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I velivoli del Magg. Giuseppe Cenni

lo Ju 87 B-2 "Picchiatello" e il Re. 2002 "Ariete"

Marco Vergani




Cenni storici (tratti da Vikipedia)
Giuseppe Cenni (Casola Valsenio, 27 febbraio 1915 – Aspromonte, 4 settembre 1943) è stato un ufficiale e aviatore italiano.
Maggiore della Regia Aeronautica, eroe della seconda guerra mondiale, fu decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.
Giuseppe Cenni manifesta sin da giovane la passione per l'aeronautica realizzando alianti mentre frequentava a Parma l'Istituto delle Belle Arti.
Il 19 giugno 1935 si arruola nella Regia Aeronautica come allievo ufficiale pilota di complemento.
Consegue il brevetto il 20 novembre su Fiat C.R. 20 e parte volontario per la guerra di Spagna dove viene abbattuto, fatto prigioniero e liberato in uno scambio.
Di ritorno dalla Spagna, Cenni viene decorato, arruolato in servizio permanente e assegnato prima al 6º Stormo, poi al 51º Stormo.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Cenni chiede di rientrare dalla Romania dove stava tenendo corsi per piloti da caccia e viene inviato a frequentare i corsi per qualificarsi sull'aereo da bombardamento in picchiata Junkers Ju 87 Stuka.
Giuseppe Cenni viene nominato capitano e posto al comando della 239ª squadriglia autonoma tuffatori il 24 novembre 1940 e trasferito a Comiso in Sicilia, da dove effettua azioni di bombardamento in picchiata su formazioni navali nemiche a sud di Malta.
Trasferito in dicembre all’aeroporto di Lecce-Galatina, partecipa ad attacchi di bombardamento in picchiata in Grecia e Jugoslavia.
Nei mesi tra maggio e ottobre 1941 gli Stuka italiani denominati "Picchiatelli", vengono schierati in Africa settentrionale dove continuano le missioni contro gli obiettivi terrestri e navali nel Mar Mediterraneo.
Il 1º maggio 1942 ottiene il comando del 102º Gruppo autonomo tuffatori, sempre sul Ju 87, ed il 24 dello stesso mese riprende le azioni belliche dal campo di Gela in Sicilia.
Sostituiti gli Stuka, partecipa personalmente al collaudo del nuovo velivolo assegnato al 5º Stormo, il Reggiane RE 2002 "Ariete".
Il 10 luglio del 1943 riprende le attività con il 5º Stormo sull'aeroporto di Crotone sui nuovi Reggiane Re.2002, appena in tempo per fronteggiare lo sbarco alleato in Sicilia.
Alla fine di agosto lo Stormo viene trasferito e comincia a operare dalla base di Manduria, dopo che l’aeroporto di Crotone fu pesantemente bombardato dagli anglo-americani.
Il 4 settembre, quando mancavano pochi giorni all'annuncio dell'armistizio, peraltro già firmato in segreto, gli viene ordinato di contrastare lo sbarco alleato a Reggio Calabria ma non tornò alla base; fu visto sull'Aspromonte mentre da solo veniva inseguito da molti Spitfire.
Abbattuto, si concluse a soli 28 anni la breve vita di Giuseppe Cenni, di cui otto anni passati a servizio nella Regia Aeronautica.
Fu decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.

Giuseppe Cenni

Immagine dal sito Italian biplane fighter aces


Ju 87 della Regia Aeronautia
Anche la Regia Aeronautica ebbe per un certo periodo in dotazione gli Stuka.
Nei primi mesi del 1939 una commissione della Luftwaffe venne inviata a Guidonia per uno scambio di conoscenze e materiale.
I piloti collaudatori tedeschi ebbero occasione di provare gli apparecchi italiani e gli italiani poterono provare in volo lo Stuka.
In Italia la specialità del bombardamento in picchiata era scarsamente evoluta, per questo motivo il governo italiano inviò una richiesta al Ministero dell'Aeronautica tedesco per almeno un centinaio di Ju 87B2, il quale accettò di fornirli in due lotti da 50 apparecchi ciascuno.
I migliori piloti dell'aviazione da caccia furono mandati presso la Stukaschule al campo di Graz, in Austria, per essere addestrati alla difficile "specialità" del bombardamento in picchiata.
Nell'estate del 1940 circa cento esemplari di Ju 87B-1 furono assegnati al 96º Gruppo Bombardamento a Tuffo, equipaggiando in seguito anche altri Gruppi, come il 97º, il 101º e il 102º.
I piloti italiani "ribattezzarono" lo Stuka con il soprannome "Picchiatello" e iniziarono a dipingere sulle fusoliere dei loro aerei un papero con una bomba fra le zampe.
I primi Stuka vennero schierati in Sicilia, operando contro Malta ed i convogli di navi alleate nel Mediterraneo, in seguito vennero assegnati al teatro Nord africano (dove presero parte alla conquista di Tobruk), greco-albanese e sui Balcani.
Col protrarsi della guerra la Regia Aeronautica ricevette altri esemplari, complessivamente 159 apparecchi tra le versioni B2, R2-5, venendo utilizzati fino al 1942 e poi nella versione D3 nel 1943, subendo perdite pesanti durante lo sbarco anglo-americano in Sicilia.
Dopo l'8 settembre la maggior parte degli Junkers Ju 87 italiani rimase al Sud e servì con l'aeronautica cobelligerante, anche se non partecipò ad alcuna azione bellica.




Reggiane Re. 2002
Il Reggiane Re.2002 "Ariete" era un monoplano monomotore italiano sviluppato durante la seconda guerra mondiale.
Rappresentava un'evoluzione del precedente progetto Reggiane Re. 2000, integrando alcune delle modifiche già introdotte con il Re.2001.
Venne impiegato dalla Regia Aeronautica, per poco più di un anno.
Trovò anche un limitato impiego con la Luftwaffe che lo utilizzò in operazioni contro la resistenza francese.
Tra tutti i velivoli della Reggiane fu quello prodotto nel maggior numero di esemplari, circa 250 L'ordine per la prima serie di 100 esemplari venne evaso definitivamente nel mese di luglio del 1943, mentre della seconda serie (un nuovo ordine di 100 esemplari) solo 47 esemplari vennero consegnati prima che fosse reso noto l'armistizio.
I primi reparti a ricevere gli Ariete furono la 239ª e la 209ª Squadriglia del 102º Gruppo, a sua volta inquadrato nel 5º Stormo; il mese successivo altri velivoli vennero assegnati alla 208ª ed alla 238ª Squadriglia del 101º Gruppo, anch'esso facente parte del 5º Stormo.
All'epoca entrambi i reparti erano basati presso l'aeroporto di Lonate Pozzolo.
Il 102º Gruppo venne trasferito dapprima a Reggio Emilia e subito dopo a Tarquinia.
Lo sbarco alleato in Sicilia del 10 luglio 1943, segnò l'inizio di un'intensa attività per le squadriglie equipaggiate con i Re. 2002.
Nei giorni successivi 10 Re.2002 furono assegnati al 50º Stormo, i cui 28 Fiat G.50 fino ad allora in uso erano andati perduti nel bombardamento a Crotone, che venne trasferito a Lonate Pozzolo; il reparto venne però sciolto in relazione agli eventi dell'8 settembre.
Il 3 settembre 1943 iniziò lo sbarco in Calabria.
Contro queste truppe la Regia Aeronautica mise in atto una delle ultime azioni operative: lo stesso giorno 15 Re.2002 del 5º Stormo Assalto attaccarono le forze da sbarco; il 4 settembre, tra gli altri, venne ucciso in combattimento il nuovo comandante del reparto, il maggiore Giuseppe Cenni, abbattuto da uno Spitfire britannico.
Molti dei Re.2002 sopravvissuti ai combattimenti dell'estate del 1943 tornarono ben presto in combattimento con la Regia Aeronautica (divenuta forza armata cobelligerante); non si hanno, al contrario, notizie di esemplari operanti con l'Aeronautica Nazionale Repubblicana.




Dati tecnici del Reggiane Re. 2002

Costruttore: Officine meccaniche Reggiane
Impiego bellico: cacciabombardiere
Equipaggio: 1 persona
Lunghezza: m. 8,16
Apertura alare : m. 11,00
Motore: Piaggio P.XIX RC 45 radiale a 14 cilindri doppia stella
potenza: 1.160 CV
Velocità max: 530 km/h
Autonomina: 1.100 Km
Tangenza: m 10.500
Armamento: 2 mitragliatrici Breda-Safat da 12,7 mm nel muso;
1 mitragliatrici Breda-Safat da 7,7 mm per ala;
bombe fino a 640 kg.


JU 87B

Premessa
A Natale 2011, come regalo da parte della mia cara dolce metà, ricevetti il kit dello Ju 87 della nostrana Italeri che, per qualche motivo che ora non ricordo, fu messo da parte e mai costruito.
Il caro amico Ezio, vedendo la mia attuale predilezione per i velivoli della nostra R.A. (comparsi su questo sito) ha fatto crescere in me l’idea di costruirlo però con le insegne italiane.
Per renderlo italiano mi servivano soprattutto le decals riguardanti il marking, acquistandole pertanto all’Expo Model di Novegro nel settembre scorso.
Non solo, ho deciso di riprodurre insieme allo Ju 87 un altro velivolo italiano, il Reggiane 2002, accoppiata dei velivoli sui quali volò il Magg. Giuseppe Cenni, asso italiano della Regia Aeronautica.
Dopo di ché mi sono buttato anima e corpo in questa nuova doppia "fatica"!!




I kit : lo Ju 87 B-2 Italeri
Nella scatola sono inclusi:

  1. Sei alberi di stampate in plastica color grigio chiaro;
  2. Uno stampata formata da quattro trasparenti per il tettuccio (con la possibilità di lasciarlo aperto);
  3. Una lastrina foto incisa per interni ed esterni;
  4. Tubo in vinile per il motore;
  5. Un foglio di decal per quattro marking;
  6. un libretto istruzioni con tavole dei quattro esemplari da riprodurre.

La prima impressione quando si visualizza il contenuto della scatola è molto positivo.
Le linee delle rivettature sono molto sottili.
La qualità dello stampo è molto buona con quasi nessuna traccia di espulsione dello stampo.
La ripartizione delle parti è standard, fatta eccezione per il muso del velivolo, diviso in diversi pezzi per permettere al modellista di mostrare, se vuole, il motore Jumo, che viene fornito nella scatola di montaggio.
Quest’ultimo è composto da circa 20 pezzi, compreso un piccolo tubo in vinile, e con solo l'aggiunta di alcuni cavi e fili sarà sicuramente fantastico.
Questo naturalmente è uno degli aspetti più interessanti di questo kit, dando allo stesso una marcia in più rispetto a quello della giapponese Hasegawa.
Comunque per non rovinare la linea del velivolo ho deciso di non mettere in mostra il motore, montando pertanto il pezzo superiore che lo copre, anche se è un vero peccato! L'interno della cabina di pilotaggio (pavimento e pareti laterali ) è reso molto bene usando i dettagli aggiuntivi dei pezzi della lastrina foto incisa acclusa.
Una particolarità di questo kit sono gli attuatori degli alettoni e flaps che sono rappresentati solidi sotto le ali, e non forniti come pezzi separati.
Questo potrebbe anche non essere uno svantaggio, poiché rende sicuramente più facile la costruzione ed evita anche la rottura di queste fragili parti durante la manipolazione del modello, anche se i puristi del superdettaglio potrebbero gridare allo scandalo; altro miglioramento del kit italiano, rispetto alla controparte giapponese, è il timone di direzione separato.
Altri aspetti positivi del kit sono le gomme "schiacciate", la presenza delle sirene "Jericho" e il pieno carico di bombe.
Un punto negativo, a mio parere, sono le pale dell'elica forse un po’ troppo spesse, ma questo può essere facilmente corretto con un’attenta levigatura.
Le parti trasparenti fornite nel kit sono davvero eccellenti e molto limpide, permettendo di mostrare l’interno dell’abitacolo lasciando aperta la finestratura, composta da bel quattro parti.
La presenza di una piccola lastrina in PE è una bella sorpresa.
Essa detiene principalmente parti dell'interno dell’abitacolo (cruscotto e cinture di sicurezza), ma anche di alcune parti esterne.




Il montaggio
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dalla cabina di pilotaggio.
Il livello di dettaglio del pozzetto è abbastanza buono e pertanto ho usato quello della scatola, nonostante sul mercato esistano molti after market in resina per lo Ju 87 nella versione B.
L’intero abitacolo (pareti laterali, pavimento) è stato colorato in RLM02 usando l’acrilico della Lifecolor UA 071, mentre per il cruscotto del pilota sono state usate le fotoincisioni inserite nel kit stesso e poi dipinte in nero opaco.
Bisogna precisare che l’abitacolo degli Stuka nella versione B era dipinto in RLM 02 mentre, per le successive versione D e G, era in RLM 66.
Anche gli interni degli scarponi del carrello principale sono stati dipinti usando l’RLM 02.
Agli scarponi sono state asportate le sirene "Jericho" in quanto sul velivolo rappresentato non erano presenti (vedi profilo e foto storiche).
Pertanto si è dovuto poi ricorrere ad una attenta stuccatura e levigatura per raccordare i pezzi.
Ho poi seguito dei "lavaggi" in modo da far risaltare le strumentazioni stesse nonché le nervature dei pozzetti con del marrone opaco molto diluiti, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto Infine con la tecnica del Dry Brush (pennello asciutto) ho evidenziato le parti più sporgenti con l’alluminio.




Colorazione e camouflage
Le decal erano tutte per dei velivoli appartenenti alla Luftwaffe e, pertanto, ho dovuto acquistare il foglio decal della Tauro n. 48527 dove è rappresentato il velivolo personale del cap. Cenni della 239 Sq. ed anche il "18 bianco" della 209º Squadriglia.
Ho scelto di rappresentare lo Stuka del cap. Cenni, eroe di guerra nonché decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.
Per quanto riguarda la colorazione più accreditata degli Stuka italiani, dopo estenuanti ricerche su Internet, consigli da parte dell’amico Ezio, grande conoscitore dei velivoli della R.A. ed italiani in genere e di "Giaba" (che ringrazio tutti pubblicamente), ho deciso per questo tipo di camouflage:

  • superfici superiori delle ali e della fusoliera in RLM 70 (schwarzgrün) e RLM 71 (dunkelgrün) in splinter;
  • superfici inferiori delle ali e della fusoliera in RLM 65 (hellblau);

Pertanto i colori usati per il camouflage sono stati i seguenti:

  • RLM 70 (schwarzgrün) : spray Tamiya TS 2;
  • RLM 71 (dunkelgrün) : spray Tamiya AS-24;
  • RLM 65 : spray Tamiya AS5

Ho dovuto poi obliterare le croci tedesche sulle superfici inferiori delle ali con il grigio azzurro chiaro 1, nonché quelle superiori, in fusoliera e la svastica sull’impennaggio verticale in verde oliva scuro 2, dipingendo anche la fascia bianca in fusoliera dove era inserito il numero della squadriglia.
Per preparare il modello all’applicazione delle decal e degli stencil, ho steso sullo stesso due strati di cera e, una volta ben asciutta, ho posizionando le stesse.
Dopo il loro posizionamento ho voluto dare al modello un aspetto vissuto, dovuto all’usura, al fumo dei gas di scarico, alle manutenzioni varie, cercando altresì di mettere in evidenza le linee delle pannellature con un colore chiaro fluido, in quanto il camouflage è abbastanza scuro, usando un pennellino 00, per poi sigillare il tutto con spray opaco trasparente.


Re.2002

I kit : il Reggiane Re. 2002 Italeri
Nel kit sono inclusi:

  1. Tre alberi di stampate in plastica color grigio chiaro per un totale di 70 pezzi;
  2. una stampata di trasparenti per il tettuccio (con la possibilità di lasciarlo aperto);
  3. un foglio decal per 6 marking;
  4. un libretto in 48 pagine con disegni tecnici, storia e foto storiche, tavole a colori degli esemplari da riprodurre, e un foglio per istruzioni.


Re.2002

Le decals incluse sono per sei esemplari, tre per la R.A., una dell’aeronautica cobelligerante e due della Luftwaffe:

  1. "9 rosso" della 208º Squadriglia, 101º Gruppo, 5º Stormo appartenete alla R.A., Isola Capo Rizzuto 1944 (camouflage standard: verde oliva scuro e grigio azzurro chiaro 1);
  2. 239º-4 Squadriglia, 102º Gruppo, 5º Stormo Regia A. del magg. Giuseppe Cenni – Crotone, luglio 1943 (camouflage standard: verde oliva scuro 2 e grigio azzurro chiaro 1);
  3. 239º-2 Squadriglia, 102º Gruppo, 5º Stormo Regia A. – Reggio Emilia 1943 (camouflage standard: verde oliva scuro 2 e grigio azzurro chiaro 1);
  4. "9 rosso" 239 Squadriglia, 102º Gruppo Palata, 5º Stormo dell’Aeronautica Cobelligerante Italiana – Campobasso 1944 (camouflage standard: verde oliva scuro 2 e grigio azzurro chiaro 1);
  5. "5 rosso" DV+BI Geschwader Bongat Luftwaffe –Bourges (Francia) 1944 (camouflage standard: verde oliva scuro 2 e grigio azzurro chiaro 1);
  6. Luftwaffe (unità sconosciuta) – Pavullo nel Frignano (BO) 1944

Il kit
Il dettaglio superficiale è ottimo, con tutte le ordinate correttamente realizzate, ottima anche la realizzazione dell’inclinazione della presa d’aria sopra la capotta del motore.
Il kit si assembla in maniera abbastanza facile, facendo solo un po’ di attenzione al collegamento tra ali/fusoliera/naca motore e, comunque, l’uso dello stucco è abbastanza limitato.
Gli alettoni posteriori hanno invece il dettaglio un po’ troppo marcato e pertanto è stata data una passata di carta vetro, per lisciarli un po’.
E’ possibile montare i flap alari completamente aperti con la struttura interna riprodotta nel modello, anche se in realtà era una cosa che si vedeva raramente nell’aereo vero a terra.
Per questo particolare esiste una lastrina foto incisa Eduard che rappresenta benissimo i flaps ma, le istruzioni erano così complicate, che ho lasciato perdere!
Purtroppo con quest’opzione è necessario chiudere la non piccola fessura che si crea tra l’ala inferiore e superiore, inserendo un idoneo pezzo di plasticard.
Per le mitragliatrici alari dovrà essere forato il bordo di attacco dell’ala nei punti indicati dalle istruzioni perché pieno e per simulare le stesse, ho inserito nelle semiali, due piccoli tondini in rame già forati, facendoli sporgere per un millimetro dal bordo dell’ala.
Anche per quelle sulla parte superiore del muso ho dovuto forare i due pezzi semicircolari, utilizzando sempre due piccoli tondini in rame già forati.
E’ prevista anche la possibilità di ricavare due pannelli di ispezioni alle armi alari, tagliando l’estradosso alare nel punto indicato e sostituendo il pezzo con due sportelli forniti, però da me non utilizzati, anche perché le istruzioni non facevano cenno alcuno dell’uso cui erano destinati nella realtà questi vani.
Lo stesso dicasi per l’alloggiamento in fusoliera dell’apparecchiatura radio, posto in basso dietro l’abitacolo; pertanto ho tagliato la parte del portello, realizzata più sottile all’interno della semifusoliera del kit, e sostituito lo sportellino centinato con quello della lastrina Eduard, molto più realistico.
Il motore è un po’ spartano, ma completo di aste di punteria e scatola di ingranaggi anteriore; una adeguata pittura basterà, anche perché a modello assemblato, con elica e ogiva, resta ben poco da vedere.
L’elica richiede invece del lavoro per eliminare i segni di stampata.
Un po’ nudi e crudi i carrelli e i loro alloggiamenti, ma con l’uso della lastrina foto incisa della Eduard si può rimediare a questo inconveniente … basterà aggiungere poi il cavo dei freni, il quale fornirà un adeguato tocco di realismo e, il gioco è fatto!
L’ abitacolo invece è stato purtroppo riprodotto in maniera errata.
Per esempio, in base a molte immagini, il suo pannello strumenti anteriore, la pedaliera, il seggiolino e la cloche sono sbagliati.
Il primo, nell’aereo vero era realizzato in sette pezzi separati, con il pannello strumenti principale molto incassato rispetto ai due laterali, mentre è stato riprodotto in un unico pezzo piatto.
Pertanto qui la lastrina Eduard la fa da padrone!
Corretti invece, anche se un po’ spogli, i due pannelli laterali, arricchiti sempre con le fotoincisioni Eduard.
Purtroppo è errato, in modo abbastanza grossolano il seggiolino, riprodotto nel kit in maniera più squadrata e privo di bombatura.
Nella realtà invece era realizzato in un unico pezzo di lamiera, a forma "bombata" per creare posteriormente il posto al paracadute.
Qui devo dire di essere stato fortunato in quanto, nella mia "scatola degli avanzi" ho trovato un seggiolino in resina di un velivolo italiano fatto ad hoc che, leggermente allungato e con l’aggiunta delle immancabili cinture Eduard, si è praticamente rivelato perfetto.
I trasparenti sono di buona qualità, con il tettuccio che può essere lasciato aperto, per fortuna! I carichi alari forniti sono il serbatoio ausiliario, che per la verità era poco usato, e la bomba ventrale da 500 kg, che può essere montata sia con gli agganci tradizionali per la caduta libera sia con il traliccio per il bombardamento a tuffo.
Le decals sono perfettamente opache e molto sottili, con il film ridotto al minimo.
Le coccarde italiane da usare per l’aereo appartenente all’Aeronautica Cobelligerante Italiana non sono molto perfette, meno male che non ho dovuto usarle! Sono per sei marking e pertanto permettono di riprodurre un esemplare di ogni stormo, o squadrone, che ha avuto in dotazione il caccia bombardiere Reggiane.




Il montaggio
Ho iniziato la costruzione, come al solito, dalla cabina di pilotaggio.
Il livello di dettaglio del pozzetto, come sopra già descritto, non è il massimo ma, sempre con l’uso della lastrina foto incisa Eduard si può ricreare un abitacolo più che soddisfacente.
Pertanto ho acquistato degli after market, e più precisamente:

  1. mask della Montex art. MON-SM48327 per i trasparenti;
  2. lastrina foto incisa della Eduard art. EDU-49453 per interni ed esterni;
  3. dettaglio in resina della Quickboost art. QBT-48321 riguardante la corretta pinna dorsale della fusoliera.

L’intero abitacolo (pareti laterali, pavimento) sono stati colorati in verde anticorrosione usando l’acrilico della Lifecolor UA 116, in alluminio il seggiolino, mentre per il cruscotto del pilota sono state usate le fotoincisioni della Eduard e poi dipinte in nero opaco.
Al seggiolino in resina dalla forma corretta sono state aggiunte le cinture italiane in resine pre-colorate della Eduard art. 49453.
Anche gli interni dei pozzetti del carrello principale e del ruotino di coda sono stati dipinti usando il verde anticorrosione.
Ho poi seguito dei "lavaggi" in modo da far risaltare le strumentazioni stesse nonché le nervature dei pozzetti con del marrone opaco molto diluiti, al fine di dare a tutto l’interno dell’abitacolo stesso un aspetto vissuto Infine con la tecnica del Dry Brush (pennello asciutto) ho evidenziato le parti più sporgenti con l’alluminio.
In alluminio sono state dipinte anche le gambe di forza dei carrelli, dettagliati prima usando sempre la lastrina Eduard.
Alle due semifusoliere ho "aperto" le piccole aperture laterali di sfiato del motore che si trovano subito dietro il cofano, prima assottigliando internamente la plastica con un minitrapano Dremel e poi, con molta pazienza, con un cutter affilatissimo ho cominciato a lavorare dall’esterno asportando la plastica creando le aperture.
Anche i due pezzi del timone di coda sono stati tagliati dalle due semi-fusoliere, uniti fra loro e poi incollato al modello leggermente piegato, al fine di dare ancora più realismo allo stesso !! Una volta completato l’assemblaggio, il modello è stato spruzzato con il primer spray Tamiya grigio fine, che mi è servito anche ad evidenziare eventuali difetti di stuccaggio e lisciatura.

Colorazione e camouflage
Il kit conteneva decals per ben sei esemplari ma, senza ripensamenti, ho deciso di rappresentare quello su cui volò il magg. Giuseppe Cenni, appartenente alla 239º Squadriglia, 102º Gruppo, 5º Stormo Regia Aeronautica (numero personale 4).
I camouflage dei velivoli della Regia Aeronautica sono forse quelli tra i più elaborati di tutti i velivoli operanti durante la seconda guerra mondiale !! In questo caso però la scelta del camouflage è stata facile ed ancora più facile la sua realizzazione in quanto si trattava della classica colorazione continentale uniforme adottata su tutti i velivoli della R.A. a partire dal 1942 al 1943 di due soli colori, e precisamente il verde oliva scuro 2 per le intere superfici superiori e il grigio azzurro chiaro 1 per quelle inferiori.
Pertanto, in base a quanto sopra riportato, alla scelta anche del camouflage, i colori scelti sono stati i seguenti:

  • verde oliva scuro 2 per le superfici inferiori: spray Tamiya TS5;
  • grigio azzurro chiaro 1 per le superfici inferiori: Model Master 2113 (FS 36307) dato a pennello.




La mimetica del Reggiane Re. 2002
I colori: superficie superiore: verde oliva scuro 2 superficie inferiore: grigio azzurro chiaro 1 Bisogna anche rammentare che al velivolo di Cenni, usato pochi giorni prima dell'armistizio dell'8 settembre 43, erano già state obliterati i fasci alari per dipingere, successivamente, le coccarde tricolori; cosa poi non avvenuta poiché Cenni cadde in combattimento.
Per preparare il modello all’applicazione delle decal e degli stencil, ho steso sullo stesso due strati di cera e, una volta ben asciutta, ho posizionando le stesse.
Ho anche messo in evidenza le linee delle pannellature, ripassando le stesse con del colore chiaro opaco un pochino fluido, usando un pennellino 00, per poi sigillare il tutto con spray opaco trasparente.
Di fianco alle aperture di sfiato del motore (vedi sopra) ho fatto dei piccoli "baffi" con una matita nera morbida per simulare l’aria calda che fuoriesce dalle piccole aperture.
Infine ho dato al modello un aspetto vissuto, cercando anche di rendere la vernice deteriorata soprattutto intorno ai pannelli di ispezione, intorno al tettuccio e all’attacco dell’ala sinistra con la fusoliera dalla parte in cui si apriva il tettuccio, ecc.


Figurini

Figurini
Per quanto riguarda i figurini dei piloti della Regia Aeronautica sono in resina della CMK art.48061, nonché uno dell’Italian Kit, regalatomi dal mio amico Ezio.
Quest’ultimo è leggermente sotto dimensionato rispetto a quelli della CMK e, pertanto, è stato tenuto il più distante possibile, come arrivasse da lontano.
l figurini sono stati dipinti sulla scorta delle figure inserite nella confezione.
Sono stati poi schiariti ed ombreggiati con successive passate di colori chiari e scuri con tonalità simili al colore di base, al fine di dare profondità agli stessi.


Figurini

Ambientazione
Per la basetta ho adoperato la solita cornice di legno, cm. 30x40, senza lastra di vetro.
La basetta, molto semplice, è stata creata su due livelli, il piano di campagna dove sostano i due "protagonisti" del diorama e l’altro leggermente rialzato, per dare una certa "vivacità" alla scena.
Il rialzo è stato creato usando un pezzo di polistirolo, debitamente tagliato, coprendo poi l’intera basetta con colla vinilica e sabbia fine, e poi colorata con toni di marrone chiaro e giallo sabbia.
La stessa è stata coperta, qua e là, da erba usata nel fermodellismo ferroviario e ciuffetti d’erba della Green Line color verde medio e giallo erba secca; per gli alberi invece ho usato della teloxis aristata, che rappresenta molto bene arbusti ed alberi in miniatura.
Ho spruzzato sopra un velo di colla spray e poi li ho intinti, tenendoli per il tronco, in un recipiente contenente un prodotto che imita il fogliame marca Linea Secondaria art. 158H, acquistato insieme al mio amico Ezio al model Hobby di Novegro nel settembre scorso.
Per finire ho "sigillando" l’intera basetta con una bella spruzzata di trasparente opaco comprato in ferramenta La scena vuole rappresentare i velivoli usati dal Magg. Giuseppe Cenni tra il 1940 e il 1943, anno in cui perse la vita in una missione, per contrastare lo sbarco alleato, sopra i cieli della Calabria.




Marking dello Ju 87 B-2
Profilo dello Junkers Ju 87 B-2, velivolo personale del cap. Giuseppe Cenni (*), uno Junkers Ju 87 B-2 "Picchiatello" della 239^ Squadriglia, 102º Gruppo A.T. - MM. 7054 – aeroporto di Ponte Olivo, Gela (CL), maggio 1942.
Sulla carenatura del carrello principale è presente l’insegna della bandierina di Comandante di Gruppo, un papero "tuffatore" in picchiata che collima una nave ed il numero 1 sul davanti in rosso mentre, sempre in rosso,è dipinta la punta dell’ogiva.


Ju 87 B-2

La fascia in fusoliera bianca racchiude il numero 239 della squadriglia in colore nero, il numero di matricola si trovava sulla sommità della parte fissa della deriva, mentre la croce caudale era senza stemma sabaudo.




Marking del Reggiane Re. 2002
Profilo personale del Reggiane Re. 2002 del Magg. Giuseppe Cenni, appartenente alla 239º Squadriglia, 102º Gruppo, 5º Stormo della Regia Aeronautica (tutte le varie fonti attribuiscono il numero 4 al velivolo di Cenni con ogiva bianca con punta azzurra) – Manduria (TA), agosto 1943.



Re. 2002 del Magg. G. Cenni aeroporto di Manduria, 28 agosto 1943



Vista aerea dell’aeroporto di Manduria nel 1943


Sulla naca del motore i due fasci littorio erano stati coperti con lo stemma "Faso tuto mi", come quello sopra rappresentato.
Il profilo del Re. 2002 è stato scannerizzato dalla tavola a colori del kit.

I cenni storici, le fotografie storiche ed il profilo sono stati recuperati da vari siti web... un grazie a queste fonti!

Conclusioni
La saga dei velivoli della Regia Aeronautica continua !!

Il mio amico e modellista Ezio, fans dei velivoli italiani di tutte le epoche può ritenersi soddisfatto... scherzavo!!
Sicuramente i due velivoli non sono mai stati "a contatto" ma è comunque interessante e perché no anche bello, vederli riprodotti insieme.
I figurini usati, in base al diverso periodo bellico d’utilizzo dei due velivoli, potrebbero anche non essere corretti nell’uniforme di volo ma, ho trovato solo questi... meglio che niente!

A mio parere i due modelli sono bellissimi, ancora più belli in quanto della nostrana Italeri.
Leggendo le recensioni apparse sul web riguardo al Re. 2002, scritte da molti modellisti, appare chiaro che il kit dell’Ariete abbia molti difettucci.
Mi sono limitato solamente a migliorare il modello dal punto di vista scenografico utilizzando, in questo caso, after market come foto incisi che dettagli in resina, "tagliuzzando" anche qua e là per dare movimento al modello.
Gli errori difficili da riparare li lascio ai modellisti più esperti di me, meglio un modello sbagliato ma nell’insieme piacevole da guardare che uno modificato negli sbagli ma... venuto male!
E’ il secondo e terzo modello che riproduco di questa ditta (il primo è stato il Macchi 200 Saetta apparso su questo sito) e devo dire che l’esperienza è stata di nuovo positiva.
Questi kit, a mio parere, hanno diversi vantaggi:

  • il prezzo, tutto sommato contenuto (sui 30 euro... di meno si può forse trovare qualcosa ma, la qualità...) ;
  • la lastrina foto incisa inserita nel kit dello Ju 87;
  • le decals per ben quattro modelli per il kit dello Ju. 87, anche se poi ho voluto riprodurre un aereo italiano, e per sei modelli (Re. 2002), la scelta che offrono i kit è di tutto riguardo.


Buon modellismo a tutti !!


Marco Vergani
[Gallery]
12.12.2013

I miei prossimi lavori saranno (no so ancora in quale ordine):

  • Bf. 110 C-3 del capitano Aramis Ammannato, comandante della 235 Squadriglia, 60º Gruppo Caccia Notturna della R.A., kit Eduard n. 01164;
  • F4U-1A Corsair, velivolo personale di John Thomas "Tommy" Blackburn, comandante dello Squadron VF-17 "Jolly Rogers", kit Tamiya n. 61070.





Commento di Dino Dall'Asta [12/12/2013]:
Ciao Marco,
devo farti i miei più sinceri complimenti per questo tuo lavoro, sia per la parte storica che modellistica. A proposito del Picchiatello: proprio il mese scorso è deceduto all'età di 92 anni un mio concittadino (Legnano) Giampiero Crespi, Maresciallo pilota di questo aereo e Medaglia d'Argento al V.M. per aver provocato l'affondamento dell'incrociatore inglese Southampton nel Mediterraneo (1941).
Dino

Commento di ezio bottasini [13/12/2013]:
Carissimo Marco, l'anteprima di qusto lavoro che mi avevi mandato, pur bella era molto riduttiva rispetto al tuo lavoro visto per intero, mi piace molto e come ben sai ho gli stessi modelli da fare (non so fra quanto tempo vista la giacenza che ho), comunque penso proprio che stavolta ti copierò in toto quando sarà il momento di realizzare questi due modelli, d'altra parte non posso esimermi dal riprodurre i velivoli del Magg. Cenni (M.O.V.M. alla memoria), vista la mia passione per la Regia.

Ancora complimenti, un caro saluto

Ezio

Commento di Marco Vergani [16/12/2013]:
Grazie, grazie e ancora grazie a Dino e Ezio ...
Colgo l'occasione per porgere a tutti i lettori un sereno Santo Natale ed un felicissimo Anno Nuovo ...... pieno di kit !!
Marco

Ezio

Commento di Gabriele Luciani [11/09/2018]:
Il Reggiane 2002 che per anni è stato identificato come il velivolo sul quale sarebbe stato abbattuto il Maggiore Cenni, in realtà è un aereo che con la stessa M.O.V.M. non ha nulla a che vedere come hanno dimostrato sul Notiziario Modellistico n. 2/12 del Gruppo Modellistico Trentino di Studio e Ricerca Storica, i due noti autori Giovanni Massimello e Pierluigi Moncalvo; inoltre lo stesso velivolo era ancora in servizio con la Regia Aeronautica a fine 1943... http://www.modellismosalento.it/it/walkaround/documenti-storici-ed-iconografici/748-reggiane-re-2002-238-4-e-la-m-o-v-m-magg-giuseppe-cenni-alcune-riflessioni.html


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