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Il Fiat G.91 ha costituito un programma importante per l'industria italiana che con esso ha conseguito anche un discreto successo economico.
Sul piano militare, invece, i risultati dimostrati dalla macchina sono stati un po' diversi dalle aspettative iniziali.
Subsonico, armato (nella versione monomotore), con quattro mitragliatrici o due cannoni e 680 Kg di bombe, con un raggio di azione di 320 Km, non poteva certo avere un grande valore tattico.



In effetti il G.91 ha svolto un suo ruolo in quanto, come il pari classe supersonico Northrop F-5, ha contribuito a mettere fine ad alcune delle illusioni legate al concetto di caccia leggero, con le quali si è scontrata la maggior parte dei progetti rientranti in questa categoria.
Ad esempio la capacità di operare da aeroporti d'emergenza semipreparati in Europa non si è mai concretizzata, anche perché, a causa del pericolo di ingestione di corpi estranei, nessun aviogetto viene fatto operare al di fuori di piste pavimentate, se non in circostanze eccezionali.




Presso la Luftwaffe, che ne ha avuti in servizio un gran numero, si è visto come l'unica vera utilizzazione di questa macchina, fosse l'attività di volo dei piloti ad un costo contenuto rispetto a quello degli aviogetti da combattimento avanzati.
In fondo nella NATO il G.91 ha inaugurato quel concetto di "hi-lo-mix" che è in uso tutt'ora in diverse forze aeree, nelle quali i più sofisticati Mirage, Phantom, Tornado ecc., sono affiancati dai più economici Jaguar, F-5 e G.91.
Con tutto ciò, il Gina (come era chiamato soprattutto in Germania), ebbe una carriera bellica nelle fila della FAP Portoghese che se ne servì nelle guerre coloniali in Africa mentre dal punto di vista operativo, la permanenza nell'AM e nella Luftwaffe fu senza storia, come pure in Grecia.




La radiazione, però fu accompagnata da una grande nostalgia da parte dei piloti.
Infatti così come il G.91T era giudicato "molto formativo" (eufemismo per dire che aveva un... pessimo carattere) ed il G.91Y è passato senza lasciare tracce di rilievo nel cuore di chi ha volato con esso, il G.91R è stato un "pilot's plane", cioè una macchina dal comportamento in volo affidabile e piacevole.





Con il G.91Y l'Aeronautica Militare ha affrontato la formula bimotore, considerata più valida in termini di probabilità di successo della missione e ha ottenuto una macchina onesta ma sempre con possibilità di impiego limitate.
Il suo ruolo è stato ripreso, pur con una formula costruttiva piuttosto differente, dall'attuale AM-X (anch'esso non scevro da critiche).
I modelli fotografati rappresentano, in sequenza, le seguenti versioni: