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Mentre la S.I.A. (Società Italiana Aviazione) proseguiva la produzione degli SP.3 l'ing. Mario Torretta con la collaborazione dei tecnici della DTAM sviluppa un nuovo progetto di aereo da ricognizione, abbandonando la consueta formula a travi di coda e adottando invece quella a fusoliera come il SAML e l'avversario Brandenburg che aveva dimostrato la sua superiorità.
Nasce così nell'estate del 1917 il SIA 7B 1 che nelle mani di piloti esperti come il capitano Giulio Laureati riesce a compiere un volo senza scalo Torino-Napoli-Torino di 1.600 chilometri e il raid Torino-Londra in poco più di sei ore.
Inoltre il tenente Francesco Brach Papa raggiunge la quota di oltre 7.000 metri, battendo il primato italiano di altezza. Dopo il parere positivo di un'apposita commissione viene ordinata la costruzione di grande serie che avrebbe dovuto raggiungere un numero complessivo di oltre 2.000 esemplari.
L'aereo è equipaggiato nelle prime serie da un motore Fiat A.12 da 200 cv e successivamente da un A.12 bis da 260 cv.
È in grado di raggiungere la considerevole velocità di 178 km/h.
Può portare 10 bombe da 162 mm e due mitragliatrici Fiat mod. 14 Aviazione cal. 6,5 mm. unitamente a quattro macchine fotografiche.
Dopo qualche mese di impiego al fronte il SIA 7B rivela però gravi deficienze strutturali agli attacchi delle ali che portano ad una prima sospensione dei voli.
Il 10 marzo 1918 per una nuova perdita dovuta al distacco dell'ala, sono verificati diversi esemplari che manifestano le stesse gravi deficienze strutturali.
Nonostante equipaggino diverse squadriglie, anche nella versione B 2, in seguito al perdurare di gravi incidenti, il Generale Luigi Bongiovanni, comandante superiore d'Aeronautica, chiede di radiare dal servizio tutti gli apparecchi SIA 7B.
La decisione confermata l'8 agosto 1918 chiude con un totale fallimento la storia di questo aereo.
La messa a terra di un così elevato numero di macchine mette in grave difficoltà la capacità operativa della 3ª e 4ª Armata.
Si rese necessario pertanto chiedere l'aiuto degli Inglesi che mettono a disposizione un certo numero di ricognitori RAF R.E.8.
Per ottenerne la riproduzione in scala 1/72 mi sono servito dell'unico kit reperibile della ditta polacca Ardpol, il quale ad un esame approfondito preliminare risulta carente principalmente nella sezione eccedente della fusoliera e della forma degli accessi agli abitacoli, nonché dell'errato disegno degli stabilizzatori caudali.
La realizzazione del modello di questo arcaico velivolo, devo dire senza peccare di presunzione che per me non è stata una passeggiata, anche se non posso negare di essermi divertito.
L'aver potuto avere a disposizione il Datafile dedicato, mi ha consentito di individuare le pecche delle quali soffre il kit Ardpol.
Ho dovuto quindi provvedere a delle correzioni sostanziali evidenziate sulle foto, riguardanti soprattutto la sezione della fusoliera e gli stabilizzatori di coda rifatti ex novo, a queste si sono aggiunti per mia volontà l'installazione a vista del motore, la sostituzione di tutti i montanti, cabane e gambe carrello, con tubo di rame da pernizzare e ovalizzare all'uopo, i numerosi tiranti in sprue filato e altri dettagli mancanti hanno completato la delirante esecuzione.
Il risultato mi appare decente, nonostante a seguito delle modifiche, qualche compromesso l'ho dovuto accettare negli allineamenti e sottosquadri che a colpo d'occhio credo non si notino, dulcis in fundo, ho sostituito anche le decals, imprecise nei toni dei colori delle coccarde.
Il modello rappresenta l'esemplare 6009 appartenente alla 3^ sezione ricognitori del Corpo Aeronautico Regio Esercito di base a Padova nella prima metà del 1918.
Caro Enrico i biplani sono un genere di velivoli lontano dai miei interessi ma riconosco che solo alcuni eletti possono destreggiarsi tra l'intrico dei tiranti alari, le simmetrie rigorose e le strutture fragilissime proprie di questi modelli. Quindi ammirazione è complimenti assoluti per il tuo fantastico lavoro.
Saluti cari
Enrico
Ottimo lavoro... complimentissimi
Ciao Enrico, soggetto interessante e magistralmente eseguito come ci hai ormai abituato.
Complimenti al prossimo.
Ezio
GRANDE LAVORO DI RICOSTRUZIONE E MODELLISTICO.
COMPLIMENTI.
GIAMPAOLO
Sono, resto e sarò sempre un grande ammiratore di questi modelli italiani WWI fatti da te.
Non ne sarei capace anche se vorrei tanto perché resto un appassionato della storia della regia aeronautica e dell'aviazione del regio esercito
👍
Bravissimo come al solito !
Complimenti.
Pietro