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FW190-A8 Sturmbock - Roberto Colaianni

Modello Eduard 1/72




Non servono presentazioni per il FW 190, nella seconda metà della guerra, il miglior caccia (anche se non sotto tutti gli aspetti) a disposizione della Luftwaffe.
La Sturmock in particolare, fu progettata partendo dalla versione A8, per far fronte alla necessità di avere un aereo pesantemente armato e protetto in grado di attaccare con successo i pesanti, quanto robusti quadrimotori statunitensi. Furono aggiunti un anello corazzato a protezione del motore, sul bordo anteriore della carenatura, delle piastre di acciaio da 5 mm esternamente, sui lati dell’abitacolo, e per finire, ma non su tutti gli esemplari, furono aggiunte delle spesse lastre di blindovetro ai lati del canopy. L’armamento era ragguardevole, alle 2 MG 131 DA 13 mm poste in fusoliera e ai due cannono MG 151 da 20 mm posti nelle radici alari e sparanti attraverso il disco dell’elica, tipici della versione A8, vennero sostituiti i due cannoni MGFF da 20 mm posti nelle stazioni alari esterne (a dire il vero mai troppo apprezzati dai cacciatori tedeschi, che spesso li facevano rimuovere) con altrettanti micidiali MK 108 da 30 mm.
Principali fruitori di tale versione furono i Jagdgeshwader 300, 301 e 302. I più sfortunati della Luftwaffe, in quanto nati dopo le vittoriose campagne di inizio guerra, e buttati nella fornace dei combattimenti contro i ben addestrati piloti Americani, le formazioni pesantemente armate dei quadrimotori e i loro prestanti caccia di scorta, Mustang e Thunderbolt.
Ovviamente i vantaggi ottenuti in termini di protezione e armamento vennero pagati in termini di perdita di velocità e manovrabilità.
La Luftwaffe pertanto pianificò di attaccare i bombardieri con grosse formazioni, composte da un gruppo di Sturmbock e due di Bf-109, con il primo dedicato all’attacco dei quadrimotori, e i secondi incaricati di ingaggiare i caccia di scorta. La tattica risulto’ di difficile applicazione, fu complicato manovrare e sincronizzare grosse formazioni qualora contrastate dai caccia di scorta avversari. Caccia che peraltro, nel corso del 1944 avevano cambiato le proprie tattiche difensive, passando dalla scorta diretta e ravvicinata, ad una forma di caccia libera di fronte e a i lati delle formazioni. Succedeva spesso che i gruppi tedeschi venivano intercettati e le formazioni scompaginate dai caccia USA. Ciò non toglie che i piloti tedeschi colsero importanti successi e fossero temuti, tanto che col proseguire delle operazioni, i caccia di scorta vennero sempre più lasciati liberi di sganciarsi dai bombardieri, verso il termine della loro missione di scorta, per attacchi liberi agli aeroporti tedeschi, fino a quando vennero dedicati a tale scopo appositi gruppi.




COSTRUZIONE
Non servono presentazioni neanche per il bel kittino Eduard in 1/72 della serie Profi Pack. La 1/72 non è la mia scala, ma l’avevo comprato perché richiesto dall’amico e collezionista Pierluigi, purtroppo venuto meno nel 2017. Tra lock down e un’operazione ai legamenti della spalla, la scorsa estate avevo deciso di cimentarmi in qualche cosa di semplice, da fare da scatola, senza troppi patemi, mentre mi trovavo al mare, e quindi con attrezzatura ridotta, diciamo costruzione balneare.




Alla verniciatura ci avrei pensato al rientro. Non ho aggiunto Aftetmarket..
Prima dell’assemblaggio ho ripassato le incisioni, con l’ottimo incisore MRP, decisamente sottile, e rivettato le superfici con le rotelle della RB Production.






In questa scala conviene ridurre il numero delle file di rivetti, se si riproducessero tutte, sarebbero talmente ravvicinate da creare una superfice butterata simile a quella della Luna. Siccome l’astronomia non rientra nella mia sfera di interesse, ho preferito trovare un compromesso tra realtà e aspetto gradevole. Reincisione e rivettatura, sono operazioni tediose, vanno effettuate una prima volta, poi le superfici carteggiate con una 1000 ad acqua, che inevitabilmente tende a occludere linee di pannello e rivettature, ripassate tutte, ricarteggiate , per essere poi ripassate una terza volta e trattate leggerissimamente con la carta del 2000, panno abrasivo del 4000 e spazzolino elettrico con dentifricio per la pulizia finale. Per dare un po’ di movimento ho tagliato ed abbassato i flap. Sarebbe stato meglio usare un set fotoinciso per ricostruire la struttura interna, ma vistala scala, anche un dettaglio grossolano in profilati in plasticard può assumere un aspetto decente.




Anche gli elevatori, dopo aver passato l’incisore nella loro giunzione con la parte fissa, senza separarli del tutto, sono stati piegati leggermente verso l’alto, nella posizione che speso si vede assumere nelle foto.


FW190-A8 Sturmbock
FW190-A8 Sturmbock

Per il resto la costruzione e filata via liscia, a parte la rottura dell’elica, sbattuta violentemente contro la parete del terrazzo, mentre tentavo di scacciare una fastidiosissima mosca che, forse inviata dal Bomber Command, palesemente a corto di Mosquitoes, cercava di disturbare il mio sforzo bellico. Ovviamente il rimbalzo ha fatto volare la pala giù dal terrazzo, nel cortile sassoso. Neanche tentata la ricerca. Sappiate però che i Fligerjeager della Luftwaffe sono decollati in formazione, e hanno abbattuto l’intruso, vendicando l’affronto subito, e ristabilendo la superiorità aerea locale.
Spero che non ci siano membri dell’associazione protezione di mosche e zanzare nel gruppo! Per fortuna il kit prevedeva diverse eliche, per cui ho trapiantato la pala di una dal profilo più largo, debitamente modificata, trapianto riuscito al secondo tentativo.
Chiamatemi pure dott. Barnard de noialtri.




Al termine dell’assemblaggio, un lavaggio fatto col nero Valleio, ha evidenziato in lavoro di rivettatura e reincisione, consentendo di evidenziare eventuali ultimi difetti da correggere.




COLORAZIONE
Sono partito dalla banda della difesa del Reich, fondo bianco per rendere i colori più brillanti, poi il giallo e il rosso, identificativi del Jagdgeshwader 301, dal range Tamiya. Colori molto popolari di questi tempi, assieme all’arancio, non solo per le code degli aerei. Sono passato ai Gunze, sempre diluiti con il fedelissimo Laquer Thinner Tamiya (tappo giallo), per realizzare la classica mimetica in RLM 74-75-76.
IL 76 (azzurro ventrale) è stato dato per primo, su tutto il velivolo, per evidenziare eventuali imperfezioni della finitura. La mimetica sulle ali è stata realizzata usando il fedele patafix in rotolini, ottenendo sfumature sottilissime.
Al centro dei pannelli è stata data una delicatissima mano di colore di base leggermente schiarito. Mentre sul ventre sono stati schiariti alcuni portelli d’ispezione.
Sulla fusoliera ho proceduto invece a mano libera.






Da segnalare il fatto che ho ridotto al minimo l’uso di decals, praticamente solo gli stencil. Croci alari e di fusoliera, svastiche, codice tattico 21 bianco e perfino le walkaway alari sono state dipinte ad aerografo. Piuttosto che ritagliarmi gli stencil completi, ho preferito colorare singoli tratti rettilinei sovrapposti.
Più facile farlo che spiegarlo, spero le foto facciano capire meglio delle parole. Fumi e colature sono stati cono stati realizzati ad aerografo, una mano di lucido ha comunque preceduto un leggero lavaggio effettuato con il Panel Line Tamiya.
La finitura finale ha visto l’applicazione leggerissima di un opaco MRP.











BASETTA
Per l’ambientazione ho usato una Kubelwagen Academy, costruita da scatola, piloti CMK e meccanici Zvezda. Ottimi questi ultimi, in plastica, quindi lavorabili e carteggiabili.
Tutti i figurini sino stati dipinti con pennelli Windsor e Newton e vinilici Valleio.






La basetta è stata acquistata al Despar per 4 Euro, gli ho dato un po’ di impregnante, e ho effettuato la colatura in gesso ceramico, cintando i bordi con una specie di fascione in materiale sintetico che si usa per ricoprire il legno grezzo. Peccato che il legno, evidentemente non trattato e insensibile a una sola mano di impregnante, ha assorbito l’acqua, e si è imbarcato pesantemente.
Un paio di mesi sotto una pesantissima cassetta degli attrezzi, l’hanno appiattita nuovamente. Solite incisioni a gesso ancora parzialmente fresco, colorazione abbastanza chiara per non avvicinarsi troppo al colore dell’aereo, un po’ di erbetta e il gioco è fatto, pronto a difendere il Reich millenario, sempre che qualche DPCM non limiti la navigazione aerea, al solo comune di residenza.













Roberto "Target" Colaianni
e-mail roberto.colaianni@alice.it
19.01.2021
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Commento di Gianni [21/01/2021]:

Splendido... poi la scala 1/72 è stra impegnativa, complimenti veramente, anche io ho un piccolo kit Zvezda... prima o poi mi cimento... copio le tue foto e le tue indicazioni.
Bravissimo
Gianni


Commento di ezio bottasini [22/01/2021]:

Ciao Roberto, che dire, per essere un kit eseguito semplicemente tanto di cappello...ma da te cosa aspettarsi altrimenti...
Bellissimo, ne ho uno in 48, quando arriverà il suo momento, prenderò come fatto altre volte spunto...
Salutoni
Ezio


Commento di Valter [22/01/2021]:

Bel dioramino... ammiro questi lavori. Vorrei farli anche io ma non posso.. la mie capacità pittoriche sul figurini sono molto scarse purtroppo 😭😭😭


Commento di Giampaolo [24/01/2021]:

Bellissima realizzazione vista la scala.. e complimentoni per la realizzazione delle croci.
Giampaolo.


Commento di PIETRO [25/01/2021]:

Ciao Roberto
è sempre un picere vedere i tuoi lavori e le tecniche costruttive e pittoriche.
bellissima la scenetta animata alla perfezione dai personaggi.
Pietro
p.s. la prossima volta sforzati di usare un cielo vero per le foto, aumenterà il realismo e la lucentezza della scena.
Pietro


Commento di Michelangelo [28/01/2021]:

Aereo realizzato egregiamente, bella livrea e buon invecchiamento, molta cura nei particolari. La scena e ben equilibrata e realizzato benissimo anche la pista d'atterraggio, molto realistica. Unico Neo sono i figurini, scusami la critica ma non sono venuti bene, neanche io sono bravo a dipingerli, ma avrei evitato di metterli. Per il resto bella realizzazione, complimenti!




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