scritto, piacciono cosi.
Buon modellismo a tutti.
Roberto “Target” Colaianni e-mail roberto.colaianni@alice.it [Gallery] 03.04.2010 |
Ciao Luigi,
ho visto solo oggi i tuoi commenti ai miei modelli, innanzi tutto grazie, sono lusingato dal fatto che ti piacciano. Ti sei guadagnato la tessera n°000001 del mio fan club.
A parte gli scherzi,io non credo di lavorare in maniera estrmamente precisa, ci sono moltissimi modellisti che lavorano meglio di me. Se mi concedi un minimo di presunzione, penso però di cavarmela abbastanza bene con l’aerografo, ma, la cosa più importante, è che credo di riuscire a trasmettere con i miei modelli quella vivacità e quell’aspetto vissuto che a volte modelli realizzati meglio possono non avere, risultando freddi.
In questo poco spazio non posso farti un corso di modellismo, me se posso darti tre consigli, sono i seguenti:
1.-Se già non ce l’hai, comprati un buon aerografo, inutile spendere centinaia di Euro per dettagliare invisibili vani carrelli con resine e foto incisioni se poi non hai un mezzo idoneo a pitturare in maniera adeguata.
2.-Leggi tutto, riviste, articoli in rete, libri, ma non farti confondere da mille tecniche, sono tutte valide, provane una alla volta e cerca di capire quella che ti è più congeniale. Paradossalmente io ho imparato molto dai quattro fascicoli editi da Auriga (La casa editrice di Model Time e Sky model) sull’invecchiamento dei mezzi corazzati. Sarà mica un caso che i miei aerei sono i più sporchi, scrostati impolverati della storia dell’aviazione?
La Osprey fa alcuni ottimi fascicoli dedicati alle tecniche modellistiche dedicati a singoli soggetti.
Scegli un soggetto che ti piace, compra modello (che sia buono) e fascicolo dedicato e prova a copiare, se sbagli non ha importanza, confronta con il sogetto del libro e cerca di capire cos’è che non va.
3.-Lavora sempre con calma, se oggi dai la prima mano di colore al ventre di un aereo, la sessione succesiva dedicati ai carrelli,alle bombe, insomma “stacca”.
Ritorna al ventre dopo qualche giorno,io riesco ad avere le idee più chiare su quello che voglio ottenere.
E’ difficile, lo so, ma non avere fretta di finire il modello, se vuoi che venga bene, vai piano.
Non scoraggiarti, l esperienza è la somma degli errori fatti,e io sono molto esperto.
con un po’ di impegno e buona volontà sono sicuro che ce la farai.
Ciao
Roberto Colainni