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La buca - Giuseppe Giovenco


La buca

Questa strada, famosissima per la gara di ciclismo (la Parigi – Roubaix), è usata da un nutrito gruppo di amanti delle due ruote per scassarsi letteralmente le ossa sul pavé,
Durante il secondo conflitto mondiale, è stata, attraversata anche dagli eserciti contrapposti, dal momento che è al confine con il Belgio; la sua selciatura in cubetti squadrati di porfido, o basalto ed altre pietre dure, è famosa per l’origine del termine pavé,
Come scrive Mario Fossati "Esiste una letteratura sull'inferno del nord, sulle ragnatele di pista, terremotate da una incuria di secoli. Il fondo stradale della Roubaix viene personificato al punto che il nemico da abbattere è il percorso, quel selciato di mattonelle ineguali divise dalla rossa polvere di porfido, o dal nero pulviscolo di carbone, con due banchine o bordures vagamente ciclabili ai margini, soffici o scivolose o motose: comunque sempre infami. Nelle corse ciclistiche la natura è solitamente un oggetto: nella Roubaix è sostanza",
In questa descrizione c’è tutta la crudezza di tale percorso,

Questo luogo storico del ciclismo mi ha ispirato per la creazione di una scenetta in cui un fante inglese, accovacciato nella sua buca di fortuna, scambia qualche parola con un suo commilitone nell’attesa dell’azione.




La storia uniformologica del fante nella buca la potete trovare nel mio precedente figurino, in galleria, dedicato alla 56ª brigata di fanteria indipendente, aggregata alla 49ª divisione dopo la presa di Parigi, mentre il fante in piedi appartiene al reggimento della Durham Light Infantry, 50ª divisione di fanteria, brigata intermedia, data, quest'ultima specifica, dalle due barrette orizzontali rosse.






Siamo già ai principi dell’autunno francese, verso il Reno, e le turbolenze dell’Atlantico cominciano a formare gli sbalzi di temperatura, per cui le sciarpe, inviate da casa, in calda lana (una di esse degli altipiani scozzesi), ben proteggono i colli del nostri fanti.






La buca, questo è il titolo del soggetto, altro non è che uno alto strato di polistirolo per i cappotti esterni ai fabbricati, attaccato ad un basamento in multistrato, opportunamente scavato (lo spessore di polistirolo) e ricoperto, prima con una quadretti di garza, applicati con una miscela di colla vinilica diluita in altrettanta parte di acqua, e poi con la stessa miscela, ho spalmato le irregolari pareti ottenute, al fine di applicare un leggero strato di sabbia di mare, per poi finirlo con la colorazione opaca della Tamiya n. 59 (colore delle sabbie esistenti nel nord della Francia),




Il pavé, invece, è stato ottenuto da un listello di balsa da 3 mm., opportunamente frazionato in moduli rettangolari o quadrati, con i bordi arrotondati e la finale colorazione tipica delle rocce basaltiche,
Gli interstizi, tra mattonella e mattonella, sono stati realizzati colando la solita miscela di colla/acqua, con la finale stesura di sabbia e la colorazione già descritta,






Giuseppe Giovenco

[Gallery]

14.01.2015




Commento di Luca Navoni [17/01/2015]:
Ciao Giuseppe,

i tuoi soggetti è sempre un piacere osservarli perché sono ben curati in tutti i loro dettagli di buffetteria/accessori e si nota la passione che ci metti nel realizzarli.... molto interessante anche i cenni storici che riporti sempre nei tuoi articoli....

Un saluto, Luca

Commento di Francesco Sasso [28/01/2015]:
Ciao Giuseppe, bellissima questa tua ultima realizzazione.
Ho visto i tuoi modelli presenti in galleria, e sono tutti dettagliati e ben collocati nelle tue scenette.
Mi hai incuriosito a tal punto che mi sono avvicinato molto anche io a questi soggetti in scala 1/6.
Davvero tanti complimenti e alla prossima.
Un saluto.
Francesco



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