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F-16A "Fighting Falcon" F.A.B. – Massimo De Luca

kit Revell 1/72




Come prima cosa metto subito le mani avanti con l’ammissione di nutrire personalmente sentimenti contrastanti per questo velivolo.

La prima volta che l’ho visto in foto (avrò avuto si e no 12 anni) ne rimasi affascinato in quanto così diverso da tutto ciò che volava all’epoca: le forme arrotondate, la presa d’aria collocata inferiormente, il cupolino a goccia trasparente. Un vero UFO ai miei occhi!!!!




Da quel primo sentimento di fascinazione infantile negli anni successivi invece è subentrata una certa noia verso il velivolo forse perché, alla fine, a poco a poco, sulle riviste aeronautiche (una volta popolate da immagini di diversi tipi di velivoli in servizio) si vedevano solo, onnipresenti, gli F16!  

Questi in pratica sostituirono dagli anni ’80 tutto il “volabile” nelle file della NATO e non: F4, F104, F106, F105, F111, A7, F5 trasformandosi dal semplice, inizialmente, caccia leggero con due missili (come il ‘104 venti anni prima) in: caccia bombardiere, ricognitore, Wild Weasel, supporto tattico, aggressor, cannoniera… divenendo quindi una sorta di TIR volante con il suo apice nei serbatoi “conformal” e i pod lantirn, nonchè, appesi sotto le ali, ogni genere di “ferro”, intelligente o stupido che fosse.

Inoltre è diventato una serie di sogni rimasti nel cassetto come l’F16 XL da bombardamento, oppure a freccia invertita o anche dotato di controlli CVV!

Grazie al suo basso costo ha anche sancito la morte di vari programmi molto promettenti come l’F20 Tigershark ed il Lavi israeliano.

Insomma, un vero “asso piglia tutto”, o meglio, “Jack all trades” come direbbero gli yankee!




Il Kit ovvero “l’alba dei falchi in Europa”

L’F16 è entrato in servizio in Europa con le Forze Aeree Reali del Belgio e dell’Olanda quasi contemporaneamente alla fine degli anni 70. I primi consegnati avevano ancora le caratteristiche dei velivoli preserie , cioè, i piani di coda a corda stretta ed il radome di colore nero.

Ho scelto allra di rappresentare un esemplare appena consegnato alle Forze Aeree del Belgio, quindi, con le caratteristiche già descritte, in modo così da avere in vetrina un F16 un po’ differente da tutti quelli che si vedono in giro sempre di versioni recenti C ADF MSIP SUFA ecc.

Ho scelto il kit Revell principalmente perché in questa scatola (nr. catalogo 4612, credo che sia di difficile reperibilità), destinata a rappresentare esemplari olandesi e belgi portati allo standard MSIP (cioè degli A migliorati), troviamo opzionali anche i piani di coda a corda stretta necessari per rappresentare un esemplare appartenente ai primi block costruttivi (che poi saranno tutti retrofittati con i piani di coda larghi) e lo scarico tipico del motore PW F100.




F-16A "Fighting Falcon" © Massimo De Luca


Il kit Revell non è proprio il massimo della finezza, presenta molte bave di stampaggio dovute all’età dello stampo e incastri non perfetti specie la zona dello scarico.

Per alcuni versi però (pozzetti, cockpit e dettagli superficiali) è superiore allo stampo 1/72 Hasegawa (non cito Italeri proprio per bontà perché eravamo sotto le feste di Natale… al massimo lo usate per le decals).


F-16A "Fighting Falcon" © Massimo De Luca

Non citerò neanche il fantastico kit Tamiya tra i concorrenti in quanto le scatole Tamiya consentono solo rappresentazioni di versioni tarde dotate di motore GE 110. Stessa cosa dicasi per quelli della Kinetic.

La difficoltà principale sta nell’allineamento tra i vari pezzi. Occhio in particolare all’incastro della zona dello scarico. Stessa cosa dicasi per la parte superiore (con ali annesse già solidali… un problema in meno) e la zona inferiore perché, forzando l’incollaggio tra le due parti, si rischia lo svergolamento delle ali con il conseguente “diedro” sballato. Fate molte prove a secco, verificate visivamente l’allineamento delle ali,  magari limate qua e là nelle zone di contatto per garantire un incastro senza sforzi.




Per il resto è un kit tipico degli anni 90 lontanissimo dagli standard attuali (vabbè direi “standard Tamiya” che sarebbe l’ideale al quale si dovrebbe tendere oggi).

Risolto il montaggio, stucco e olio di gomito, si passa alla verniciatura.

Lo schema dell’epoca un “triplo grigio”, ideato dall’USAF dopo vari tentativi, come via di mezzo tra quello a 2 toni degli F15 per gli intercettori e quelli più terraioli SEA/europe1 usati sui velivoli tattici.

I grigi saranno quindi: Fs36375, Fs36270 e 36118.




Ovviamente qui parliamo di un velivolo consegnato da poco quindi i colori saranno ancora saturi con giusto qualche “sbuffata” dovuta a trafilature qua e là in zone specifiche.




Però, comunque, trattandosi di grigi i colori andranno “lavorati” per avere più profondità e tridimensionalità.

Quindi ho lavorato sia di preshading  che postshading e questo è il risultato.






Si passa alle decals che, giocoforza, saranno quelle della scatola, le quali, si sono rivelate pessime. Fortunatamente non è che siano tantissime giusto delle scritte di servizio e le coccarde  quindi alla fin fine con un litro di “Strong fit Tamiya” vanno comunque su.

Purtroppo invece le tipiche striscine walkways si sono rivelate rigide e molto delicate e questo l’ho pagato in termini di silvering ma, mi accontento.

Alla fine un lavaggio nei pannelli ed il lavoro è concluso.

General Dynamics F16A – FA 14 - block 1 - Forze Aeree del Belgio
anno del Signore 1978






Ovviamente non potevo esimermi dal non fare qualche cazz… pidaggine, in particolare le luci di posizione ai lati della presa d’aria. All’epoca (poi saranno aggiornati) gli F16 con avevano i rinforzi ma erano a filo fusoliera. Vabbè capita quando si va a memoria.


Conclusioni e… confessioni di un modellista




Diciamo che il modello è stato in bilico tra la vetrina ed il cestino fino a 5 minuti prima della sua conclusione. In particolare la verniciatura dell’anello metallico prima dello scarico mi ha fatto penare. E’ impensabile infatti montarlo alla fine (si deve stuccare e sgrattare) e va verniciato e mascherato prima del montaggio anche a causa della deriva che intoppa la mascheratura. Una sbuffata di aerografo ha mandato all’aria tutto il lavoro di aerografo preventivo. Alla fine ho recuperato in qualche modo ma non è che mi soddisfi.

Facciamo una classica foto di confronto con quello vero per vedere se ci somiglia!






Può andare più o meno.

Un'altra foto “Guerra fredda style” in B/N tipo rivista “Aerei” del periodo:




Questo è l’ultimo lavoro del 2023 e spero comunque che, malgrado le varie magagne, vi piaccia.




Amici di kitshow vi auguro quindi un ottimo (per le cose serie) e  prolifico (modellisticamente) anno 2024.







Commento di Marco Giuli [13/01/2024]:

A me piace, eccome. Complimenti.
Hai fatto bene ad inserire una foto del soggetto reale.
Sto completando un F-16A BAF (FA-97) con le decal avanzate da un kit Italeri. Il kit è dell’Hasegawa; ho solo sostituito la deriva con quella dell’Italeri, che ha già il prolungamento per il parafreno.
Per quanto riguarda le linee di camminamento sulle superfici superiori ho un mio metodo, che è molto semplice ma un poco laborioso: mascheratura con striscette adesive di “magic tape” 3M, tagliate a misura con squadra metallica su una lastrina di vetro. Prima spruzzo il grigio medio FS 36270, applico le strisce con precisione, poi sovraspruzzo il grigio scuro FS 36118. Il risultato è buono e il colore è esattamente quello del resto del velivolo.
Io sono costretto a fare così, in quanto le décalas dell’Hasegawa hanno colori errati. Ovviamente prima del taglio è opportuno depontenziare l’adesivo del nastro.


Commento di Enrico [14/01/2024]:

Ciao Max
Un kit non facile che hai domato alla grande, mi piace soprattutto la tua tecnica di invecchiamento sempre efficace e mai eccessiva.
Saluti cari
enrico


Commento di EMANUELE IEMMA [15/01/2024]:

A me sembra che sia venuto bene, per cui che dire ben fatto e tantissimi complimenti anche in considerazione che non è un modello di facile realizzazione e posso dirlo con cognizione di causa perché l'ultimo f-16 che ho realizzato circa due anni fa mi ha fatto penare non poco.


Commento di PIETRO [15/01/2024]:

Ciao Massimo.
montaggio e verniciatura sempre al TOP!
Fossi in te correggerei le luci e rifarei con sprue i diffusori elettrostatici un pò spessi.
Perché tenere un RIMPIANTO in collezione quando hai le capacità per avere un bel pezzo per sempre.? :-) Pietro


Commento di DINO DALL'ASTA [16/01/2024]:

Davvero complimenti, ottima realizzazione nonostante le varie magagne...
Dino


Commento di Massimo M De Luca [16/01/2024]:

Ciao a tutti
grazie per i commenti! Leggevo inoltre il consiglio di Marco sulle striscine walkways... in effetti è un ottimo sistema, da provare. Sicuramente da brividi il taglio preciso dello spessore delle strisce ed il posizionamento preciso!
Per il resto mi spiace per Pietro ma non toccherò nulla, specie le luci perché sarebbe un intervento troppo invasivo (me ne sono accorto dopo la verniciatura ahimé). Per i dispersori invece si può fare... tanto ecché, prima o poi, e non si spezzeranno tra un maneggiamento e l'altro :-) Massimo


Commento di Ezio Bottasini [17/01/2024]:

Ciao Massimo, visto quello che hai scritto sul modello di partenza mi sembra un ottimo risultato.
L'F 16 poi con tutte le versioni, sottoversioni e bloch vari è talmente complicato da riprodurre che qualche errore possa sempre verificarsi.
Comunque splendido lavoro.
Al prossimo.
Ezio



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