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Questo progetto ha preso vita quasi per caso, quando il fratello del mio amico Pierluigi, ha deciso di commissionarmi un Mosquito in 1/72, quale regalo per il suo compleanno.
Partenza decisa all’istante, Mosquito Tamiya Mk. VI, cacciabombardiere con muso rigido e set fotoinciso Eduard.
Come al solito ho cominciato dagli interni, migliorati grazie al set Eduard e a particolari autocostruiti in plasticard e filo di ottone, che integrano degnamente le parti fotoincise.
Penso non serva descrivere quanto modificato negli interni, le foto parlano da sole.
Per rendere meglio visibili gli strumenti, decisamente "discreti", in questa scala, ho provato una nuova, almeno per me, tecnica.
Ho colorato il pannello fotoinciso con il solito primer Humbrol, poi ho colorato il tutto con colori Valleio, e per finire ho effettuato una specie di dry brush nei fori degli strumenti, creando praticamente una corona bianca tra il nero del pannello e la parte in acetato.
Pannello strumenti fotoinciso colorato con acrili Valleio.
La pedaliera è veramente orrenda, causa attacco di pigrite acuta, visto che poi non si vedrà, è rimasta inalterata al suo posto.
La porta di accesso l’ho aperta io, ricostruendo la battuta con plasticard da 0,5x025.
Riempire per bene l’abitacolo, anche con qualche approssimazione o fuoriscala, aumenta notevolmente il realismo.
Una colorazione ben contrastata, anche a scapito del realismo, permetterà di vedere qualche cosa a modello finito.
Per quanto riguarda la colorazione, gli interni hanno ricevuto una mano di Interior Green Inglese, a coprire tutto, e sono proseguiti con Valleio acrilici a pennello sui particolari.
Alcuni strumenti sono stati realizzati con le decal del kit punzonate con il punch and die.
In questa scala, è importante creare dei forti contrasti, per far sì che, ad abitacolo chiuso, si percepisca la presenza dei vari particolari faticosamente costruiti.
Se osservate con attenzione l’abitacolo noterete che tutti gli spigoli dei particolari in interior green, sono stati ripassati con del giallo, le varie scatole nere hanno subito lo stesso trattamento con un grigio chiarissimo.
Mentre, i cavi bianchi sui fianchi della fusoliera, sono stati scontornnati con del nero.
Finiti gli interni, completare la cellula è stato un gioco da ragazzi, ottimi gli incastri che hanno limitato l’uso dello stucco al minimo.
Uniche modifiche di rilievo l’abbassamento dei flap e dei timoni di profondità.
Avrei dovuto alzare le alette di compensazione di questi ultimi, ma la cosa è passata così.
I flaps hanno richiesto una parziale ricostruzione del bordo d’attacco , e già che c’ero, ho ricostruito anche parte dei braccetti delle cerniere.
I Mosquito, a terra avevano sempre i flap retratti, col senno del poi sarebbe stato meglio abbassare solo quelli dal lato WIP.
La porta di accesso è anch’essa stata dettagliata sulla base di foto di un esemplare restaurato, con tutti i punti interrogativi del caso.
I flap separati dall’ala, con il bordo d’attacco ricostruito e l’aggiunta delle cerniere.
Immancabile sacrificio al mostro del pavimento, che questa volta si è fagogitato un parafango.
Notare l’appropriato invecchiamento della moneta da 1 cent.
Tanto per far qualche cosa di originale, decido a lavori iniziati di convertirlo in MK XVIII ovvero la versione antisom, armata di cannone a tiro rapido da 57 mm. Una trentina scarsa di esemplari costruiti in tutto, modificando altrettanti MK VI direttamente sulla linea di montaggio.
Le modifiche non sono importanti: canna del cannone in tubo di rame, la bugna per l’otturatore in plasticard, i pannelli di rinforzo sui fianchi della fusoliera in nastro d’alluminio adesivo, e la re-incisione di qualche pannello e i rinforzi sull’intradosso dei flap interni.
Per realizzare gli anelli di ritegno dei razzi, ho arrotolato il plasticard su una punta da trapano, e mi sono realizzato una piccola dima per tagliarli tutti a misura.
Col senno del poi sarebbe stato meglio realizzarli con rame o fotoincisioni di recupero, ma ero al mare e mi ero portato al seguito la trousse "ridotta".
La vera svolta nel progetto si è verificata quando, navigando in rete, ho visto il modello del Mosquito in 1/48, realizzato da un modellista Spagnolo, Julio Fuente Diaz, mezzo regolarmente verniciato, mezzo color legno naturale! Non ho saputo resistere, ho deciso di correre il rischio di scontentare il committente, ma dovevo fare quello.
Ecco la mia musa ispiratrice, il Mosquito MK VI in 1/48, di Julio Fuente Diaz, uno spettacolo per gli occhi!!!
Mi sono immediatamente procurato le mascherine fotoincise RB Production, ce ne sono con due trame diverse, e ho cominciato la colorazione delle parti in legno.
A dir il vero ne l’orientamento ne e il numero dei pannelli, in particolare quelli delle ali, è quello reale.
Oltretutto la fusoliera, prima di esser unita alle ali veniva rivestita con un tessuto impermeabilizzante e verniciata con un protettivo color alluminio.
Quindi, i realtà quasi un Fantasy, diciamo che la realizzazione di questo soggetto, con grande orrore dei puristi del modellismo, può essere classificato come un mero esercizio pittorico.
Finito il lato "natural wood and metal" si passa alle invasion stripes e alla mimetica, leggermente sfumata con il classico metodo dei rotolini di Patafix.
Le maschere fotoincise sono un po’ ostiche da usare in questa scala, la trama è fragile.
Oltretutto molti particolari relativamente piccoli, come ad esempio i flap, erano già stati incollati al loro posto, obbligandomi a tagliare le maschere per riuscire a colorarli.
Ho prima colorato il fondo in legno, differenziando leggermente i singoli pannelli, scurendoli leggermente ai bordi.
Poi sono stati mascherati uno ad uno, ho applicato le mascherine, e realizzato le venature con dei marroni più scuri.
Di per se il lavoro non è particolarmente difficile, le prove fatte per creare mescole di colori che si accoppiano bene cromaticamente, per creare i diversi fondi per i singoli pannelli, e quelle per le trame del legno, hanno portato via più tempo che non la colorazione del pezzo in se.
Ho proseguito con i pannelli metallici, precedentemente mascherati e realizzati con metallizer Model Master, che devono essere applicati direttamente sulla plastica.
Ottimo la resa delle mascherature fatte con carta per fotocopie bagnata, che per capillarità si attacca alle superfici delicate, come i Metallizer, senza lasciare antiestetiche impronte tipiche dei nastri per mascheratura.
Per la metà "normale" nessun procedimento particolare per cui non vi annoierò con le solite storie su come si schiariscono i pannelli, eccetera, aggiungo solo che ho utilizzato i nuovi colori Tamiya appositamente creati per realizzare le mimetiche RAF WWII.
Per non perdere il lavoro fatti sugli interni ho ricostruito i soli frames del tettuccio.
Realizzare metà tettuccio da scatola, e la metà dalla parte lignea, senza vetrature, solo con i frames metallici.
Ma poiché il mostro del pavimento ha deciso di fare il bis, e oltre al parafango si è mangiato anche una parte del trasparente, ho dovuto optare per parabrezza intero e il resto tutto "spannellato".
I frames più larghi e piatti sono in plasticard, quelli a sezione rotonda, colorati di nero, in filo d’ottone da 0,4 mm.
Tutto sommato meglio così, almeno si vedono quasi decentemente gli interni.
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Notate le canne delle mitragliatrici forate, per un maggior realismo.
La basetta realizzata in stile arte... ops "modellismo povero" è stata realizzata tagliando con una lama una lastra da 5 cm di spessore di polistirolo estruso.
Una spruzzata leggera di colore in bomboletta sui fianchi, ha leggermente corroso il polistirolo, creando un bell’effetto "terra sezionata".
La parte che riproduce il lastricato è stata realizzata colando un sottile strato di gesso ceramico, con paretine di contenimento in nastro di carta.
Il lastricato è stato inciso con un ago montato su un porta lama, col gesso ancora non completamente asciutto.
Il prato invece è stato realizzato incollando diversi tipi di erbetta Noch su una colata di fondi di caffè diluiti in acqua e colla vinilica, schiariti leggermente con acrilici Tamiya dati ad aerografo.
Avevo in mente di realizzare anche qualche macchinario tipo autoclave a vapore per la piegatura dei pannelli in compensato, ma poi sono passato immediatamente ad un altro progetto, per cui penso che il dioramino rimarrà allo stato attuale.
Alla fine comunque, obbiettivo... fallito, il committente me l’ha educatamente rigettato, bello, ma ne voleva uno "operativo" e documentato storicamente.
Devo dire che la notizia mi ha reso particolarmente…… felice, non mi è dispiaciuto affatto tenermelo, anche se ciò ha comportato la messa in cantiere di un secondo Mosquito, questa volta un classico caccia-bombardiere MK VI, con colorazione "convenzionale", costruito, colorato e imbasettato in poco più di un mese, nonostante un piccolo incidente di percorso: a modello finito, dopo un’ultimo ritocco alla semiala destra, ho avvicinato il modello alla lampada alogena che illumina il laboratorio.
Vediamo se indovinate come ha reagito la plastica della semiala al caldo tepore della lampada? Guardare le foto prego.
Che fare, mettere in cantiere un terzo Mosquito, o improvvisarsi dottor Barnard? Che mi crediate o no, ho eseguito il trapianto, donatore un vecchio Mosquito Airfix gentilmente donato da un collega.
Sospiro di sollievo e fine lavori, modellista e committente, entrambi soddisfatti.
Ecco il numero due finito, prima del danno e conseguente trapianto.
Ala fusa e amputata!!!!
Paziente, donatore, arto amputato e trapianto in corso.
Ed ecco il trapianto riuscito, avevo colato in precedenza della china nelle pannellature reincise, per valutarne l’aspetto prima di colorare.
Notate niente?
Purtroppo, ne ho combinata un’altra: un pasticcio con le decals, guardate le coccarde sulla fusoliera, notato niente? Be‘ ve lo dico io: sono di ti tipo diverso! Una col bianco ridotto, corretta, e una con il cerchio bianco di tipo vecchio, più largo.
Mi sa che sto’ invecchiando!!!!
Nessun problema, quando leggerete l’articolo avrò già messo la decal giusta, dato una velatura di opaco, che farò asciugare rapidamente, con l’aiuto di una lampada alogena!!!!!
Buon modellismo
Roberto “Target” Colaianni e-mail roberto.colaianni@alice.it [Gallery] 24.01.2015 |