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Il Panavia Tornado (ufficialmente Panavia PA-200 Tornado ma meglio conosciuto come Tornado MRCA - Multi Role Combat Aircraft) è un caccia multiruolo con ala a geometria variabile sviluppato congiuntamente da Italia, Germania Ovest e Regno Unito.
Esistono tre varianti principali del Tornado: l'IDS (Interdictor/Strike) per l'attacco al suolo, l'ECR (Electronic Combat/ Reconnaissance) attrezzato per la soppressione delle difese aeree e l'ADV (Air Defence Variant) intercettore.
Sviluppato e costruito dalla Panavia Aircraft, una compagnia multinazionale formata da British Aerospace (precedentemente British Aircraft Corporation), MBB e FIAT Velivoli (oggi Alenia Aermacchi), il Tornado volò per la prima volta il 14 agosto 1974 ed è stato usato in azione dalla RAF, dall'Aeronautica Militare e dall'aeronautica militare dell'Arabia Saudita nella guerra del Golfo.
Incluse le varianti ne sono stati costruiti 1001 esemplari.
I Tornado dell’A.M.I.
Il primo prototipo italiano fece il suo primo volo il 5 dicembre 1975 partendo dall'aeroporto di Torino-Caselle.
L'Aeronautica Militare ricevette 100 Tornado IDS, 15 dei quali vennero più tardi convertiti nella versione ECR.
In aggiunta, l'Aeronautica Militare ha usato per dieci anni 24 Tornado ADV forniti dalla RAF per sorvegliare i cieli nazionali.
I Tornado italiani hanno preso parte alla guerra del Golfo nel 1991.
L'operazione Locusta infatti ha visto otto Tornado IDS volare da Gioia del Colle ad Al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, come parte del contributo italiano alla coalizione, dove un aereo venne abbattuto dalla contraerea irachena.
L'Aeronautica Militare ha poi utilizzato i Tornado nel 1999 durante la guerra del Kosovo, sfruttando gli IDS per i bombardamenti e gli ECR per sopprimere i radar e le difese antiaeree jugoslave.
Nel luglio 2002 l'Italia ha siglato un contratto con la Tornado Management Agency e la Panavia per l'aggiornamento di 18 Tornado IDS a cura dell'Alenia Aeronautica, che ha completato il primo lavoro nel novembre 2003.
è prevista la sostituzione dei Tornado IDS/ECR con il caccia multiruolo F-35 Lightning II.
Nel 2011, i Tornado dell'Aeronautica Militare (sia in configurazione ECR che IDS) sono stati impegnati nella guerra in Libia, nell' ambito dell'operazione Unified Protector per far rispettare la no-fly zone, con funzione di soppressione delle difese aeree nemiche, e per il bombardamento di obiettivi militari selezionati sul territorio Libico.
Più nello specifico il Tornado presta servizio nelle versioni IDS nelle file del 102º, 154º e 156º Gruppo che compongono il 6º Stormo basato a Ghedi (primo esemplare ricevuto il 27 agosto 1982, conversione ufficiale 20 maggio 1983, missione attacco convenzionale e nucleare, attacco con missili antiradar, ricognizione e attacco antinave con i missili Kormoran).
Dal 1º luglio 2008 il 156º Gruppo è stato trasferito dal 36º al 6º Stormo.
Il velivolo è inoltre utilizzato dal 155º Gruppo del 50º Stormo (1989, attacco convenzionale e nucleare, basato all'aeroporto di Piacenza-San Damiano) per un totale di circa 100 esemplari in origine acquistati, ora ridotti a meno di 90.
Le macchine in servizio nei loro reparti raggiungono i 55-60 esemplari.
Ogni reparto ha competenze specifiche, con velivoli equipaggiati con missili stand-off a lungo raggio Storm Shadow, GBU-32 JDAM, GBU-16 Paveway, bombe H (Tipo B 61/3, B 61/4 e B61/10), bombe Mk-83 e Mk-82, pod da ricognizione o missili HARM.
Il programma ECR, iniziato nel 1992, ha visto la modifica di 15 macchine IDS, grazie al ridotto numero di perdite occorse alla linea, inferiore a quanto previsto (tre gruppi per un totale di 54 apparecchi, le esigenze del TTE con altri 10 circa, ma un totale ordinato di 100, incluso uno di preserie e 12 DC).
Questo ha consentito di eseguire una notevole riduzione dei costi.
Negli ultimi anni (dal 2005 in poi) è cominciato l'aggiornamento dei Tornado italiani allo standard MLU-IT, che prevede la possibilità di lanciare il missile di crociera SCALP.
I primi test sono iniziati nel settembre 2006.
Dati tecnici:
Il kit
Nella scatola sono inclusi:
Molto interessante ed accurato il confezionamento della parti più importanti delle quattro semifusoliere (zona abitacolo e parte posteriore) in un alloggiamento a parte.
Questo kit presenta molte novità mai viste sui precedenti kit dei Tornado: grazie alle parti foto incise incluse, è possibile riprodurre il radar, i deflettori sul dorso alare possono essere posizionati alzati, i flaps e gli slats sono abbassati ed è possibile montare gli inversori di spinta dei motori in posizione reverse.
La lastrina presenta il giusto spessore per riprodurre bene la dimensione dei braccetti delle palpebre degli inversori.
I trasparenti sono divisi in due stampate, una per parabrezza e canopy ed una per tutte le luci di navigazione.
Gli schemi di montaggio sono dettagliati in ben 13 tavole, anche se alcune fasi di montaggio risultano un tantino fumose.
Nel dettaglio superficiale, molto fine e di grande qualità, sono indicate le linee dei pannelli e tutte le viti di fissaggio degli stessi.
Come già detto nel kit è presente la riproduzione completa del radar con antenna ed elettronica, per altro il radome ha i perni e le cerniere per poterlo montare aperto, cosa che però non ho fatto per non rovinare la linea del modello.
Anche la sonda per il rifornimento in volo è posizionabile retratta oppure estratta.
L’abitacolo ha i pannelli strumenti in rilievo, (ma sono presenti anche le decals), mentre i cruscotti sono stampati a parte e le due consolle (pilota e navigatore) sono di un ottimo dettaglio.
I vani carrelli sono profondi e ben dettagliati soprattutto quelli centrali.
Le gambe carrelli sono ben dettagliate anche se il montaggio di quelle centrali è stato un tantino difficoltoso.
Peccato per i portelli carrelli centrali che sono purtroppo lisci dal lato interno.
Una stampata è dedicata esclusivamente ai serbatoi con la presenza anche del Buddy Pack per il rifornimento da Tornado a Tornado, prerogativa esclusiva del kit Hobby Boss.
Le ali del kit Hobby Boss hanno gli slats ed i flaps posizionabili estesi, pertanto le ali possono essere montate soltanto in posizione aperta allargata, meglio così … mi piace di più!; ben riprodotta anche la gomma della zona di rientro dell’ala.
Anche i deflettori presenti sul dorso dell’ala sono separati e posizionabili in posizione estratta alzata, anche se le parti delle ali estratte non presentano dettagli nelle parti interne dell’ala e non è riprodotto il meccanismo di estrazione.
Nel kit è presente una grande varietà di piloni e attacchi per i carichi, come pure una grande varietà di carichi di più tipi.
Le prese d’aria non hanno paratie del condotto ma sono presenti le ventole del primo stadio dei reattori sul fondo delle stesse, mentre è possibile posizionare aperta una delle due feritoie di solito aperte in rullaggio o col velivolo a terra per aumentare la portata d’aria ai motori.
La deriva è di forma corretta e ben riprodotta con il timone separato e posizionabile virato.
Anche la zona degli scarichi è ben riprodotta e con un livello di dettaglio superiore.
I piani di coda hanno la forma stranamente arrotondata sull’angolo anteriore esterno, pertanto li ho leggermente modificati diminuendo la rotondità dello spigolo.
Il pezzo di fissaggio che unisce i piani è molto esile, per cui particolari precauzioni devono essere necessarie in fase di montaggio.
Io ho deciso praticamente di ometterlo, allargando leggermente i fori già esistenti e facendo passare, da parte a parte, un tondino di profilato Evergreen nel quale ho inserito i piani di coda previa foratura degli stessi.
In questo modo il lavoro mi è sembrato più pulito senza avere, tra l’altro, l’ingombro degli stessi piani di coda in fase di colorazione.
Da ricerche nel web ho potuto appurare che il problema di forma che assilla il kit della Hobby Boss, è soprattutto la forma del muso.
Purtroppo in questa specifica zona la Hobby Boss non è riuscita a centrare in pieno le forme particolari del muso del Tornado.
La parte sotto accusa è quella che va dall’attacco del radome fino alle spalle della postazione del navigatore, in corrispondenza del parabrezza e dei soffiatori d’aria per la pulizia dello stesso.
Per concludere il nuovo kit della hobby Boss ha qualche difetto di forma di cui alcuni sicuramente risolvibile, mentre quello più grave del muso non è certo risolvibile e bisogna accettarlo così com’è.
Ma bisogna anche dire che il Tornado Hobby Boss ci permette di avere un kit allo stato dell’arte della produzione modellistica attuale con tantissimi dettagli e inedite novità nella riproduzione di questo velivolo.
Nel momento dell’acquisto ho scelto quello della Hobby Boss in quanto il dettaglio esterno dello stampo era sicuramente superiore a quello Italeri, non essendo purtroppo a conoscenza del difetto del muso del modello.
Onestamente però, anche se lo avessi saputo, forse la scelta sarebbe caduta lo stesso sulla marca cinese per la quantità delle stampe e della finezza delle pannellature e dei particolari.
Pertanto con qualche piccola miglioria di dettaglio, ho potuto realizzare un modello di tutto rispetto!!
Certo è stato necessario procurasi le decals giuste per farne un esemplare italiano usato nella guerra del Golfo del 1991 e per questo mi è venuto in aiuto l’amico Ezio con il foglio decal Tauro e Italeri da dove ho potuto "attingere", per fortuna non usati la lui, quei pochi stencil e insegne di nazionalità che erano dipinte sui Tornado dell’Operazione Locusta.
Il montaggio
Per costruire questo modello, il primo jet che compare su questo sito, ho voluto acquistare alcuni after market, ripromettendomi però di risparmiare sui modelli futuri.
Gli articoli acquistati sono i seguenti:
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dal grande abitacolo del jet.
Non essendo un conoscitore dei velivoli moderni ho seguito scrupolosamente alla lettera le istruzioni sulla colorazione riportate sul libretto.
Il livello di dettaglio del pozzetto, come sopra già descritto, è abbastanza buono ma è stato "migliorato" usando fotoincisioni Eduard riguardo alle strumentazioni delle consolle e dei cruscotti del pilota e navigatore, mentre per i due seggiolini sono state usate le cinture, ed altri particolari, della Eduard.
Per facilitarmi la vita, per mascherare il parabrezza e l’ampio cupolino, ho usato il foglio mask della Montex riguardante il Tornado IDS Hobby Boss.
L’intero abitacolo è stato preventivamente colorato in grigio scuro con lo spray Tamiya TS 4, i cruscotti e i seggiolini in nero opaco con lo spray Tamiya TS63 ed infine sono state incollate le fotoincisioni.
Per ultimo, con la tecnica del Dry Brush (pennello asciutto), ho dato luce all’interno dell’abitacolo, seggiolini comprese, lumeggiando il tutto con del bianco opaco.
Tutti gli altri interni (pozzetti e gambe del carrello principale e anteriore, interno aerofreni, interno prese d’aria) sono stati dipinti in bianco opaco usando lo smalto humbrol n. 34.
Ho poi seguito dei "lavaggi" all’intero abitacolo e alle nervature dei pozzetti dei carrelli con del marrone opaco molto diluito, al fine di dare al velivolo un aspetto vissuto.
Colorazione e camouflage
I Tornado italiani impegnati nella guerra del Golfo del 1991 erano stati ridipinti in sabbia chiaro per le parti superiori e in argento opaco per quelle inferiori.
Come ben sapete lo scrivente non possiede un aerografo, con grande cruccio dell’amico Ezio, e pertanto uso per la colorazione dei miei modelli gli spray Tamiya.
Ho trovato sul web tutti i colori degli aerei italiani dal dopoguerra in poi e per quanto riguarda il colore sabbia è associato all’acrilico Lifecolor UA107 "italian ligth sand".
L’unico inconveniente era che usare questo colore a pennello su una superficie così ampia si rischiava di far intravedere le pennellate.
Ho deciso di "interrogare" il sito Tamiya per vedere quale colore avessi potuto usare.
Il colore che, a mio avviso si avvicinava di più, era sicuramente il TS 46 "ligth sand", in verità molto simile al UA 107 della Lifecolor.
Pertanto, dopo questa ricerca, i colori usati per il camouflage sono stati i seguenti:
Fra i tanti Tornado che hanno partecipato alla Guerra del Golfo ho deciso di riprodurre quello con M.M. 7055.
Per preparare il modello all’applicazione delle decals di insegna di nazionalità e stencil (per fortuna poco numerosi) ho steso due strati di cera e, una volta ben asciutta ho posizionando le stesse.
Dopo il posizionamento delle decals, a modello ancora lucido, ho messo in evidenza le linee delle pannellature con il prodotto panel line accent black della Tamiya usando un pennellino 00.
Infine ho voluto dare al modello un aspetto vissuto, dovuto all’usura, alle manutenzioni varie, ma soprattutto al fumo dei gas di scarico, tenendo anche conto del teatro operativo dei nostri Tornado italiani.
Per quanto riguarda le strisciate causate dal fumo dei gas di scarico degli inversori di spinta dei motori, per ricrearle al meglio ho usato la polvere di carboncino acquistato in un negozio d’arte.
Per finire ho sigillato il tutto con spray trasparente opaco.
Figurino
Per quanto riguarda il figurino ho usato quello in resina della Italia Kit che riproduce un pilota dell’A.M.I. facendo uno scambio di figurino sempre con l’onnipresente amico Ezio.
È stato dipinto in verde scuro ed ombreggiato in un verde più chiaro.
Per dare luce e profondità allo stesso è stato leggermente di nuovo ombreggiato con del bianco opaco con la tecnica del "dry bush".
Ambientazione
Per la basetta ho utilizzato la solita cornice in legno, delle dimensioni di 25 x 30 cm. senza lastra di vetro.
Ho fatto tagliare al reparto falegnameria del Leroy Merlin di Caponago un rettangolo di legno di altezza 1,5 cm. e dimensioni adeguate, al fine di eliminare l’effetto "vasca"; è stato coperto con il biadesivo su cui sono stati incollati dei fogli di carta vetrata finissima al fine di imitare l’asfalto della pista.
È stato colorato in grigio chiaro e diviso in quadrotti, mentre la segnaletica orizzontale bianca e gialla che delimita la pista è stata eseguita a spruzzo previa mascheratura della zona interessata.
Infine è stato incollato al fondo della basetta con del mastice universale.
L’opacizzazione è stata fatta usando un normale trasparente spray opaco comprato in ferramenta mentre le strisciate dei pneumatici sono state eseguite con una matita nera molto morbida.
Profilo del Tornado M.M. 7055
Profilo del Tornado IDS MM. 7055 basato a Al Dhafra AB (Emirati Arabi Uniti) situata a 32 km a sud di Abu Dhabi, nel gennaio 1991 durante l’Operazione Locusta.
Conclusioni
Hobby Boss ha fatto un ottimo lavoro con questo kit, rendendo questo Tornado forse il migliore nella scala in 1/48.
Purtroppo il prezzo di questo kit non è certamente "popolare"... vorrà dire che farò un po’ di economia con i prossimi modelli.
Il mio prossimo lavoro sarà sempre un jet in scala 1/48 della Revell, l’EF 2000 Eurofighter Typhoon con i colori italiani del 4º Stormo " Amedeo D’Aosta", IX Gruppo C.I.O. - con base a Grosseto ne 2005.
Per questo modello però dovrete aspettare settembre... un po’ di pausa estiva è d’obbligo!!
Nota: le informazioni storiche sono tratte dal sito Wikipedia.